Il beato Carlo Acutis e la santità nella vita di tutti i giorni

Condividi su...

Frequentava il liceo, amava la natura, l’informatica, i gatti, lo sport. Vestiva in jeans e maglietta, come tutti i suoi coetanei e non disdegnava una partita ai videogames. Ma c’era una cosa che lo rendeva veramente speciale: il suo cuore ardeva per Gesù.

“Non io, ma Dio. Devo fare più spazio a Dio”, ripeteva. E la santità, cioè la somiglianza con Cristo, era per lui la cosa più urgente da chiedere in preghiera. Stiamo parlando di Carlo Acutis, il giovane milanese morto nel 2006 di leucemia fulminante, che il 10 ottobre 2020 sarà proclamato beato in   Assisi: un ragazzino straordinario pur nella semplicità di una vita assolutamente normale.

Un ragazzino che faceva i compiti, che giocava a pallone, che non rinunciava certo a divertirsi, anzi, ma che sapeva mettere Gesù al primo posto. Dialogava con Lui con confidenza; gli raccontava ogni cosa, lo ringraziava, gli chiedeva aiuto se ne aveva bisogno, si scusava se aveva commesso un errore, gli ricordava i suoi amici lontani dalla fede e offriva a Dio sacrifici per la loro conversione.

L’amore che Carlo nutriva per Dio si riversava sul suo prossimo. Un collaboratore domestico della sua famiglia si convertì da una religione orientale al cattolicesimo vedendo proprio come Carlo sapeva mettersi al servizio degli altri.

Avrà avuto 13 o 14 anni, quando si faceva accompagnare fra i poveri del suo quartiere, distribuendo cibo e bevande calde, oppure sacchi a pelo comprati con i suoi risparmi, magari rinunciando ad un paio di scarpe nuove. Il suo motore?    

La parola di Dio, i sacramenti, l’adorazione, il rosario, la volontà di vivere veramente il Vangelo…  “Io credo a modo mio”, “Non ho bisogno di intermediari”, “Gesù legge nel mio cuore, a che mi serve andare in chiesa?”, dicono molti. Ma per Carlo occorre un binario, non basta una fede ‘fai- da-te’: è la Chiesa, Corpo di Cristo, che, pur con le sue imperfezioni, ci permette di vivere con Gesù e di essere suoi testimoni fedeli.

Carlo partecipava ogni giorno alla messa e riceveva la Comunione: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”, diceva. Così come la Confessione rappresentava per lui una tappa molto importante del suo cammino spirituale: “La mongolfiera, una volta liberata dai suoi pesi, vola in alto, così l’anima sale a Dio quando ci confessiamo e ci liberiamo dei nostri peccati”, diceva.

Carlo mette in fuga tutte le nostre scuse, perché ci mostra che la santità non dipende dall’età, dal luogo, dalle possibilità economiche, dallo stato sociale, dall’essere laici o sacerdoti: dipende da quanto siamo uniti a Cristo. E dobbiamo ammettere che anche noi, come lui, abbiamo a disposizione i mezzi per diventare santi: anche noi abbiamo Gesù che ci aspetta nella chiesa sotto casa nostra.

Anche noi possiamo ‘spostare lo sguardo dal basso verso l’alto’, come diceva Carlo, e da noi stessi verso l’altro, per accorgerci delle necessità di chi abbiamo vicino. Anche noi, come lui, possiamo farci questa domanda: “Cosa posso fare, io, di concreto, per donare amore qui, oggi? Cosa devo fare per essere le mani di Dio e aiutare le sorelle e i fratelli che incontro?’

‘Vivere da originali’: un romanzo per prendere esempio da Carlo Acutis. Sta uscendo, proprio in questi giorni, il mio ultimo romanzo: ‘Vivere da originali’, edito dalla Mimep Docete, pensato per un pubblico di ragazzi, in cui emerge la figura di Carlo Acutis.

La protagonista è Caterina, una ragazza di 18 anni, piena di sogni e col grande desiderio di una vita bella. Il suo cuore, però, è ferito profondamente. Conserva con sé un dolore enorme, che pervade i suoi ricordi, le impedisce di essere completamente serena, la tiene lontana da Dio. Se Dio è buono, si chiede infatti, perché avrebbe dovuto permettere il male nella sua vita?

Durante uno stage fatto con la scuola, Caterina incontra Francesco, un ragazzo poco più grande di lei che ha trovato la fede grazie a Carlo Acutis (della conversione di Francesco parlo in un altro mio romanzo: ‘Sei nato originale, non vivere da fotocopia’, edito dalla Mimep nel 2017). Caterina urla a Francesco tutte le sue domande su Dio, domande intrise di rabbia… E lui la invita a gridare direttamente a Dio il dolore che ha. Sarà allora che la nostra protagonista inizierà a vedere dei miracoli…

Free Webcam Girls
151.11.48.50