Mons. Delpini: la vocazione è bellezza

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Nella solennità della natività della Madre di Dio l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha invitato alla corresponsabilità “perché cresca una visione ecclesiale condivisa, perché ciascuno riconosca che la propria vita ha un nome: vocazione; per comprendere che nella storia tutti sono chiamati ad amare, a essere pietre vive della Chiesa, a rivelare la gloria di Dio che vuole riempire la terra, rivestire di luce ogni vita”.

In questa solennità l’arcivescovo ha presieduto in Duomo il Pontificale, con il Rito di ammissione dei Candidati al Diaconato e al Presbiterato e al Diaconato permanente, per l’inizio dell’anno pastorale: “Una festa che si fa rivelazione e promemoria per riconoscere, appunto, che la vita è vocazione”.

Ed in questa festa le vocazioni sono bellezza: “Mi preme invitare ciascuno a dare il nome di vocazione alla sua vita. Tutti hanno un’unica vocazione: chiamati ad amare, chiamati a essere pietre vive della Chiesa, chiamati a rivelare la gloria di Dio che vuole riempire la terra, rivestire di luce ogni vita…

La nostra Chiesa diocesana si fa voce dello Spirito e propone percorsi che interpretano l’intuizione di ciascuno e forse possono diventare la scelta che determina e dà storia alle intuizioni, ai desideri, alla possibilità e potenzialità di ciascuno”.

Ha sottolineato il valore del ministero ordinato: “Il ministero ordinato, presbiteri e diaconi, è una chiamata a collaborare con il Vescovo, il clero e tutta la Chiesa per continuare la missione che Gesù risorto ha affidato alla Chiesa. Il ministero ordinato è una ordinazione che consacra per sempre al servizio del Vangelo e della Chiesa.

Questi candidati si sono dichiarati disponibili, i candidati al presbiterato considerando il celibato la condizione desiderabile per vivere la loro consacrazione; i candidati al diaconato considerando la condizione di sposati come quella di celibi come propizia a servire nel clero diocesano”.

Da qui l’appello a ogni componente della comunità cristiana a divenire ‘un accompagnamento paziente’ per aiutare, specie gli adolescenti e giovani, a trovare una risposta alla vita e la sollecitazione precisa, richiamata più volte, rivolta al laicato:

“Dopo il Concilio Vaticano II nella nostra diocesi hanno preso forma altre forme di vita consacrata particolarmente dedicate alla Chiesa diocesana. Per queste la nostra Chiesa e quindi io e i miei collaboratori, come i nostri predecessori, sentiamo una particolare responsabilità”.

Immediato il riferimento all’Azione Cattolica: “L’Azione cattolica è l’Associazione di laici che vivono percorsi formativi per vivere la corresponsabilità per l’edificazione della comunità cristiana e l’evangelizzazione in questa nostra terra.

In queste settimane L’Azione Cattolica Diocesana celebra le assemblee per rinnovare le cariche e rinnovare lo slancio e il proposito di servire questa nostra Chiesa”.

Quindi l’arcivescovo ha invitato i fedeli a conoscere le possibilità di ‘impegnarsi’ nella Chiesa: “Sento la responsabilità di far conoscere queste forme di vita consacrata maschili e femminili e percorsi formativi qualificati per laici che arricchiscono la storia e il presente della nostra diocesi.

Le persone in ricerca possono essere aiutate da proposte esplicite che orientino percorsi intuiti in modo un po’ vago per determinarsi in scelte definitive se, dopo adeguato discernimento e formazione, se ne danno le condizioni”.

Poi il rito di ammissione dei 19 giovani seminaristi che iniziano, con la Terza Teologia, il Quadriennio della loro formazione teologica in Seminario e i 7 diaconi permanenti di cui 6 sposati, per cui l’assenso viene richiesto anche alle mogli.

Infine, prima della benedizione alcuni avvisi, in cui l’arcivescovo ha ricordato la sua proposta pastorale ‘Infonda Dio sapienza nel cuore’, che propone il tema della sapienza per qualificare questo anno, attraverso l’icona biblica del Libro del Siracide:

“Nel testo è pubblicata anche la Lettera per l’inizio dell’Anno pastorale che indica le attenzioni specifiche che il calendario e la situazione  pongono all’attenzione delle comunità della nostra Diocesi”.

Una seconda sottolineatura riguarda la somministrazione dei Sacramenti: “La ripresa di questo anno richiede particolari attenzioni e impegna anche a recuperare quanto la pandemia ha impedito di compiere nei mesi scorsi. Gli uffici di Curia e, in particolare l’Avvocatura, si fanno carico di offrire indicazioni per la ripresa del catechismo, per la celebrazione delle Cresime, delle messe di Prima comunione e, prossimamente, per la visita alle famiglie.

Vorrei raccomandare L’attuazione delle linee diocesane per tutte le comunità, sia per attuare protocolli concordati con gli uffici di Curia e con le competenti autorità, sia per evitare scelte arbitrarie che inducono a spiacevoli confronti tra una parrocchia e l’altra, una scelta e l’altra”.

(Foto: arcidiocesi di Milano)

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