Assisi: Carlo Acutis è beato

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Una mensa per i poveri ed un premio per un’economia per la fraternità: sono questi i doni della beatificazione di Carlo Acutis, avvenuta oggi ad Assisi nella messa concelebrata dal card. Agostino Vallini, legato pontifico per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, alla presenza di 3000 persone.

Il premio nasce per promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani, a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati.  Il premio è specificamente finalizzato ad incoraggiare quei processi economici ‘dal basso’, in cui persone con scarse possibilità economiche, in qualunque parte del mondo, ma specie nelle regioni più povere, si mettono insieme intorno a valide idee progettuali, contando soprattutto sul ‘capitale della fraternità’.

Il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ha sottolineato che si tratta di “una carità generativa. Il premio sarà di carattere simbolico, educativo e avrà anche dei momenti addirittura scientifici perché vogliamo riflettere su quello che succede nel mondo, vogliamo capire i dinamismi, vogliamo andare anche nella direzione di percorsi che ci aiutino a fare un mondo più bello a tutti i livelli”.

Nell’omelia il card. Vallini ha tratteggiato la sua figura: “Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico, amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, e da autodidatta costruiva programmi per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.

Ripetendo una delle sue frasi più celebri(‘L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo’) il celebrante che anche da piccolo il nuovo beato aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio: “Fin da bambino sentiva il bisogno della fede ed aveva lo sguardo rivolto a Gesù. L’amore per l’Eucarestia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio…

Ogni giorno partecipava alla Santa Messa e rimaneva a lungo in adorazione davanti al SS. Sacramento. Carlo diceva: si va dritti in Paradiso se ci si accosta tutti i giorni all’Eucarestia. Gesù era per lui Amico, Maestro, Salvatore, era la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva.

Era convinto che per amare le persone e fare loro del bene bisogna attingere l’energia dal Signore. In questo spirito ero molto devoto alla Madonna. Recitava ogni giorno il Rosario, si consacrò più volte a Maria per rinnovarle il suo affetto e impetrare la sua protezione”.

Le sue prerogative erano la preghiera e la missione per attrarre tutti a Gesù: “Carlo sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia. Per comunicare questo bisogno spirituale si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio ed uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani”.

E ciò lo faceva con tutti i mezzi comunicativi: “Per comunicare questo bisogno spirituale si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio ed uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani…

Questo suo modo di pensare gli faceva dire che la rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale, nello sterminato mondo virtuale bisogna saper distinguere il bene dal male. In questa prospettiva positiva incoraggiava ad usare i mass media come mezzi a servizio del Vangelo, per raggiungere quante più persone possibili e far loro conoscere la bellezza dell’amicizia con il Signore”.

Il delegato apostolico ha ricordato che il nuovo beato prestava una particolare attenzione verso il prossimo: “Soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva. Non mancava di aiutare i compagni di classe, in particolare quelli che erano più in difficoltà. Una vita luminosa dunque tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico”.

In questo modo ha mostrato che la santità è raggiungibile da tutti, con un invito ai giovani “a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi”.

Quindi, ha concluso l’omelia, questa è una buona notizia: “La beatificazione di Carlo Acutis, figlio della terra lombarda, e innamorato della terra di Francesco di Assisi, è una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio.

Egli ha testimoniato che la fede non ci allontana dalla vita, ma ci immerge più profondamente in essa, indicandoci la strada concreta per vivere la gioia del Vangelo. Sta a noi percorrerla, attratti dall’esperienza affascinante del Beato Carlo, affinché anche la nostra vita possa brillare di luce e di speranza”.

(Foto: Agenzia Sir)

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