Papa Francesco firma la terza Enciclica

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“Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. #FratelliTutti”: con questo tweet papa Francesco ha annunciato la firma ad Assisi della terza enciclica ‘Fratres omnes’.

E dopo la celebrazione eucaristica ha affermato: “Adesso firmerò l’Enciclica che porta sull’altare mons. Paolo Braida, che è l’incaricato delle traduzioni e anche dei discorsi del Papa nella Prima Sezione. Lui sorveglia tutto e per questo ho voluto che fosse presente qui, oggi, e mi portasse l’Enciclica.

Con lui sono venuti due traduttori: don Antonio, traduttore della lingua portoghese, ha tradotto dallo spagnolo al portoghese; e don Cruz, che è spagnolo, e ha un po’ sorvegliato le altre traduzioni dall’originale spagnolo. Lo faccio come un segno di gratitudine a tutta la Prima Sezione della Segreteria di Stato, che ha lavorato in questa stesura e traduzione”.

Prima della firma ad Assisi papa Francesco ha incontrato le clarisse di Spello e quelle di santa Chiara di Assisi.

Il testo è composto da 8 capitoli in cui quelli centrali sono il quinto e il sesto (‘Dialogo e amicizia sociale’), oltre all’analisi forte sulle ‘ombre di un mondo chiuso’ (capitolo primo) allo straniero, al migrante, al bisognoso. Il quinto capitolo è dedicato alla politica, che, secondo papa Francesco, non è quella che fa leva sull’individualismo e che cela gli interessi dei ricchi.

Dal sito ‘Il cattolico’ p. Pietro Messa ha spiegato che il titolo dell’enciclica è tipicamente francescano, in quanto si trova nelle Fonti francescane’: “Il titolo proviene dall’Ammonizione VI di Francesco d’Assisi il cui cambiamento, come testimonia lui stesso nel Testamento, è avvenuto come conseguenza del fare misericordia con i lebbrosi.

Nel titolo, che resterà invariato nelle varie traduzioni, il termine ‘fratelli’ è, sia nel lessico dell’Assisiate che attualmente nella lingua italiana, un termine inclusivo che raggruppa ‘uomini e donne, tutti i bambini, gli adolescenti, i giovani e i vecchi, i sani e gli ammalati, tutti i piccoli e i grandi e tutti i popoli, genti, razze e lingue, tutte le nazioni e tutti gli uomini d’ogni parte della terra, che sono e che saranno’. Disconoscere questo è un grande errore di anacronismo: sarebbe come lamentarsi che san Francesco nei suoi scritti non cita facebook!”

(Foto: Santa Sede)

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