Cinquant’anni dopo. Su RaiTre focus sul Concilio e sulle sue eredità

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Giusto cinquant’anni fa, l’11 ottobre, si apriva in San Pietro il Concilio Ecumenico Vaticano II, preceduto, il 4 ottobre, dal pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi compiuto da Giovanni XXIII per affidare alla Vergine e a San Francesco le buone sorti del grande evento ecclesiale. E proprio giovedì 4 ottobre, in ricordo di quel viaggio e in coincidenza con la visita che Benedetto XVI ha voluto fare a Loreto sulle orme del predecessore, Rai  Tre manda in onda, in seconda serata alle 23, “La Chiesa nel mondo. 50 anni dal Concilio” realizzata per il ciclo “La Grande storia” curata e diretta da Luigi Bizzarri.

 

Il documentario, realizzato dalle mani esperte di Luigi Accattoli, vaticanista storico del Corriere della Sera, e di Nicola Vicenti  giovane autore del Nucleo Storia di Rai Tre, con la collaborazione di Nietta La Scala, si avvale anche della partecipazione di padre Federico Lombardi. Ed è proprio il direttore della Sala Stampa vaticana a guidare il telespettatore nel ricordo di quell’evento che Giovanni Paolo II definì “la più grande grazia del XX secolo”. Tra immagini del passato e interviste attuali, la Grande Storia svolge una riflessione documentata e accurata per meditare sui fatti e sugli eventi conciliari e sulle ripercussioni avute nella Chiesa e tra i fedeli, soffermandosi sui cambiamenti, i gesti e le eredità scaturite dalla grande assise vaticana.

Oggi sembra normale leggere la Bibbia per conto proprio, partecipare all’Eucarestia ascoltandola nella propria lingua, vedere i Papi camminare normalmente e non più sulla sedia gestatoria, viaggiare nel mondo e pregare insieme ad altri leader religiosi. Eppure furono queste alcune delle novità più evidenti che emersero al termine dei lavori conciliari. Fa tenerezza vedere i fedeli, grazie all’uso sapiente delle immagini ripescate nelle Teche della Rai, intervistati all’uscita dalla Messa raccontare le proprie emozioni nell’ascoltare le parole della liturgia tradotte in italiano, descrivere una partecipazione al divino riscoperta e a mano a mano vederla diventare più consapevole e quotidiana, al punto di registrare la Messa e riascoltarla a casa… Lo stesso padre Lombardi, all’epoca giovane novizio gesuita, divenne per così dire “disoccupato”, visto che tra le sue incombenze di allora c’era quella di tradurre dal latino le diverse fasi della celebrazione liturgica, come lui stesso ha raccontato nel corso dell’anteprima nazionale del programma al Prix
Italia a Torino. E sulle altre innovazioni prodotte dal Concilio intervengono alcuni degli intervistati nel corso del programma. Così padre Enzo Bianchi si sofferma sull’ecumenismo, il professor Andrea Riccardi batte l’accento sul dialogo interreligioso, e il cardinale Angelo Comastri ricorda le principali novità pastorali entrate nella vita quotidiana dei fedeli. Oltre alle testimonianze dei cardinali Koenig, Etchegaray e Cottier, e del direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, non mancano infine due notevoli contributi. Un’intervista ritrovata nelle Teche Rai, realizzata negli anni ’70, ma mai trasmessa, all’allora arcivescovo di Monaco, Joseph Ratzinger, che vede il Concilio, ogni concilio, “come un intervento chirurgico, che produce una scossa e un pericolo. E’ incontestabile che dopo il Concilio si siano verificate situazioni di crisi, da cui si risvegliano forze salutari che possono condurre al rinnovamento”. E un’altra intervista, realizzata qualche tempo prima della scomparsa e anch’essa inedita, al cardinale Carlo Maria Martini, in cui l’ex
arcivescovo di Milano auspica la celebrazione di un Concilio (“ ma non di un Vaticano ‘Terzo’, per non sminuire l’importanza del ‘Secondo’ “) periodico (“diciamo ogni vent’anni”) e monotematico, in cui trattare un tema per volta.

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