Beati gli ultimi perché saranno i primi. E i primi saranno gli ultimi

Condividi su...

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata i lavoratori per la sua vigna. In tre distinte ore della giornata il padrone uscito di casa trova lavoratori per la sua vigna. La sera il fattore è incaricato di pagarli, da quelli arruolati per ultimi. A tutti da un denaro, ma quelli arruolati per primi si lamentano perché hanno lavorato più ore. Il padrone risponde siete invidiosi perché sono buono? Così gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.

La parabola non deve intendersi nel senso di una relativizzazione del lavoro degli operai. Tutti vengono pagati alla stessa maniera, non perché il loro lavoro non è stato importante. Non perché si vuole sminuire il lavoro di quelli assunti prima. La parabola non è elemento di confusione. Ma la parabola significa la gioia del Signore per la entrata nel regno dei cieli. Il Signore non manca di segnalare che gli ultimi che entreranno saranno i primi. Non per fare dispetto ai primi. Ma perché il Signore gioisce di tutti quelli che entreranno nel Regno, anche e soprattutto per gli ultimi che sarebbero potuti non entrare.

Il Regno non è una esclusiva dei migliori, il Regno è per tutti e il Signore non si è stancato di uscire di casa per assumere anche gli operai che non erano stati assunti da nessuno. Questa parabola significa la assoluta disponibilità del Signore a salvarci. Non esiste un disegno imperscrutabile di salvezza. Esiste un Signore buono che non si stanca mai di volgere gli occhi al mondo, e le persone che possono essere salvate in ogni momento e per gli ultimi il Signore sarà felicissimo.

Rispetto alla affermazione che la comunità cristiana diventerà un piccolo gregge e pochi saranno a rappresentarla, questa parabola va oltre il tempo e lo spazio umano. Il Regno è per tutti, la testimonianza della parola è per tutti. Il Signore non si stanca di uscire dalla casa per assumere nuovi operai

E i primi saranno gli ultimi.

Quelli che si sono ritenuti campioni della fede, nell’ambito di conventicole privilegiate, saranno ultimi rispetto a coloro che pur a lungo disoccupati comunque sono riusciti a percepire la chiamata.

Foto di copertina: La parabola dei lavoratori nella vigna, 1637. da Rembrandt Harmenszoon van Rijn, olio su telo, 1637, Museo statale Ermitage, San Pietroburgo.
L’espressione diventata proverbiale degli ultimi che saranno i primi, allude alla parabola evangelica di Gesù, conosciuta come “parabola dei lavoratori della vigna”, presente nel Vangelo secondo Matteo 20,1-16: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

Free Webcam Girls
151.11.48.50