Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano…

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Con l’incipit – “Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano; e fuggano davanti a Lui quelli che Lo odiano. Come si disperde il fumo, si disperdano: come fonde la cera di fronte al fuoco, così periscano gli empi davanti a Dio” (dal Salmo 67) – della formula del famoso esorcismo contro Satana e gli Angeli apostati di Leone XIII dell’11 Ottobre 1884 [QUI] inizia questa riflessione sul pensiero e sulla pastorale di Leone XIII, così ben delineata nel articolo del Professor Roberto de Mattei su Corrispondenza romana del 18 marzo 2015, “Il fallimento pastorale del ralliement di Leone XIII”.

È interessante notare la dicotomia tra la dottrina e la pastorale nel rapporto con la modernità. De Mattei sottolinea la vastità e la ricchezza del magistero di Leone XIII con encicliche fondamentali e di contro il fallimento del progetto pastorale. Tra l’altro, nel Suo magistero Leone XIII fu coadiuvato dal fratello Cardinale Giuseppe Pecci, gesuita, insigne teologo, ultimo cardinal nipote (un raccomandato, che andrà incontro alla censura di Francesco?). A questa vicenda pastorale, conclude de Mattei, si ispirò il terzo partito ecclesiastico che nel ‘900 si frappose tra modernisti e antimodernisti.

Questa vicenda anticiperà il cosiddetto atteggiamento pastorale del Concilio Vaticano II e la stessa dottrina della dicotomia tra dottrina e prassi, che Francesco ha tentato di introdurre nell’ultima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi.

Il parere di de Mattei sulla efficacia di questa strategia è stato decisamente negativo, come si può leggere. Ma il fatto nuovo che si è realizzato con il Concilio Vaticano II, come ben specificato da de Mattei e non solo, è stato il venire meno della coerenza del Magistero, sicché il cosiddetto atteggiamento pastorale di conciliazione con la modernità è stato non solo strategico a un ottenimento di una maggior clemenza da parte della politica, ma si è esteso ad essere un vero e proprio abbracciare le idee moderne.

Come questo possa essere accaduto nella chiesa è per certi aspetti un mistero, ma se analizziamo gli eccessi del modernismo teologico e se pensiamo alle eresie di tutti i secoli, ci convinciamo che può accadere.

Questo evolversi non solo della prassi, ma anche della dottrina, ha significato abbracciare il credo protestante, con tutte le sue criticità. Già la riforma liturgica Bugnini, postconciliare, è andata in questa direzione. Così come il dialogo interreligioso e il tempio di preghiera comune.

Per realizzare il sogno massonico di una unica religione – ovvero nessuna religione – si sono via via introdotte novità della prassi, prima, e della dottrina poi, che per piccoli passi e per gradi – oserei dire piccoli terremoti – stanno realizzando lo smantellamento della Chiesa Cattolica Romana.

I due ultimi Papi non potevano essere più emblematici in tutto questo. La Provvidenza non poteva essere più chiara. Da una parte Benedetto XVI, che nel famoso discorso del 2005 [QUI (video) e QUI (testo)] stigmatizzava il cosiddetto concilio dei media, dopo il suo lungo percorso di rifiuto della Nouvelle Theologie (la versione meno eterodossa del modernismo teologico) e dall’altra Francesco. che risuscitava uno dei mostri sacri della Nouvelle Theologie, Henri de Lubac.

I recenti, e meno recenti, fatti di cronaca vaticana vengono riassunti anche dall’articolo “Ripartita la resa dei conti in Vaticano. Al contrario della narrazione, Papa Francesco non è tradito. E il fumo londinese sull’Ordine di Malta” su questo “Blog dell’Editore”, in cui tre autorevoli commentatori – Marco Tosatti, Lucetta Scaraffia e Massimo Franco – cercano di analizzare comportamenti e questioni rispetto a presunte corruzioni e presunte malagestioni economiche, ma di fatto senza arrivare ad alcunché.

Il limite di questi – eccellenti – vaticanisti è il loro soffermarsi sulla cronaca, perdendo di vista la storia. E la storia parla per l’appunto di una programmata distruzione della Santa Chiesa Cattolica Romana così come uscita dal Concilio di Nicea, pervicacemente perseguita dalla cosiddetta mafia di San Gallo, di cui Francesco è umile ma determinato manovale, e la cui mente è recentemente scomparsa: il Cardinale Silvestrini.

Morti i Cardinali Godfried Danneels e Achille Silvestrini, non sapremo chi porterà avanti il progetto laicista nella Chiesa, una vera e propria deriva dalla Tradizione. Per ora, la destrutturazione procede rapida e distruttiva attraverso il sollevamento di argomenti pretestuosi e soprattutto attraverso la bandiera del famoso moralismo, elemento caratterizzante del luteranesimo e di tutti coloro che hanno voluto e vogliono dimostrare la non santità della Chiesa, perché composta da peccatori.

La vicenda pruriginosa e inspiegabile del Cardinale Giovanni Angelo Becciu non è altro che la riproposizione della critica alla Chiesa di Dan Brown nei suoi libri, o di Umberto Eco nel “Nome della rosa”. Il teorema è sempre quello: dimostrare che gli uomini di Chiesa sono peccatori. E che se sono peccatori, la Chiesa non è Santa.

È questa la vera mission di Francesco e a questo punto sta a lui dimostrare il contrario.

Foto di copertina: Nella sua omelia per la Solennità dei Santi Pietro e Paolo Apostoli del 29 giugno 1972, Paolo VI afferma di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio».

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