In chiesa, vietato inginocchiarsi!?

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Una visita alla Basilica del Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei, spinge ad una profonda riflessione su tutto ciò che sta accadendo in un mondo folle che il Papa chiama “post Covid”, che ho ascoltato da Padre Jarek Cielecki. L’amico ha fatto un sosta a Pompei per pregare in questo luogo sacro, durante il suo viaggio verso la Calabria con la statua e le reliquie di San Charbel, che sta portando da Gragnano al Eremo del Santuario di Nostra Signora Assunta del Buon Inizio e San Charbel a Florencja in Polonia.


Il Santuario della Madonna di Pompei, nella città metropolitana di Napoli, non è un luogo qualsiasi e non solo il principale luogo di culto cattolico di Pompei, aperto il 7 maggio 1891, ma uno dei santuari mariani più importanti e visitati d’Italia, tra i più famosi al mondo. In questo santuario, tempio del Signore, le iscrizioni sui banchi recitano: “Non inginocchiarsi”.
Per molte persone un tale divieto è incomprensibile e chiedono: “Ma puoi sederti e stare in piedi?”. La situazione è molto strana, mi dice Padre Jarek: “W świątyni, klękanie zabronione!?… In chiesa, vietato inginocchiarsi!?”.

È difficile credere che in un tempio cristiano sia vietato inginocchiarsi, mentre è obbligatorio per pregare in un moschea. Qualcuno, a cui ho fatto vedere la foto dell’avviso, mi ha risposto, incredulo: “Deve averlo immaginato, è impossibile. Deve essere un fotomontaggio”. No, non si tratta di una fake news e Padre Jarek riflette: “Mi sembra che il divieto di inginocchiarsi è esagerato. Potrebbe essere che qualcuno vuole suggerire che mettersi in inginocchia in chiesa è irrilevante e intende abituare le persone a non piegare le ginocchia per il Signore e la Beata Vergine Maria?”.

Impossibile o non dare ragione all’amico, ma si vede che Padre Jarek è assente da un po’ di tempo dall’Italia, e non se è reso ben conto dei cambiamenti epocali che si stanno compiendo all’ombra del Coronavirus cinese di Wuhan. Anche se gli tengo ben informato, come anche altri suoi amici, nei nostri quotidiane telefonate, una cosa a sentirlo raccontare, l’altro è vederlo con i propri occhi.

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