Cei: il card. Bassetti invita a percorrere le strade del popolo

Condividi su...

“I mesi imprevedibili e sconvolgenti da cui veniamo ci hanno consegnato alcune immagini, destinate a fissarsi in maniera indelebile nella memoria collettiva. I reparti ospedalieri trasformati in terapie intensive. La vita esposta a criteri di selezione e di scarto. L’isolamento che ha privato di affetti e conforti religiosi nel passaggio decisivo. Le bare anonime, caricate su camion militari. Le restrizioni delle libertà, le attività sospese, i tradizionali luoghi d’incontro deserti. Un Uomo affaticato e solo, che sale la china sotto la pioggia, e poi benedice una Piazza vuota in cui, significativamente, l’umanità intera si è riconosciuta presente”: con queste parole il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, ha aperto il Consiglio permanente.

L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha introdotto i lavori del parlamentino dei vescovi con alcune riflessioni, che avevano il principale scopo di avviare un confronto tra i membri del Consiglio permanente in vista dell’Assemblea generale che si svolgerà a novembre: “Questi fotogrammi, carichi di forza evocativa, ci costringono a mantenere vivo lo sguardo su ciò che abbiamo vissuto nel far fronte alla pandemia; nel contempo, ci testimoniano che davvero nulla sarà come prima… Come Pastori siamo consapevoli di dover ripensare la forma dell’esperienza della fede, il nostro stesso ministero e, più in generale, la vita delle nostre comunità”.

Innanzitutto il card. Bassetti ha sottolineato il valore della testimonianza in questi mesi: “Diocesi, parrocchie, comunità religiose, sacerdoti e laici sul territorio si sono fatti carico di vecchi e nuovi bisogni, a partire da chi si è ritrovato senza lavoro e alle prese con gravi difficoltà economiche, esposto a un’incertezza lacerante.

Le nostre Chiese hanno messo a disposizione un numero incredibile di strutture, vuoi per l’accoglienza di medici e infermieri, piuttosto che di persone senza fissa dimora, vuoi per spazi e ambienti ora destinati all’attività scolastica pubblica; attività (quella didattica ed educativa) che rimane tra le più colpite dalle conseguenze della crisi”.

Partendo dalla lettera di papa Francesco ai sacerdoti romani nel discorso introduttivo si è sottolineato il valore di una memoria ‘sofferta’: “Davanti al dramma, che ha lacerato la vita e la storia di tutti, come credenti abbiamo condiviso con gli uomini del nostro tempo sentimenti di smarrimento e dolore, di disagio e preoccupazione, forse anche di risentimento…

Quel ‘come tutti’ include quanti, a livello globale, anche in questa emergenza sono costretti a pagare il prezzo più alto a causa di ingiustizie e disuguaglianze sociali, fino a ritrovarsi discriminati nella stessa possibilità di accesso alle cure, derubati della loro dignità dall’indifferenza del mondo.

Indifferenza, sufficienza e arroganza che hanno avuto il loro peso nel condurre un atteggiamento aggressivo e predatorio nei confronti dell’ambiente: ora è sotto gli occhi di tutti la stoltezza che ci ha visti proseguire ‘imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato’”.

Il discorso del card. Bassetti è un invito all’unità: “E’ questa unità, più forte delle difficoltà come di ogni legittima differenza, che ci fa Chiesa, Popolo di Dio; un’unità che matura, appunto, radicandosi nella relazione con il Signore. In Lui troviamo la chiave per interpretare e discernere ciò che accade, gli avvenimenti della storia personale e di quella collettiva”.

E’ un invito diretto alla Chiesa ad essere ‘ospedale da campo’: “Così, se ieri la stessa espressione di ‘Chiesa ospedale da campo’ poteva risolversi in un’immagine suggestiva, oggi diventa la realtà che attende e impegna la nostra risposta: lontani dall’essere nostalgici, lamentosi o ripiegati su improbabili scorciatoie, sentiamo la responsabilità di affrontare strade nuove, lungo le quali ridisegnare il volto della nostra presenza ecclesiale.

Si tratta di prendersi a cuore le persone, la loro dignità, la casa comune, il creato; di curare e custodire le relazioni, di coltivare e alimentare il dinamismo della comunione, che vive di incontro e di reale condivisione; di tessere con convinzione e gratuità una rete di alleanze sociali per promuovere insieme il bene comune, di ciascuno e di tutti”.

Inoltre ha chiesto un rinnovamento pastorale: “Forse, proprio le celebrazioni senza la presenza del popolo ci hanno fatto sentire con più forza la ricchezza di carismi e ministeri che anima le nostre comunità e rende tale la Chiesa. Questa stagione ci impegna a far crescere il senso di appartenenza e di corresponsabilità, dando tempo al riconoscimento, all’ascolto e alla stima dell’altro, arrivando ad assumere in maniera concorde e convinta scelte condivise”.

Ed ha concluso con alcune domande raccolte in questi mesi nell’ascolto dei fedeli: “Questa situazione inedita conosce la ricerca sincera di uomini e donne, forse digiuni delle nostre abitudini e dei nostri linguaggi, ma abitati dalla sete di Dio. Come proporre un nuovo incontro con il Vangelo, come annunciarlo con parole e gesti credibili?

 Come aiutarci a superare rassegnazioni e luoghi comuni, per rileggere da una prospettiva di fede – quindi, con il pensiero di Cristo – anche questa stagione di angoscia e desolazione? Attorno a quale nucleo essenziale ripensare nelle nostre comunità ecclesiali percorsi possibili di catechesi e di maturazione della fede?

Quali aspetti curare maggiormente nella formazione permanente dei nostri sacerdoti, quali processi favorire? Quali passi ci attendono per vivere maggiore collegialità episcopale e comunione ecclesiale? Quale contributo assicurare alla società italiana per rimuovere le cause della povertà, favorire l’inclusione di vecchi e nuovi poveri e far sì che nessuno sia escluso o resti indietro?

Al di là di ogni tentazione di chiusura difensiva e autoreferenziale, come valorizzare al meglio i circuiti relazionali in cui siamo immersi e costruire alleanze tra soggetti e istituzioni? A cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica ‘Laudato sì’, quale approfondimento proporne e quali scelte assumere per recuperare un rapporto buono con sé, con gli altri, con il creato e con Dio?”

(Foto: Cei)

Free Webcam Girls
151.11.48.50