Stepanakert è di nuovo bombardato dall’Arzaibaigian, riferisce l’Infocenter Unificato Armeno

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Sono state sentite esplosioni nella capitale della Repubblica dell’Artsakh, Stepanakert. Almeno cinque civili sono stati uccisi negli attacchi azeri dopo il cessate il fuoco umanitario a mezzogiorno del 10 ottobre, ha detto oggi, domenica 11 ottobre il Difensore dei Diritti Umani di Artsakh.

“Ho apprezzato che tra Armenia e Azerbaigian sia stato concordato un cessate il fuoco per motivi umanitari, in vista del raggiungimento di un sostanziale accordo di pace. Nonostante la tregua si dimostri troppo fragile, incoraggio a riprenderla ed esprimo partecipazione al dolore per la perdita di vite umane, per le sofferenze patite, nonché per la distruzione di abitazioni e luoghi di culto. Prego e invito a pregare per le vittime e per tutti coloro la cui vita è in pericolo” (Francesco – Angelus Domini, 11 ottobre 2020).

L’Unione Europea ha accolto con favore l’accordo raggiunto il 10 ottobre per un cessate il fuoco umanitario tra Armenia e Azerbaigian. L’UE esorta le parti a rispettare rigorosamente questo accordo e invita tutti gli attori, comprese le parti esterne, ad astenersi da qualsiasi azione che possa causare ulteriori vittime. “A questo proposito, prendiamo atto con estrema preoccupazione delle notizie di continue attività militari, anche contro obiettivi civili, nonché vittime civili e esortiamo le parti a garantire il pieno rispetto dell’accordo sul campo”, ha affermato l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e Politica di Sicurezza Josep Borrell in una dichiarazione. “L’UE invita le parti a impegnarsi senza indugio in negoziati sostanziali sotto gli auspici dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, senza precondizioni e sulla base dei principi concordati”, ha affermato. L’UE continua a sostenere il lavoro dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE nella ricerca di una soluzione politica negoziata al conflitto e rimarrà impegnata negli sforzi per una pace duratura nella regione.

++++ AGGIORNAMENTO 12 OTTOBRE 2020 ++++

Il Ministro degli esteri russo Serghej Lavrov ha affermato che l’accordo sul cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh mediato dalla Russia non sta reggendo. “Vediamo che questo accordo non è stato pienamente rispettato”, ha commentato Lavrov aprendo i negoziati con l’omologo armeno Zohrab Mnatsakanyan.
Idealmente l’accordo prevedeva che il cessate il fuoco avrebbe aperto la strada ai colloqui sulla risoluzione del conflitto. Se avesse retto avrebbe rappresentato un gran colpo diplomatico per Mosca, che è legata ad Erevan da un patto di sicurezza ma ha tutto l’interesse a raggiungere una conciliazione tra le parti e a mantenere buoni rapporti con il ricco Azerbaigian. La tregua è stata concordata sabato sera in un incontro trilaterale tra Federazione russa, Armenia e Azerbaijan, ma i due Paesi che da decenni si contendono la regione del Nagorno-Karabakh hanno cominciato ad accusarsi vicendevolmente di aver violato l’accordo già domenica. Il Ministero della difesa armeno ha denunciato un attacco in direzione sud, dicendo che la controparte sta “bombardando estensivamente” il fronte meridionale. Il Ministero della difesa dell’Azerbaigian afferma che le sue Forze armate stanno rispettando il cessate il fuoco e controbatte accusando le Forze armate armene di aver sparato sul territorio di Goranboy, Terter e Agdam.
I combattimenti sono scoppiati il 27 settembre con l’aggressione dell’Azerbaigian e hanno già causato la morte di centinaia di persone in quella che è considerata la più grande escalation del conflitto decennale, “congelato” con la fine della guerra nel 1994. Da allora la regione, che si trova nominalmente nell’Azerbaijan, è sotto il controllo delle Forze armate etniche armene della Repubblica dell’Arsakh sostenute dall’Armenia.

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