L’Angelus del papa. Solidarietà e legalità per rispondere all’immigrazione

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Solidarietà e legalità come facce della stessa medaglia. Da Castel Gandolfo, il papa parla di immigrazione, un’emergenza che richiede “efficaci risposte politiche”. Il ragionamento è articolato e chiama in causa diverse istanze. Di fronte alle tragedie della cronaca (l’ultima è il naufragio al largo di Malta), il pontefice chiede senso umanitario, ma anche interventi concreti.

Un compito per l’Europa chiamata a costruire strutture di accoglienza, così come per i Paesi di origine, invitati a “rimuovere le cause di migrazione irregolare” e a “stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalità ad essa collegate”. Al tempo stesso, gli immigrati “vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti”. “Come Padre comune, – ha detto il papa – sento il profondo dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione”.

Prima della recita dell’Angelus, la riflessione sul male redento dalla croce. “La lotta non è finita, – avvisa Benedetto XVI – il male esiste e resiste in ogni generazione, anche ai nostri giorni. Che cosa sono gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l’ingiustizia che infieriscono sui deboli, se non l’opposizione del male al regno di Dio? E come rispondere a tanta malvagità se non con la forza disarmata dell’amore che vince l’odio, della vita che non teme la morte? E’ la stessa misteriosa forza che usò Gesù, a costo di essere incompreso e abbandonato da molti dei suoi”.

Per questo, “il Redentore continua ad associare a sé e alla sua missione uomini e donne disposti a prendere la croce e a seguirlo. Come per Cristo, così pure per i cristiani portare la croce non è dunque facoltativo, ma è una missione da abbracciare per amore. Nel nostro mondo attuale, dove sembrano dominare le forze che dividono e distruggono, il Cristo non cessa di proporre a tutti il suo chiaro invito: chi vuol essere mio discepolo, rinneghi il proprio egoismo e porti con me la croce”.

Il testo integrale

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