Non dimenticare Marcinelle

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 64° anniversario della tragedia di Marcinelle, ha inviato un messaggio chiedendo di non dimenticare il sacrificio di chi vi morì:

“Nel giorno che sessantaquattro anni fa a Marcinelle vide scomparire 262 minatori, tra cui 136 italiani, facciamo memoria del sacrificio sul lavoro di tanti nostri connazionali emigrati.

La giornata a loro dedicata acquista un altissimo valore: innumerevoli cittadini italiani – in circostanze spesso eccezionalmente complesse e rischiose – hanno dato prova di abnegazione e di impegno nell’adempimento dei propri compiti professionali, in Patria e all’estero.

Se avvertiamo con particolare intensità il ricordo di quanto accadde al Bois du Cazier è anche perché negli ultimi mesi l’emergenza sanitaria ci ha rafforzato la comprensione delle espressioni ‘sacrificio’ e ‘sicurezza sul lavoro’”.

Ed ha ribadito che la tragedia nella città belga incarna la ricerca di un futuro migliore: “Una ricerca che non può prescindere dalla piena realizzazione del diritto al lavoro in ogni sua sfaccettatura: dalle possibilità di studio e di formazione alle pari opportunità; dalla salvaguardia della salute all’accesso ad ammortizzatori sociali sempre più efficaci, al livello nazionale ed europeo”.

Inoltre ha ricordato il ‘sacrificio’ degli operatori sanitari che sono morti nei mesi scorsi per un servizio ai malati di coronavirus: “Rinnovo dunque la più sentita vicinanza della Repubblica ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro.

Accanto ai minatori scomparsi 64 anni orsono, mi si consenta di dedicare un pensiero particolare ai moltissimi operatori sanitari deceduti negli ultimi mesi mentre prestavano cure mediche e assistenza ai contagiati dal Covid-19. Oggi, come allora, il sacrificio di questi lavoratori merita il profondo rispetto dell’Italia intera”.

Erano le 8.10 dell’8 agosto 1956 quando a Marcinelle, in Belgio, scoppiò l’inferno. A quasi un chilometro sotto terra, dove estraevano carbone a ciclo continuo, in quel momento c’erano 275 minatori. La miniera del Bois du Cazier, di proprietà statale, prese fuoco e solo 13 si salvarono. In 262, di dodici diverse nazionalità, morirono.

Più della metà erano italiani: 136, emigrati in Belgio da tutta la Penisola in cerca di lavoro, vi trovarono la morte. Un carrello, di quelli che i minatori usavano per trasportare il carbone, fu la causa della strage.

Complice un malinteso tra chi era nel sottosuolo e i manovratori in superficie, uno dei carrelli si bloccò nel montacarichi del pozzo del Bois du Cazier, privo di sistemi di prevenzione, provocando la rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici che fece scattare un’esplosione e l’incendio che si propagò rapidamente a tutta la miniera.

Ed  a proposito di tutela della sicurezza per i lavoratori ‘fragili’ Cittadinanzattiva evidenzia che tra le disposizioni prorogate dal decreto legge 83 (che estende lo stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020) incredibilmente non vi è quella che consentiva ai lavoratori fragili di assentarsi dal lavoro per essere tutelati dal rischio Covid.

Il Decreto ‘Cura Italia’ aveva infatti previsto la possibilità, poi prorogata fino al 31 luglio dal DL Rilancio, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, nonché per i lavoratori in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, di usufruire di un periodo di assenza dal servizio equiparato al ricovero ospedaliero.

In conseguenza della mancata proroga, dal 1° agosto 2020 tali tutele sono state cancellate ed è stato ripristinato il trattamento ordinario previsto dalla normativa legislativa e contrattuale vigente in materia di malattia, come ha sottolineato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva:

“Riteniamo questo molto grave e ci appelliamo al Ministro Speranza e al Parlamento affinché, alla ripresa dei lavori parlamentari, si ponga rapidamente rimedio a questo ‘pasticcio’ che sta già creando forti disagi proprio a quella categoria di lavoratori che dovrebbe essere tutelata di più rispetto agli altri perché in condizioni di fragilità.

Già a maggio ci eravamo mobilitati affinché fossero prorogate le misure a favore di questi lavoratori e si sburocratizzasse l’iter prevedendo che anche il medico di famiglia potesse rilasciare la certificazione attestante la condizione di rischio; allora eravamo stati ascoltati.

Oggi siamo ‘spiazzati’ da questa assurda decisione che già dal 1° agosto ha avuto come prima conseguenza il rientro al lavoro di moltissimi lavoratori fragili, pur essendo prorogato lo stato d’emergenza e quindi rimanendo invariate le potenziali situazioni di rischio. Al nostro servizio di tutela stanno arrivando molte segnalazioni, i cittadini ci chiedono di attivarci per far sì che si introduca una nuova proroga. Ci appelliamo al Parlamento e al Ministro Speranza affinché si intervenga subito”.

(Foto: wikipedia)

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