Il Papa riflette sui social network come luogo di evangelizzazione. Reso noto il tema della prossima giornata delle Comunicazioni Sociali

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In questi ultimi quattro anni, è la terza volta che il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni parla del mondo digitale. Nel 2010, il tema fu “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”, e si parlò a lungo della “benedizione al cyber-prete”, un modo assolutamente riduttivo di definire il messaggio, in cui il Papa parlava della necessità di comprendere di essere all’inizio di una “storia nuova” in cui “la responsabilità dell’annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace”. È per questo che è necessario occuparsi delle nuove tecnologie della comunicazione “moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola”. Nel 2011, si parlò di “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. E nel 2012 invece il messaggio si concentrò su “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. Era forse necessario tornare alla Parola, alla comprensione dell’uomo nel silenzio, prima di tornare a parlare di evangelizzazione. Un percorso, in questi ultimi quattro anni, che quasi si potrebbe riassumere così: si parte da una riflessione sui media come strumento di evangelizzazione;  si cerca poi di comprendere le problematiche e l’autenticità dell’uomo nei nuovi mezzi di comunicazione; quindi ci si concentra sulla persona e sulla comunicazione profonda che viene dal silenzio e dalla parola, e si passa ad ascoltare, per non considerare internet come un mero mezzo di proselitismo; e poi – predisposti così per l’Anno della Fede – si riprende la riflessione sui nuovi media come luogo di evangelizzazione.

Una riflessione incoraggiata anche dall’Instrumentum Laboris del prossimo sinodo per la Nuova Evangelizzazione, come ricordato da mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, in un articolo sull’Osservatore Romano pubblicato gli scorsi giorni. Celli notava che l’Instrumentum Laboris “Dedica quattro paragrafi (59-62) al tema dei media nel contesto della nuova evangelizzazione, con un titolo assai significativo: ‘Le nuove frontiere dello scenario comunicativo’. Il documento riconosce che l’attuale mondo della comunicazione ‘offre enormi possibilità e rappresenta una delle grandi sfide della Chiesa’ (n. 59), che le ‘nuove tecnologie digitali hanno dato origine ad un vero e proprio nuovo spazio sociale, i cui legami sono in grado di influire nella società e sulla cultura’ (n. 60) e che ‘dall’influsso che esercitano dipende la percezione di noi stessi, degli altri e del mondo” (n.60)’”. Chiosa Celli: “Credo che il Papa sia pienamente consapevole dei limiti delle nuove tecnologie e di certe influenze negative da esse esercitate specialmente sul mondo giovanile, eppure non le teme, anzi invita la Chiesa ad esercitare una ‘diaconia della cultura’, nell’odierno ‘continente digitale’”.

Sono temi ripresi nel comunicato con cui si annuncia il tema giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2013, l’unica delle giornate mondiali stabilita dal Concilio Vaticano II (nel decreto conciliare Inter Mirifica). “Una tra le sfide più significative dell’evangelizzazione oggi  – si legge nel comunicato –  è quella che emerge dall’ambiente digitale”. Le riflessioni da fare sono “numerosi e importanti: in un tempo in cui la tecnologia tende a diventare il tessuto connettivo di molte esperienze umane quali le relazioni e la conoscenza, è necessario chiedersi: può essa aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella fede? Non basta più il superficiale adeguamento di un linguaggio, ma è necessario poter presentare il Vangelo come risposta a una perenne domanda umana di senso e di fede, che anche dalla rete emerge e nella rete si fa strada”.

E si parlerà anche dei social network, che “hanno consentito l’accentuazione di uno stile dialogico ed interattivo nella comunicazione e nella relazione”. Già in passato, alcune parole positive sono state spese sui Social Network quali luoghi adatti al “dialogo, scambio, solidarietà e creazione di relazioni positive”.

Resta molta curiosità per i contenuti del messaggio, che sarà divulgato, secondo tradizione, il 24 gennaio, giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Nel frattempo, il Vaticano ha compreso da tempo che non solo deve essere presente su Internet, ma ne deve saper leggere il flusso.  E non solo. Ha capito che non basta un sito statico come vatican.va, online dal 1997 su espressa richiesta di Giovanni Paolo II, e non bastano più nemmeno il canale YouTube da poco e la sempre maggiore presenza sui social network. Che se già l’informazione normale è più veloce dell’informazione vaticana (e infatti le indiscrezioni su nomine e decisioni partono mesi prima, e sono parte di una influente strategia per bruciare o promuovere candidature), l’informazione su web rischia di bruciare del tutto quello che accade nei Sacri Palazzi. Per questo c’è un advisor per la comunicazione, Greg Burke, una nomina che alcuni hanno considerato tardiva.

Ma non c’è solo il dato tecnico, e non potrebbe essere altrimenti. Perché la Chiesa si concentra sulla persona umana. E allora va bene riflettere su Internet come luogo di evangelizzazione, ma c’è anche bisogno di persone che sappiano riempire Internet di contenuti. Anche di questo potrebbe parlare il Papa. Che già nel 2011, partendo dalla constatazione che Internet è diventato il luogo in cui si finisce per condividere se stessi, incentrava il discorso sulla necessità che ci fossero su Internet persone “autentiche e riflessive” in grado di trasmettere la verità tutta intera e di non trascurare la priorità dei rapporti concreti con le persone reali con cui si ha a che fare quotidianamente. Il prossimo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali riprenderà e svolgerà questo tema?

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