“Il modo migliore per ricordarsi è quello della preghiera”. Il Papa si congeda da Castel Gandolfo

Condividi su...

“Il modo migliore per ricordarsi è quello della preghiera”. Lo dice Benedetto XVI alla delegazione del Comune di Castel Gandolfo e alle autorità civili e militari, che riceve in udienza per ringraziare del lavoro svolto durante la sua permanenza nel Palazzo Apostolico di Castello, come viene confidenzialmente chiamato il paese che ospita la residenza estiva dei Papi. Venerdì pomeriggio, il Papa aveva ricevuto anche i dipendenti delle ville pontificie. È proprio il tempo di congedarsi. Da lunedì, Benedetto XVI sarà di nuovo a Roma.

 

“Io non mancherò di pregare per voi e per le vostre intenzioni, e confido che voi facciate altrettanto”, dice il Papa alla delegazione del comune di Castel Gandolfo e alle autorità religiose. Ci sono tutti, dal vescovo di Albano Marcello Semeraro al parroco di San Tommaso di Villanova, la parrocchia pontificia di Castel Gandolfo che il Papa raggiunge a piedi il giorno di Ferragosto per celebrarvi messa. E ci sono le molte comunità religiose e laicali presenti nel territorio. “Vi invito tutti – dice loro il Papa – a continuare a farmi sentire la vostra vicinanza spirituale anche dopo la mia partenza, così come è accaduto in questo periodo della mia permanenza. Di questo vi sono grato, mentre vi incoraggio a proseguire con fiducia e con gioia il vostro servizio a Cristo e al suo Vangelo”.

C’è anche il sindaco, e poi i servizi del governatorato e della Guardia Svizzera, le forze dell’ordine italiane. Ospitare un Papa significa anche attivare una “macchina” complessa. Benedetto XVI lo sa, ringrazia i rappresentanti del Comune “per la disponibilità e la sollecitudine dimostrate, assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutta la vostra comunità, in particolare per le famiglie in difficoltà e per gli ammalati” e poi si rivolge a quanti hanno cooperato nello svolgimento di tutti gli appuntamenti: “Il Signore vi ricompensi tutti con abbondanti doni celesti, e custodisca voi e le vostre famiglie”.

Il Papa affida tutti “alla Vergine Maria, che veneriamo nel mese di ottobre come Regina del santo Rosario. Sia sempre lei, con il suo sguardo amorevole, ad accompagnare e sostenere i nostri passi sulla strada della giustizia e della verità. Con tali sentimenti imparto di cuore a ciascuno di voi qui presenti ed a tutti i vostri cari la Benedizione Apostolica”.

Nella serata di venerdì, il saluto alla comunità di lavoro delle Ville Pontificie. Un incontro privato, intimo. “Tutto passa in questo mondo! – dice il Papa – Ogni cosa che inizia, anche la più positiva e più bella, porta poi con sé, inevitabilmente, la propria conclusione. Così è anche per il tempo sereno e tranquillo che ho trascorso qui con voi, nella bella cornice di Castel Gandolfo, dove, ancora una volta, ho potuto respirare un clima di famiglia e di viva cordialità. Questo nostro incontro, diventato ormai gradita consuetudine, mi dà l’opportunità di ringraziare tutti e ciascuno di voi per il generoso servizio che svolgete in questa Residenza Pontificia”.  Il Papa rivolge un pensiero a Saverio Petrillo, il direttore generale delle Ville, e poi ringrazia tutti i dipendenti. “Il mese di settembre, che ormai sta alle nostre spalle – dice il Papa – è sempre il tempo di un positivo rilancio, dopo le ferie estive: per i vostri bambini e ragazzi è ricominciata la scuola; per tutti voi è ripreso il lavoro più intenso ed assiduo. Anche nella Chiesa, per molte comunità cristiane sparse nel mondo, questo che Dio Padre ci dona è il tempo di un nuovo anno pastorale che inizia”.

È tempo dunque, per il Papa, di congedarsi dalla quiete di Castel Gandolfo, e di ritornare a Roma. Se a Castello ha trovato la pace, ha potuto terminare di scrivere il suo ultimo volume su Gesù di Nazareth e ha avviato anche la stesura di una enciclica sulla fede, ora lo aspettano a Roma gli impegni dell’Anno della Fede. Gli elenca lui stesso, davanti ai dipendenti delle ville. “Vediamo ormai vicini – dice – alcuni eventi molto significativi: penso alla mia imminente visita a Loreto, con la quale desidero ricordare il 50° anniversario del pellegrinaggio del Beato Giovanni XXIII, compiuto a quel Santuario mariano per affidare a Maria il Concilio Ecumenico Vaticano II; penso al Sinodo dei Vescovi, che rifletterà sulla nuova evangelizzazione nell’oggi della Chiesa e del mondo; e infine – nel 50° dell’inizio del Concilio – all’apertura dell’Anno della fede, da me indetto per aiutare ogni uomo a spalancare il proprio cuore e la propria vita a Gesù Signore e alla Parola di salvezza”.

L’Anno della Fede è forse il momento cui tendeva da sempre il Pontificato di Benedetto XVI, che mira a riportare l’uomo a Dio. “Il Signore ci assista – dice –  perché i momenti ecclesiali che siamo chiamati a vivere  aiutino ciascuno di noi a crescere nella fede, a riscoprire Gesù come la perla preziosa e vero il tesoro della nostra vita. La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra, che invocheremo fiduciosi nel prossimo mese di ottobre con la recita quotidiana del santo Rosario, vi protegga sempre e vi sostenga nel realizzare tutti i propositi di bene che portate nel cuore”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50