Papa Francesco ribadisce il significato di custodire il creato

Condividi su...

La Prefettura della Casa Pontificia informa che mercoledì 2 settembre riprenderanno le udienze generali del Santo Padre con la presenza dei fedeli. Seguendo le indicazioni sanitarie delle Autorità, le udienze del mese di settembre si svolgeranno nel cortile San Damaso del Palazzo Apostolico, con inizio alle ore 9,30. La partecipazione sarà aperta a tutti coloro che lo desiderano, senza bisogno di biglietti.

Questo è il comunicato stampa con cui si annuncia la ripresa delle Udienze generali del papa con i fedeli, per cui quella di oggi è stata l’ultima in streaming dalla biblioteca del Palazzo Apostolico, in cui ancora una volta ha esortato a condividere i propri beni, mettendoli a frutto anche per gli altri, richiamando l’esperienza delle prime comunità cristiane che, anche vivendo tempi difficili, mettevano i loro beni in comune.

Per papa Francesco la pandemia ha fatto emergere le diseguaglianze di un’economia ingiusta: “Questi sintomi di disuguaglianza rivelano una malattia sociale; è un virus che viene da un’economia malata. Dobbiamo dirlo semplicemente: l’economia è malata. Si è ammalata. E’il frutto di una crescita economica iniqua (questa è la malattia: il frutto di una crescita economica iniqua) che prescinde dai valori umani fondamentali”.

Questa economia crea molti danni alla casa comune: “Nel mondo di oggi, pochi ricchissimi possiedono più di tutto il resto dell’umanità. Ripeto questo perché ci farà pensare: pochi ricchissimi, un gruppetto, possiedono più di tutto il resto dell’umanità. Questa è statistica pura. E’ un’ingiustizia che grida al cielo! Nello stesso tempo, questo modello economico è indifferente ai danni inflitti alla casa comune. Non si prende cura della casa comune”.

Questa diseguaglianza è un peccato: “Siamo vicini a superare molti dei limiti del nostro meraviglioso pianeta, con conseguenze gravi e irreversibili: dalla perdita di biodiversità e dal cambiamento climatico fino all’aumento del livello dei mari e alla distruzione delle foreste tropicali.

La disuguaglianza sociale e il degrado ambientale vanno di pari passo e hanno la stessa radice: quella del peccato di voler possedere, di voler dominare i fratelli e le sorelle, di voler possedere e dominare la natura e lo stesso Dio. Ma questo non è il disegno della creazione”.

Riprendendo il Catechismo della Chiesa Cattolica il papa ha spiegato il significato di custodia, affidato da Dio all’uomo: “E quindi è nostro dovere far sì che i suoi frutti arrivino a tutti, non solo ad alcuni. E questo è un elemento-chiave della nostra relazione con i beni terreni… Noi siamo amministratori dei beni, non padroni. Amministratori. ‘Sì, ma il bene è mio’. E’ vero, è tuo, ma per amministrarlo, non per averlo egoisticamente per te”.

Per il papa i beni sono strumenti necessari per la comunità: “Le proprietà, e il denaro sono strumenti che possono servire alla missione. Però li trasformiamo facilmente in fini, individuali o collettivi. E quando questo succede, vengono intaccati i valori umani essenziali.

L’homo sapiens si deforma e diventa una specie di homo œconomicus (in senso deteriore) individualista, calcolatore e dominatore. Ci dimentichiamo che, essendo creati a immagine e somiglianza di Dio, siamo esseri sociali, creativi e solidali, con un’immensa capacità di amare. Ci dimentichiamo spesso di questo. Di fatto, siamo gli esseri più cooperativi tra tutte le specie, e fioriamo in comunità, come si vede bene nell’esperienza dei santi”.

Ha concluso l’udienza sottolineando che il modello da seguire è quello delle prime comunità cristiane: “E questo lo capirono le prime comunità cristiane, che come noi vissero tempi difficili. Consapevoli di formare un solo cuore e una sola anima, mettevano tutti i loro beni in comune, testimoniando la grazia abbondante di Cristo su di loro. Noi stiamo vivendo una crisi. La pandemia ci ha messo tutti in crisi. Ma ricordatevi: da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori. Questa è la nostra opzione”.

Infine un pensiero ai bambini: “E per finire, pensiamo ai bambini. Leggete le statistiche: quanti bambini, oggi, muoiono di fame per una non buona distribuzione delle ricchezze, per un sistema economico come ho detto prima; e quanti bambini, oggi, non hanno diritto alla scuola, per lo stesso motivo. Che sia questa immagine, dei bambini bisognosi per fame e per mancanza di educazione, che ci aiuti a capire che dopo questa crisi dobbiamo uscire migliori”.

(Foto: Santa Sede)

Free Webcam Girls
151.11.48.50