Loreto: i catechisti sono come pietre vive

Condividi su...

A Loreto è tutto pronto per accogliere papa Benedetto XVI, che giovedì 4 ottobre si recherà nella città mariana sulle orme del beato Papa Giovanni XXIII, che prima di aprire il Concilio Vaticano II, vi si recò. Un cammino di attesa iniziato nel periodo estivo con alcuni convegni sull’iniziazione della fede:  nelle Marche operano 10.000 catechisti in 824 Parrocchie di cui metà sotto i 1000 abitanti. Quindi il presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, l’Arcivescovo di Fermo, mons. Luigi Conti, aprendo i lavori del Convegno Catechistico Regionale ‘Come Pietre Vive’, organizzato presso il Centro Pastorale Giovanni Paolo II, ha affermato che i Vescovi delle Marche vogliono far crescere una Chiesa come edificio armonico, una costruzione che  combaci con la pietra d’angolo preziosa davanti a Dio: “Raccogliendo l’esortazione di san Paolo dobbiamo verificare e discernere se siamo pietre vive, non conformati alla mentalità del tempo.  Il convegno si colloca nel cammino dell’Anno della Fede e con il 2° Convegno Ecclesiale Regionale che si concluderà il 22-24 novembre 2013, due eventi molto significativi che vanno affrontati con lo spirito giusto. Dobbiamo chiederci con coraggio se le nostre Chiese sono feconde o sterili e riescano a generare ancora cristiani in grado di trasmettere la fede alle nuove generazioni”.

 

 

Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata e coordinatore del Convegno Ecclesiale, ha sottolineato come il confronto promosso a Loreto sui temi dell’evangelizzazione non sia una iniziativa isolata; essa si inserisce, infatti, in una stagione molto impegnativa della Chiesa italiana che ha scelto un percorso caratterizzato dal convenire regione per regione insieme all’Ufficio Catechistico Nazionale. Ha poi aggiunto che il Convegno 2013 è in una fase avanzata: dopo il messaggio e la lettera dei Vescovi è stato inviato il sussidio di accompagnamento all’evento che coinvolge l’intera comunità marchigiana e le sue 13 Diocesi. Don Mariano Piccotti, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Jesi, ha svolto la prima delle tre relazioni incentrate sul tema generale: “In una comunità attraente, accogliente ed educante’  sviluppando gli aspetti e i problemi connessi all’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi nelle diocesi marchigiane. L’obiettivo è di promuovere un rinnovamento per rendere l’Iniziazione cristiana più efficace e aderente alle esigenze di un’età, quella dei primi quindici anni di vita, in cui fanciulli e ragazzi mettono le basi della crescita e che adulti e genitori debbono sostenere e accompagnare insieme a tutto il contesto.

L’analisi condotta nelle Diocesi con un vademecum denso di domande  mette in mostra aspetti interessanti su cui lavorare. Come la formazione permanente, una leva strategica per una catechesi continua dei cristiani adulti, perché siano educatori e testimoni. Dopo il Concilio Vaticano II le Scuole di formazione teologica e gli Istituti Superiori di Scienze Religiose hanno prodotto ottimi risultati, purtroppo insufficienti per formare adeguatamente accompagnatori all’Iniziazione cristiana e innescare un nuovo processo”. Il prof. Massimiliano Colombi, sociologo presso l’Istituto Teologico Marchigiano, ha cercato nel suo intervento di delineare ‘il mondo che cambia’. A suo avviso è necessario partire dalle fatiche e dalle realizzazioni dei catechisti chiedendosi dove sono le motivazioni per questo servizio che consuma molte energie in un tempo di crisi che investe le famiglie dei ragazzi come degli educatori:

“I credenti sono chiamati a valutare il loro tempo, a conoscere e comprendere il mondo come sollecita il Concilio Vaticano II.  Una simile analisi va condotta non solo sui limiti ma anche sulle opportunità. Esistono anche oggi, come dicono preoccupati i Vescovi, il desiderio di autenticità, di prossimità e di ricerca di senso? I Presuli sono inoltre preoccupati dell’analfabetismo religioso, della crisi della moralità dilagante, della scarsa memoria storica e delle false idolatrie. Nella voglia di essere liberi da ogni limite i giovani rischiano di essere eterodiretti da una società consumistica che spinge non solo sulla competitività ma anche sull’arrivare primo. Ciò pone gli uni contro gli altri creando risentimenti e dei rancori. Anche il concetto di comunità finisce per divenire impreciso: aumentano quelli fuori e diminuiscono quelli dentro. Vale anche per gli oratori: servono solo ai…nostri? E chi sono?

Un luogo di accoglienza rischia così di diventare separatezza. Occorre una rielaborazione di comunità attraente ed educativa. Esistono però segni di speranza: i laici convinti che dire Chiesa non è solo gerarchia ma anche responsabilità in un reciproco riconoscimento, i tessitori di comunità come le famiglie che si fanno prossime e gli insegnanti in pensione che aiutano studenti in difficoltà, esperienze genitoriali che accolgono le domande di senso dei figli nei passaggi cruciali della loro esistenza. Anche la Chiesa deve apprendere dalle situazioni in cui siamo e viviamo”.

Infine don Tonino Lasconi ha animato la festa, alternando canti a preghiere e proiettando dipinti di grandi artisti interpretandone i messaggi religiosi e spirituali (Giotto, Antonello da Messina, Raffaello, Caravaggio e tanti altri) incentrati sulla vita di Maria, Serva ubbidiente del Signore: “Anche la catechesi è una chiamata alla vita, al servizio degli altri che ha lo scopo di far nascere Gesù dentro i sentimenti di fanciulli, ragazzi e adulti. Fare catechesi è molto impegnativo ma la luce del Signore che illumina permette di non piegarsi di fronte alle difficoltà”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50