Ratzinger è il Papa più longevo nella storia: aumentano i dubbi sulle dimissioni

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Ulteriore traguardo per Benedetto XVI, a dirlo è la storia: dopo essere stato  il primo Papa emerito della storia moderna e contemporanea, è adesso passato agli annali per essere il più longevo. Essendo nato il 16 aprile 1927, ha superato Leone XIII, che governò  la Chiesa dal 1878 al 1903, ovvero sino all’età di 93 anni 4 mesi e 18 giorni.

Un dato che vale per i libri di storia appunto, ma che qualche interrogativo solleva, almeno per i più attenti. Nel 2013 il Pontefice regnante fa un passo indietro per aprire a un nuovo conclave, dal quale uscirà fuori il nome di Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, “venuto dalla fine del mondo”.

Tra le motivazioni, quella che prende campo con maggiore coerenza è legata ai problemi di salute di Ratzinger. Il tempo però è sempre galantuomo e forse, anche giudice sovrano. Sta di fatto che a distanza di sette anni, il Papa emerito è ancora vivo e vegeto. Certo gli acciacchi legati all’età che avanza sono sotto gli occhi di tutti.

Ma alla fine, cosa è richiesto a un Pontefice in età avanzata: che sia capace di intendere e di volere. Nessuno tra i fedeli avrebbe l’ardire di chiedere ad un Papa in lá con gli anni di compiere viaggi apostolici in giro per il mondo. Si può evangelizzare anche da Città del Vaticano, grazie agli strumenti che ormai la tecnologia ci mette a disposizione. 

Dunque i dubbi non solo aumentano, ma diventano sempre più ingombranti, pesanti come macigni.

Specie perché le dimissioni da Papa regnante di Joseph Ratzinger sono anticipate da un turbine di scandali che inevitabilmente hanno minato il papato,  in modo del tutto ingiustificato e privo di riconoscenza.

Penso agli scandali di stampo sessuale all’interno della Chiesa, una pentola il cui coperchio è sollevato proprio da Benedetto XVI.

Penso alla controversia legata allo IOR, la banca vaticana. Si ricorda che nel 2010, nel mezzo di una crisi economica mondiale, la banca vaticana è accusata di violazione delle norme antiriciclaggio.

Penso allo scandalo Vatileaks. Dall’appartamento del Papa spariscono documenti e carte, anche personali che finiscono in un libro e su tutti i giornali.

Il maggiordomo personale, Paolo Gabriele è il “corvo” condannato e poi graziato. Dal punto di vista mediatico la vicenda riempie con fiumi d’inchiostro le pagine dei giornali.

Tutti fanno a gara a rivelare intrighi di potere l’interno della Curia romana, con annessi veleni che circolano Oltretevere.

Ma soprattutto penso al discorso di Ratisbona del 2006, per il quale tanto è stato attaccato da certi progressisti, anche all’interno del Clero, i quali giudicarono come fuori le righe il discorso del Sommo Pontefice.

In realtà il Vescovo di Roma si era limitato a fotografare in modo magistrale e onesto i tanti chiaroscuri dell’Islam.

Tra i più mirabili esempi di come possano coesistere fede e ragione, Papa Ratzinger ha spiegato con lineare razionalità – senza l’intento di offendere nessuno – come certi aspetti dell’Islam, non solo sono in contrasto con la religione cristiana, ma anche con le norme scolpite nella società occidentale contemporanea.

Qualcuno può obiettare  che tutto il pontificato di Benedetto XVI è scandito da un’evangelizzazione costante e illuminata, in cui Cristo è al centro del mondo?

Qualcuno forse può negare che l’immanenza a cui troppo spesso adesso si assiste, con discorsi legati all’ambiente, alla green economy, ai flussi migratori e alla visione di un’unica grande religione in cui Cristo è quasi comprimario, siano stati al centro del pontificato dell’attuale Papa emerito?

La sua lungimiranza è ancora adesso un chiaro segno di fulgida coerenza. La sua opera sconfinata, anche in termini bibliografici, nel tentativo di rendere i misteri della fede meno misteriosi, rappresenta un punto fermo del cristianesimo.

Per tale motivo, in obbedienza, mettendosi da parte in un assordante silenzio, possiamo ammirarne la testimonianza di fede, sincera e autentica.

Possiamo seguirne traccia nel 2013, a seguito delle sue dimissioni. Volontarie, o – come certe ipotesi accreditate – indotte? Certo è che a distanza di anni, il Papa emerito è ancora sul pezzo, acuto e capace di intendere e di volere. 

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