Il card. Parolin invita a non lasciar soli i libanesi

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Ad un mese dall’esplosione a Beirut il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, prima del rientro in Italia ha fatto una visita al personale della stazione dei Vigili del fuoco di Beirut, nel quartiere Karantina, colpito duramente nella gigantesca esplosione del 4 agosto e nella quale persero la vita poco meno di 200 persone tra cui alcuni giovani pompieri.

L’inviato papale è stato ricevuto dal Governatore della città di Beirut, il giudice Marwan Abboud, e dai massimi responsabili del Corpo dei Vigili, tutte persone che il card. Parolin ha salutato chiamandole ‘veri eroi’.

Prima di concludere la visita, l’Inviato del Papa ha pregato per le vittime, i feriti, gli sfollati e tutti coloro che soffrono e portano nell’anima le ferite della tragedia: “E’ bello per me essere con voi dopo questa devastante esplosione. Bello di essere inviato di Sua Santità Papa Francesco. Vi porto il sostegno di Sua Santità. Sono certo che con l’aiuto del Signore trionferete sulla vostra tragedia nella quale avete perso 11 giovani dei vostri volontari, martiri per salvare altre le persone. Vi porto le condoglianze del Papa alle famiglie dei martiri”.

Nella giornata il segretario di stato vaticano aveva visitato la chiesa maronita di san Giorgio: “Vengo nella vostra storica città per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica in tutto il mondo… Stando al vostro fianco, troviamo il coraggio di gridare insieme: ‘basta’.

La nostra sofferenza può aiutarci a purificare le nostre intenzioni e rafforzare la nostra determinazione a vivere insieme in pace e dignità, a cercare una governance migliore che favorisca la responsabilità, la trasparenza e la responsabilizzazione. Insieme possiamo sconfiggere la violenza e tutte le forme di autoritarismo, promovendo una cittadinanza inclusiva basata sul rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali”.

Richiamando il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 2019, il porporato ha esortato tutti i leader politici libanesi, “quelli dei partiti tradizionali ma anche quelli dei nuovi movimenti, a promuovere in modo sincero e concreto i talenti dei giovani e le loro aspirazioni di pace e di un futuro migliore. Nessuno deve manipolare i sogni delle generazioni più giovani, ma piuttosto agevolare la loro partecipazione attiva alla costruzione della società”.

Rivolgendosi ai rappresentanti di varie organizzazioni confessionali e della società civile presenti all’incontro, il porporato si è detto consapevole che sono proprio essi ‘a sopportare la maggior parte della responsabilità’ e che stanno impiegando “grandi sforzi per non abbandonare nessuno in queste tragiche circostanze”. Al termine il cardinale ha rinnovato l’appello di Papa Francesco alla comunità internazionale: ‘Non lasciate solo il Libano!’

Nella messa celebrata il giorno precedente al Santuario di Harissa, nostra Signora del Libano, il segretario di Stato aveva sottolineato la capacità dimostrata dai libanesi di resistere e di rialzarsi dalle enormi difficoltà incontrate nel corso della sua storia:

“La ricostruzione del Libano non avverrà solo a livello materiale. Beirut, ‘madre delle leggi’, rinascerà dalle sue ceneri assistendo alla nascita di un nuovo approccio alla gestione della cosa pubblica, la res publica. Nutriamo tutti la speranza che la società libanese si baserà maggiormente sul diritto, i doveri, la trasparenza, la responsabilità collettiva e il servizio del bene comune”.

(Foto: Vatican Media)

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