Da Torino mons. Nosiglia lancia un appello per lavoro ed accoglienza

Condividi su...

“Quest’anno ho voluto dedicare il mio messaggio agli sfollati interni, i quali sono costretti a fuggire, come capitò anche a Gesù e alla sua famiglia. ‘Come Gesù costretti a fuggire’, così gli sfollati, i migranti. A loro, in modo particolare, e a chi li assiste va il nostro ricordo e la nostra preghiera”: così papa Francesco nel saluto dopo la recita dell’Angelus.

Ed a Torino mons. Cesare Nosiglia durante l’omelia della celebrazione eucaristica ha sottolineato che la presenza dei migranti è una risorsa: “Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali e civili, che possono arricchire le nostre Comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza degli immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva, che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti”.

Però al tempo stesso ha sottolineato anche che molti problemi devono essere affrontati con serietà: “Anche i gravi e complessi problemi sociali, culturali e politici, economici e vitali che investono oggi l’ambito dell’immigrazione vanno affrontati a partire sempre dalla centralità di ogni persona che al di là delle differenze di cui è portatrice rappresenta un valore umano, religioso e sociale di grande efficacia e di cui l’intera nostra società abbisogna”.

D’altronde un inserimento equilibrato offre opportunità al territorio: “Il vostro inserimento nel tessuto ambientale, culturale e religioso del nostro Paese non promuove solo una efficace integrazione, ma una condivisione, un dare e ricevere gli uni per e con gli altri. Nessuno deve essere dunque considerato straniero o ospite, ma anche chi professa una religione diversa dalla nostra, deve essere accolto come fratello e sorella amato da Dio suo creatore, membro effettivo della nostra società civile. La sua presenza va dunque riconosciuta e valorizzata come una risorsa importante basata sull’incontro, il dialogo, il rispetto reciproco e la fraternità”.

L’arcivescovo Nosiglia ha ribadito la necessità di garantire i diritti fondamentali: “Operare e lavorare per questo vuol dire anche riconoscere a ciascuno quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia: il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, all’istruzione e alla cittadinanza in particolare dei minori nati nel nostro Paese, al permesso di soggiorno e ai diritti che la Costituzione italiana pone a fondamento del vivere civile del nostro popolo”.

Però ai diritti devono corrispondere i doveri: “Ai diritti devono corrispondere dei doveri che riguardano l’osservanza di comuni regole di convivenza democratica e pacifica che aborrisce ogni forma di violenza verso gli altri. La morte tragica di don Roberto, vero martire della carità, ucciso da una persona immigrata che era aiutata e sostenuta nelle sue necessità proprio da questo prete, ci ha lasciati tutti attoniti e sconcertati, ma non possiamo generalizzare il caso.

E’ infatti la persona in quanto tale che commette tali crimini, sia italiana o straniera, che va condannata severamente e messa in grado di non nuocere più alla comunità. Io sono certo, comunque, che se don Roberto potesse farlo lo perdonerebbe e continuerebbe a volergli bene”.

In ultimo ha auspicato che si metta in atto la Costituzione italiana: “Le radici cristiane e civili, che animano il testo fondamentale della nostra Costituzione, sono garanzia di progresso, di giustizia, di fraternità e di pace a cui tutti i cittadini, compresi gli immigrati, sono chiamati a contribuire con le loro specifiche risorse culturali, religiose e sociali.

 Preghiamo il Signore affinché questo obiettivo sia raggiunto presto nel nostro Paese e si possa guardare per il futuro ad una società multietnica, fatto positivo e arricchente per tutti. E’ un auspicio, ma è anche un dovere che ogni cittadino e ogni discepolo del Signore Gesù sono chiamati a perseguire con impegno, operando in concreto sul piano ecclesiale e civile per la sua realizzazione”.

Ed alcuni giorni prima mons. Nosiglia aveva rivolto un appello per la salvaguardia dei posti di lavoro alla Elcograf di Borgaro, le cui parti sociali e la proprietà si incontrano oggi in Regione: “Ma, a fronte di questo segnale importante, continuano a emergere situazioni dolorose di imprese che chiudono o diminuiscono drasticamente il loro personale, avendo come unica ragione il profitto, ma lasciando abbandonati a se stessi centinaia di lavoratori e le loro famiglie…

Dalla cronaca quotidiana situazioni come questa emergono poco alla volta e diventa difficile cogliere il quadro d’insieme che è, invece, drammatico. Perché la crisi a macchia di leopardo riguarda l’intera area metropolitana, con ricadute sull’intero sistema sociale e produttivo”.

Ed ha invitato le parti in causa a ‘trovare’ un accordo per salvaguardare l’occupazione: “Il tempo di incertezza che stiamo vivendo non aiuta, anzi amplifica, i problemi occupazionali. Invito pertanto tutte le parti coinvolte (imprese, organizzazioni sindacali e istituzioni pubbliche) a trovare i modi e le forme più opportune per dare un orizzonte ai lavoratori di diverse aziende che vivono lo stesso dramma della Elcograf.

In questo particolare momento serve uno sforzo innovativo e di progettazione per il futuro, al fine di non rincorrere più le emergenze e le crisi, ma anticiparle, prevenirle. Il lavoro è e rimane il principale fattore di sviluppo della persona e di una comunità solidale”.

(Foto: Diocesi di Torino)

Free Webcam Girls
151.11.48.50