Mai e mai. Parola di Becciu, che torna a difendersi dalle accuse: “Estraneo a qualunque fatto illecito, sempre fedele al Papa”. Cecilia Marogna: “Non sono l’amante di Becciu”

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“Sono estraneo a qualunque fatto illecito e ogni accertamento confermerà la mia fedeltà al Papa. Sono sereno”. Torna a farsi vivo il Cardinale Angelo Becciu e lo fa attraverso una nota del suo avvocato, Fabio Viglione. “Sua Eminenza il Cardinale Becciu ribadisce la assoluta falsità degli addebiti sul proprio conto veicolati attraverso la stampa, confermando l’estraneità da qualunque fatto illecito. Attende con serenità gli esiti di ogni accertamento, in qualsiasi sede, che potranno finalmente confermare la propria fedeltà al Santo Padre e alla Chiesa”, spiega il legale del Cardinale Becciu.
Per Cecilia Marogna sono “tutte falsità” quelle che circolano su di lei, che la vogliono come legata al Cardinale Angelo Becciu, destinataria di bonifici a una società con sede legale in Slovenia, che si occupa di missioni umanitarie.

“In particolare – specifica la nota del legale del Cardinale Becciu – si sottolinea che né il Cardinale, né i propri fratelli possiedono azioni o obbligazioni, né tantomeno partecipano a fondi d’investimento o posseggono conti esteri. Inoltre, mai vi è stato trasferimento di fondi di provenienza della Segreteria di Stato nella disponibilità privata e personale dei propri familiari e mai sono stati disposti investimenti della Santa Sede nelle attività della società Angel’s, legate alla produzione della birra o alla sua commercializzazione. Ed ancora, né il Cardinale né i propri fratelli hanno investito ricavi di attività familiari in fondi finanziari di qualunque natura e mai il Cardinale ha effettuato investimenti nell’interesse della Santa Sede in attività economiche di Antonio Mosquito”.

“I contatti con Cecilia Marogna – continua ancora l’avvocato Viglione – attengono esclusivamente questioni istituzionali e quindi mai il Cardinale ha richiesto un finanziamento da 150 milioni di euro all’Istituto per le Opere di Religione. Infine, mai vi è stata alcuna interferenza da parte del Cardinale nel processo nei confronti del Cardinale Pell. Il Cardinale confida nel doveroso equilibrio fra libertà di stampa e diritto ad una corretta informazione nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti, riservando il ricorso alle competenti Autorità giudiziarie a tutela dell’onore e della reputazione proprie e dei familiari in ogni caso verrà ritenuto necessario”, conclude l’avvocato Viglione.

Fonte: ADNKRONOS.

In un’intervista del 6 ottobre a cura di Ferruccio Pinotti per il Corriere della Sera, la 39enne manager di Cagliari, titolare di una società slovena, che ha ricevuto 500mila euro dalla Segreteria di Stato, che secondo le accuse invece di essere usato per fini umanitari, sarebbe stato spese per scarpe, vestiti, armadi e arredamento, afferma: «Non sono l’amante di Becciu». «Le borse e i regali? Per salvare le Nunziature e le missioni», si difende: «Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso al fine di vigilare su rischi e pericoli per le Nunziature e le missioni vaticane…».

«Sono un’analista politica e un’esperta di intelligence, che lavora onestamente e che vive in affitto mantenendo sua figlia». Nell’intervista al Corriere delle Sera la Marogna si racconta così: «Ho alle spalle una formazione scientifica, poi studi di geopolitica perfezionati in Libano. Ho dei forti valori cattolici e una formazione clericale, pur se mia figlia è nata fuori dal matrimonio. Mi definirei una studiosa di temi internazionali. Nel 2013 ho dato il mio contributo al Forum Mediterraneo che si è tenuto a Cagliari, che ha visto la partecipazione di numerosi capi di Stato del Nordafrica. Ho collaborato anche con la Camera di commercio italo-araba di Roma stabilendo rapporti di estrema stima con figure istituzionali dell’Egitto, della Siria, della Giordania e di altri paesi mediorientali».

La Marogna racconta come ha conosciuto il Cardinale Becciu: «Gli ho scritto una mail, era il 2015, per capire se le mie analisi fossero corrette, e quali fossero i problemi di sicurezza delle Nunziature e delle Missioni vaticane in contesti pericolosi. Mi ha ricevuto a Roma in Segreteria di Stato, doveva essere un colloquio di 20 minuti ma è durato un’ora e mezzo. Mi disse: “Mi sembra strano che una giovane donna come lei si interessi di questi temi”. Nacque un rapporto di stima sfociato in una collaborazione operativa. Mancava una diplomazia parallela nei Paesi nordafricani e medio-orientali, ma io sapevo cosa fare e come muovermi, anche per ridurre i pericoli derivanti alle Nunziature e alle missioni dalle cellule terroristiche presenti in quei Paesi».

Sui soldi che il Cardinale Becciu le ha stanziato per sostenere questa attività, la Marogna sostiene: «Non erano 600mila, ma 500mila su 4 anni e incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree ad alto rischio. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia che si occupa di missioni umanitarie. Ho contatti e rapporti in vari Paesi».

Per quanto riguarda le sue frequentazioni con Flavio Carboni e il massone dissidente Gioele Magaldi, dice la Marogna: «Carboni lo conobbi per questioni geopolitiche, per farmi raccontare vicende e dare informazioni. Ma anche perché mi interessavo della Anonima sequestri. Magaldi lo conobbi anni fa, aveva costruito un think thank e mi aveva invitato alla presentazione». E per quanto riguarda i suoi rapporti con i Servizi segreti: «Sono di stima e collaborazione coi vertici dell’apparato dei Servizi italiani».

Poi, sul Corriere della Sera del 7 ottobre 2020 segue un secondo articolo a firma di Ferruccio Pinotti, sulle carte e i retroscena, che scende nello specifico. Cecilia Marogna e i bonifici del Cardinale Becciu: «Usata come un pacco bomba. I fondi? Mai fatto una fattura». Parla la 39enne sarda intestataria della società slovena dove sono confluiti 500mila euro della Segretaria di Stato. «I soldi del Vaticano non sono contabilizzati, si tratta sempre di operazioni riservate».

La Marogna fornisce anche la sua personale narrazione perché è stata tirata in ballo come “Dame del Cardinale Becciu” e reduce tutto alla solita teoria gomblottistica di un’opposizione a Papa Francesco, all’interno delle mura vaticane: «A questo punto mi considero un pacco bomba. Inizialmente potevo essere funzionale per spostare l’attenzione dallo scandalo londinese. Da “benefit” sono divenuta un boomerang, un oggetto di contesa per vicende esterne alle mura vaticane. I grossi interessi girano lì, i bonifici a me sono piccole cose nell’ambito di uno scontro di potere molto più ampio, che ha già visto cadere molte teste e che è solo iniziato, tra le fazioni che si oppongono a Papa Francesco».

Scrive Pinotti: “La società slovena e i superbonifici, i giochi di potere in Vaticano, gli odi e le invide. Cecilia Marogna, la 39enne sarda definita «la dama del cardinale» la «superconsulente vaticana» cui l’ex numero due della Segreteria di Stato Angelo Becciu ha fatto bonificare mezzo milione di euro in 4 anni, accetta con il Corrieredi andare a fondo sulla complessa vicenda che la vede coinvolta. Lo fa sulla base delle carte slovene che il Corriere è riuscito a visionare. La società creata da Marogna è la Logsic, costituita a Lubjana il 19 dicembre 2018 con un capitale versato di 7500 euro. Una società sui cui bilanci non figurano però movimenti, che non esibisce fatture ma solo alcuni compensi, sia alla Marogna che a terzi. Una srl che ha come ragione sociale «operazioni umanitarie», ma che ad oggi non ha ancora presentato il bilancio 2019”.

La Marogna sostiene di aver costruito per conto del Cardinale Becciu una diplomazia parallela per evitare attacchi terroristici alle Nunziature: «Si, rivendico il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medioriente atte a proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche». Afferma di aver aperto la società in Slovenia per motivi geopolitici: «Pensavo che la prossima polveriera sarebbe stata quella dei Balcani. E per incrementare rapporti con paesi come Georgia, Ucraina, Serbia, Bosnia, Slovenia. La mia società Logsic è specializzata in operazioni umanitarie. (…) Pertanto i fondi in Slovenia erano di garanzia per le operazioni in Africa». Nei bilanci della Logsic srl non figurano i 500mila euro che lei ammette di aver preso: «Trattandosi di operazioni riservate, nei bilanci non figurano compensi e fatture, inoltre il Vaticano non ha una fiscalità vera e propria. E io stessa non potevo certo emettere fatture» e afferma che poteva utilizzare i fondi anche in chiave personale, per scopi riservati: «Sì, potevo farlo».

Per quanto riguarda la provenienza dei soldi, che ha ricevuto dalla Segreteria di Stato: «Il cardinale Becciu dava l’input a Monsignor Perlasca, che faceva i bonifici».

Per quanto riguarda l’utilizzo dei soldi, che ha ricevuto dalla Segreteria di Stato: «Venivano spesi in compensi professionali a me e ai miei collaboratori, in spostamenti, spese vive. Una grossa parte dei 500mila euro era quella rimasta su un conto poi chiuso per mancata movimentazione. I conti erano due, appoggiati sulla Unicredit di Lubjana».

Per quanto riguarda le spese per borsette e poltrone in pelle, pagate con i soldi che ha ricevuto dalla Segreteria di Stato: «Ho comprato solo prodotti italiani, tipo Tod’s e Poltrona Frau. Dopo tanto lavoro penso di avere il diritto di comprarmi una poltrona».

Pensiamo che potrebbe bastare e che tutto questo si commenta da solo.

Postscriptum

Oggi, 8 ottobre è intervenuto anche il Capo di Stato dello Stato della Città del Vaticano sulla questione “denaro”.

È “necessario ripensare al nostro rapporto col denaro”, così Papa Francesco si rivolge al Comitato di Esperti del Consiglio d’Europa (Moneyval) ricevuto questa mattina in Udienza e li ringrazia per il loro servizio “a tutela di una finanza pulita, nell’ambito della quale ai ‘mercanti’ è impedito di speculare in quel sacro tempio che è l’umanità, secondo il disegno d’amore del Creatore”. E poi Santo Padre ha sottolineato che “in certi casi pare che si sia accettato il predominio del denaro sull’uomo. Talora, pur di accumulare ricchezza, non si bada alla sua provenienza, alle attività più o meno lecite che l’abbiano originata e alle logiche di sfruttamento che possono soggiacervi. Così, accade che in alcuni ambiti si tocchino soldi e ci si sporchi le mani di sangue, del sangue dei fratelli. O, ancora può succedere che risorse finanziarie vengano destinante a seminare il terrore, per affermare l’egemonia del più forte, del più prepotente, di chi senza scrupoli sacrifica la vita del fratello per affermare il proprio potere”. Gesù ha scacciato dal tempio i mercanti – ha detto Papa Francesco nell’udienza a Moneyval – e ha insegnato che non si può servire Dio e la ricchezza.

L’appello del Papa per una Chiesa povera, uno spot pubblicitario contro l’8 per mila, l’Obolo di San Pietro e la Questua?

Come farà una Chiesa senza soldi a mantenere i luoghi di culto, i monasteri, le parrocchie, pagare i stipendi del clero, del personale delle Curie vescovili, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.

Come farà la Chiesa povera che non tocca più soldi ad aiutare i poveri senza lo sterco del diavolo?

Come faremo a procurarci il pane quotidiano senza “sporcarci le mani” con il denaro

Quindi, in Segretaria di Stato hanno fatto bene a svuotare anche il suo conto personale? Pare di sì. Almeno può dire che lui soldi non tocca.

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