Tre notizie che riguardano la Santa Sede, legate tra loro con un filo rosso (porpora)

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Sono tre notizie, una già più clamorosa dell’altra, ognuna a modo sua. Sono legate tra loro con un filo rosso (porpora), non solo perché – come ormai è consuetudine – non se ne trovano traccia nelle comunicazioni sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.

“E i cattolici restano disorientati. Sono una cattolica che vive con dolore e angoscia questi giorni che alcuni media vogliono far passare per ‘grande pulizia in Vaticano’. Come qualcuno ha notato, in realtà quel che succede è più simile alle grandi purghe politiche dei regimi totalitari che a un serio e ponderato ricorso alla giustizia” (Lucetta Scaraffia). Foto di Claudio Peri/Pool/AFP.

La prima: il Segretario di Stato di Sua Santità Cardinale Pietro Parolin non fa più parte della Commissione cardinalizia di controllo sullo Ior. L’abbiamo appreso attraverso un articolo di Gianni Cardinale su Avvenire di ieri, 9 ottobre: “La notizia si trova in un comunicato pubblicato sul sito dello Ior con la data del 21 settembre, che non è stato finora rilanciato dai media vaticani”.

La seconda: Monsignor Alberto Perlasca è tornato in Vaticano, si trova a Santa Marta. L’abbiamo appreso attraverso un take dell’agenzia AGI a firma di Manuela D’Alessandro e Eliana Ruggiero: “Monsignor Alberto Perlasca, per anni figura centrale della Segreteria di Stato vaticano e indicato come la ‘gola profonda’ nell’inchiesta sui presunti investimenti finanziari illeciti del cardinale Angelo Becciu, si trova nella residenza Santa Marta, la dimora pontificia di Papa Bergoglio”.

La terza: Come mai la fraternità, che il Papa predica, è così carente nell’Istituzione, di cui lui è il Capo supremo e assoluto? Scrive Lucetta Scaraffia su Quodidiano.net di oggi: “Troppi scandali. Il cattolico è disorientato”. Già il 26 settembre aveva scritto: “Vaticano: minacce, veleni, ricatti a sfondo sessuale. È iniziato con la riforma dello Ior”.

1. Il Segretario di Stato di Sua Santità Cardinale Pietro Parolin non fa più parte della Commissione cardinalizia di controllo sullo Ior

“Clamorosa l’uscita di scena del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin dalla Commissione cardinalizia dell’Istituto per le Opere di Religione. . Dei cinque membri del precedente mandato, che erano stati nominati il 15 gennaio 2014, rimangono in carica solo lo spagnolo Santos Abril y Castelló, arciprete emerito di Santa Maria Maggiore, che mantiene l’incarico di presidente, e l’austriaco Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. A essi sono stati aggiunti: il filippino Luis Antonio Gokim Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il polacco Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, e l’italiano Giuseppe Petrocchi, arcivescovo di L’Aquila e membro della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Oltre a Parolin, non fanno più parte dell’organismo il canadese Thomas Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, e il croato Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria” (Francesco Antonio Grana – Il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2020).

“La decisione del Papa è stata comunicata il 21 settembre, tre giorni prima della ‘destituzione’ del cardinale Angelo Becciu. Parolin che era stato nominato il 16 dicembre 2013, non ha quindi concluso i due quinquenni di mandato normalmente previsti. Sarà rimpiazzato dal cardinale italiano Giuseppe Petrocchi arcivescovo de L’Aquila, che secondo il solitamente ben informato periodico spagnolo Religion Digital potrebbe essere addirittura il prossimo Segretario di Stato. Il Papa ha anche cambiato altri due cardinali commissari dello Ior, con il prefetto di Propaganda fide, il filippino Louis Tagle (considerato come il delfino di Papa Francesco) e con l’elemosiniere pontificio, il polacco Konrad Krajewskj. Due scelte che la dicono lunga sulla volontà del Papa circa la natura dello Ior, il cui Statuto è stato cambiato l’anno scorso, e da cui è partita la denuncia che nel luglio 2019 ha dato il via alle indagini della magistratura vaticana sul palazzo acquistato a Londra dal finanziere Raffaele Mincione” (Maria Antonietta Calabrò – The Huffington Post, 10 ottobre 2020).

“La notizia si trova in un comunicato pubblicato sul sito dello Ior con la data del 21 settembre, che non è stato finora rilanciato dai media vaticani. Nel comunicato in questione si spiega che la Commissione cardinalizia, «nella sua nuova composizione» appunto, ha approvato «ad experimentum per due anni, il regolamento attuativo dello Statuto a cui è demandata inter alia la descrizione particolareggiata dei poteri e delle competenze» del Consiglio di sovrintendenza, il board laico di sette membri che governa l’Istituto, e della direzione. Il testo era stato predisposto ed approvato dal Consiglio di sovrintendenza nella riunione del 21 luglio 2020. In particolare, sottolinea il comunicato, il regolamento attuativo «disciplina l’organizzazione, l’attività e il funzionamento dell’Istituto per le Opere di Religione in conformità allo Statuto, come da ultimo modificato» con il chirografo di papa Francesco dell’8 agosto 2019.

I nomi dei membri della nuova Commissione cardinalizia si trovano sempre nel sito dello Ior alla voce “governance”. La precedente era stata nominata da Francesco il 15 gennaio 2014. In quella occasione era stato nominato anche il cardinale Jean-Louis Tauran, deceduto nel 2018. Il cardinale Bozanic era stato aggiunto, come sesto membro, nel luglio 2014. Secondo lo Statuto la Commissione è composta da cinque membri che durano in carica cinque anni e possono essere confermati una volta. La Commissione cardinalizia vigila sulla fedeltà dell’Istituto alle norme statutarie e svolge le altre attività previste dallo Statuto. Nomina e revoca poi i membri del Consiglio di sovrintendenza e, su proposta di quest’ultimo, i relativi presidente e vicepresidente. La Commissione inoltre approva la nomina e la revoca del direttore e del vice direttore fatta dal Consiglio di sovrintendenza. E verifica infine con cadenza almeno annuale che i membri del Consiglio e della direzione siano in possesso dei requisiti di competenza e onorabilità prescritti dalla legge e dettagliati nel regolamento e non versino in condizioni di conflitto di interessi né siano interessati da altri impedimenti” (Gianni Cardinale – Avvenire, 9 ottobre 2020).

“Una vera bomba questa notizia” (P.P.P.).

“Volano stracci… dalla riva del fiume si vedono passare tutti” (M.V.).

“Mi pare cosa interessante. Anzi, particolarmente adatta per comprendere un pochino di più su cosa accade dentro le Mura leonine, al di là del Tevere. Sono molti anni che la mia Amica Maria Antonietta Calabrò, giornalista di grande scuola, cerca di leggere i segni che fuoriescono da quella complessa realtà per raccontarceli in modo il più possibile obbiettivo” (M.O.).

“Spero che il Santo Padre venga illuminato, preghiamo per lui. Rimango allibito dal vedere che in pratica tutta la macchina vaticana è accentrata su Krajewski, Tagle, Petrocchi, Maradiaga, Farrell e Galantino, mah. Quando è stato eletto, ho letto che una richiesta era quella di maggiore condivisione, mi sembra quasi un ridotto di montagna” (G. M.).

2. Monsignor Perlasca è tornato in Vaticano, si trova a Santa Marta

“Ex braccio destro del cardinale Becciu, è figura centrale nell’indagine sui presunti finanziamenti illeciti. Monsignor Alberto Perlasca, per anni figura centrale della Segreteria di Stato vaticano e indicato come la ‘gola profonda’ nell’inchiesta sui presunti investimenti finanziari illeciti del cardinale Angelo Becciu, si trova nella residenza Santa Marta, la dimora pontificia di Papa Bergoglio. Lo apprende l’AGI da fonti vicine al religioso. Monsignor Alberto Perlasca è tra gli indagati dell’inchiesta, partita dalla magistratura della Santa Sede riguardante lo scandalo sulla compravendita di immobili di lusso a Londra – tra cui quello di Sloan Avenue – e sui flussi finanziari dei conti su cui transita l’Obolo di San Pietro. A febbraio nell’ambito di una perquisizione ordinata dal Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, e dall’Aggiunto Alessandro Diddi, era stato eseguito il sequestro di documenti e apparati informatici presso l’Ufficio e l’abitazione di Perlasca, ex braccio destro di Angelo Becciu all’epoca in cui era Sostituto agli Affari Generali come capo ufficio amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato. Oltre a monsignor Perlasca, che nel frattempo era fuoriuscito dal ruolo diplomatico ed era rientrato nella sua diocesi di Como, sono indagati l’ex segretario di Becciu, monsignor Mauro Carlino, l’ex direttore generale dell’Aif Tommaso Di Ruzza (che a gennaio aveva comunque concluso il suo mandato quinquennale) e tre dipendenti della Segreteria di Stato: Vincenzo Mauriello, Fabrizio Tirabassi e Caterina Sansone” (Manuela D’Alessandro e Eliana Ruggiero – AGI, 10 ottobre 2020).

“Il migliore ha la rogna…” (M.S.).

“Che ci fa a Santa Marta?” (R.C.). … ci mangia e si dorme, suppongo, mentre è a disposizione degli inquirenti giudiziari dello Stato della Città del Vaticano. Attendiamo di essere illuminati sulle sue ulteriori attività.

Cardinale Konrad Krajewski (alle spalle di Francesco) e (di fronte a Francesco) l’allora Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Arcivesco Angelo Becciu, futuro Cardinale, che ha rinunciato “ai diritti connessi al cardinalato”.

3. Come mai la fraternità, che il Papa predica, è così carente nell’Istituzione, di cui lui è il Capo supremo e assoluto?

“Troppi scandali. Il cattolico è disorientato. Gli scandali – sessuali e finanziari – che ormai da anni stanno scuotendo le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo cattolico non riguardano solo i giornalisti che se li contendono a colpi di scoop e di reportage sensazionalisti, né gli anticlericali di sempre che ridono sotto i baffi, né i molti credenti che da tempo hanno preso le distanze dalla chiesa. No, riguardano soprattutto i cattolici che vanno a messa, che collaborano con le parrocchie o con le molte associazioni assistenziali di matrice cattolica, cioè i cattolici che cercano di vivere come cristiani. Quei cattolici a cui l’ultima enciclica di papa Francesco ha richiesto l’esercizio della fraternità, ovviamente doverosa nei confronti dei migranti e dei più deboli socialmente, che stanno pagando il prezzo più alto della pandemia. Ma questi stessi cattolici si domandano come mai questa fraternità sia così carente all’interno dell’istituzione di cui fanno parte. Carente al punto da pensare che non siano solo poche mele marce od occasionali peccatori a infrangerla, ma che vi sia un sistema disciplinare e giuridico poco chiaro. Un sistema che permette di coprire facilmente le malefatte, ma anche di dichiarare colpevoli persone non ancora sottoposte al vaglio di un regolare processo, dove la difesa possa avere voce. Il tutto in nome della trasparenza, così alla moda. Ma non sarebbe meglio perseguire la verità e la giustizia?” (Lucetta Scaraffia – Quotidiano.net, 10 ottobre 2020).

“Vaticano: minacce, veleni, ricatti a sfondo sessuale. È iniziato con la riforma dello Ior. Da quando Benedetto XVI ha cercato di far pulizia nella banca vaticana sono iniziati gli scandali. E i cattolici restano disorientati. Sono una cattolica che vive con dolore e angoscia questi giorni che alcuni media vogliono far passare per ‘grande pulizia in Vaticano’. Come qualcuno ha notato, in realtà quel che succede è più simile alle grandi purghe politiche dei regimi totalitari che a un serio e ponderato ricorso alla giustizia. Sono ormai molti anni, da quando cioè Benedetto XVI ha messo mano a una riforma dello Ior, la banca vaticana, che si susseguono scandali, fughe di notizie, arresti improvvisi, processi farsa. Dietro questo fuoco di sbarramento costituito da “operazioni di pulizia” è difficile capire cosa succede veramente.  A ciò si aggiungono le voci insistenti di possibili ricatti sulla base di scandali sessuali, più spesso omosessuali e pedofili, che avvelenano la vita e l’operato delle gerarchie vaticane” (Lucetta Scaraffia – Quotidiano.net, 26 settembre 2020).

Postscriptum

Effetto domino, si chiama…

“C’è fermento dentro le Mura leonine! Penso che avranno luogo altri importanti cambiamenti, nel prossimo futuro. Difficile decifrare i segni. Quanto agli umori, ritengo che in molti stiano vivendo precariamente in Vaticano” (P.A.).

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