L’Azerbaigian oggi ha lanciato un attacco su larga scala nell’Artsakh e ha ripreso i bombardamenti di Stepanakert e Shushi

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Il rappresentante ufficiale del Ministero della difesa armeno Artsrun Hovhannisyan ha riferito che l’Azerbaigian ha ripreso i bombardamenti di Stepanakert, la capitale dell’Artsakh e di Shushi. Il Ministero degli Affari esteri armeno ha detto in un Comunicato, che secondo le informazioni ricevute dalle Forze di difesa dell’Artsakh, questo pomeriggio le Forze armate dell’Azerbaigian hanno lanciato un attacco su larga scala nella direzione meridionale della linea di contatto tra Nagorno Karabakh e Azerbaigian, impiegando forze di riserva e una grande quantità di equipaggiamento militare, compresi carri armati e artiglieria. Le Forze Armate azeri ignorano anche la sicurezza del territorio della Repubblica Islamica dell’Iran. Le capacità delle Forze armate azere vengono distrutte continuamente e metodicamente dalle Forze di difesa dell’Artsakh.

I bombardamenti azeri su Stepanakert.

Questa nuova offensiva azera si svolge mentre è in corso la visita del Ministro degli esteri turco alla capitale dell’Arzerbaigian Baku e poche ore dopo la dichiarazione del Ministro degli esteri dei copresidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE. Le Forze di difesa dell’Artsakh prendono tutte le misure necessarie per respingere il nuovo attacco. L’Esercito della difesa dell’Artsakh ha inflitto perdite significative di personale e attrezzature all’avversario, informa Vahram Poghosyan, il Portavoce di Arayik Harutyunyan, il Presidente dell’Artsakh. Poghosyan ha detto di essere convinto che l’attacco azero su larga scala sul fronte meridionale di oggi è l’ultimo inutile tentativo di ottenere qualsiasi tipo di risultato. “La leadership politica militare dell’Azerbaigian ha la piena responsabilità delle conseguenze”, ha detto il Ministero della diesa armeno.

Il contrattacco delle Forse di difese dell’Artsakh.

L’Artsakh è Armenia, una terra di armeni, ha detto il Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan in un’intervista a BBC News. “L’80% della popolazione è sempre stata armena. E questo è il caso oggi “, ha detto il Primo Ministro. “Il problema è che l’Azerbaigian non vuole che gli armeni vivano su quella terra ed è per questo che con l’aiuto dei terroristi sta attaccando il Nagorno Karabakh oggi”.

I bombardamenti azeri su Stepanakert.

I Ministri degli esteri russo e iraniano hanno sottolineato il pericolo del coinvolgimento di militanti siriani e libici nel conflitto in Nagorno Karabakh. Già il 1° ottobre, un funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha confermato a Sky News Arabia che i rapporti su dozzine di voli tra la Turchia e l’Azerbaigian per il trasporto di centinaia di mercenari siriani sono provati e corretti. Lo stesso giorno, il Presidente francese Emmanuel Macron ha detto di avere informazioni “con certezza” sulla presenza di “combattenti siriani di gruppi jihadisti” nel Nagorno Karabakh. Macron ha aggiunto che la situazione nel Nagorno Karabakh è grave e che farà di tutto per andare verso una risoluzione pacifica.
I massimi diplomatici della Russia e dell’Iran hanno discusso la situazione nell’Artsakh al telefono oggi, informa il Ministero degli esteri russo. “Le parti hanno espresso la seria preoccupazione di Mosca e Teheran per l’escalation senza precedenti nella zona di conflitto del Nagorno Karabakh”, ha detto il Ministero. “È stato sottolineato il pericolo di coinvolgere militanti di gruppi armati illegali provenienti da Siria e Libia”, ha aggiunto. A questo proposito, i Ministri degli esteri russo e iraniano hanno affermato che non c’è alternativa a una soluzione diplomatica, “il cui inizio dovrebbe essere un cessate il fuoco senza condizioni preliminari”. Sergej Viktorovič Lavrov e Mohammad Javad Zarif hanno anche sottolineato l’importante ruolo che i Paesi vicini dell’Azerbaigian e dell’Armenia possono svolgere nella soluzione del conflitto in Nagorno Karabakh. Lavrov ha sottolineato gli intensi sforzi della Russia sia nella sua capacità nazionale, che nell’ambito della co-presidenza del Gruppo OSCE di Minsk, per la rapida instaurazione della pace nella regione.

I bombardamenti azeri su Stepanakert.

“Erevan deve riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, scusarsi con il suo popolo e ammettere che la regione contesa non fa parte dell’Armenia”, ha dichiarato il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, che riceve l’appoggio della Turchia, che ha dichiarato di aiutare l’Azerbaigian a “recuperare le terre occupate” nel Nagorno Karabakh. E sulla stessa linea si trova l’Iran: “Vogliamo che l’Armenia restituisca queste terre occupate all’Azerbaigian, ha dichiarato Ali Akbar Velayati, Consigliere per la politica estera della Guida Suprema iraniana. “Noi rispettiamo l’integrità territoriale di tutte le nazioni, che è uno dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha ribadito Velayati spiegando che: “Nel caso specifico, il territorio di un paese è occupato da un altro Paese. Parti del sud della Repubblica dell’Azerbaigian, circa sette città sono occupate dall’Armenia. Sono state adottate quattro risoluzioni delle Nazioni Unite, che chiedono agli armeni che hanno occupato queste parti dell’Azerbaigian di tornare nei confini internazionali”.

Però, per la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, “tutti gli stati, compresa la Turchia, implicati direttamente o meno nel conflitto in Nagorno Karabakh devono astenersi da tutte le azioni che possano contribuire alla violazione dei diritti dei civili e rispettare gli obblighi imposti dalla convenzione europea dei diritti umani”.

La cessazione immediata delle ostilità è nel migliore interesse di ogni bambino, ha affermato l’UNICEF in una dichiarazione sul Nagorno Karabakh. “Sono passati 10 giorni da quando la violenza è aumentata drammaticamente nella zona di conflitto del Nagorno Karabakh. Ci sono già segnalazioni di quattro bambini uccisi e sette feriti, e senza una fine dei combattimenti, queste cifre aumenteranno tragicamente “, ha detto l’UNICEF. “I combattimenti stanno distruggendo case e danneggiando scuole e altre infrastrutture essenziali. Esortiamo tutte le parti a proteggere i civili e le infrastrutture civili da ulteriori danni, in linea con il diritto internazionale e umanitario “, ha aggiunto. Nella capitale dell’Armenia Erevan sono arrivati anche i primi profughi dall’Artsakh.

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