Un monaco in ostaggio. La lotta per la pace di un prigioniero dei jihadisti

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Jacques Mourad è un monaco cattolico, che si unì al padre gesuita Paolo Dall’Oglio nell’impresa di ridare vita all’antico monastero di Mar Musa nel deserto siriano e ne fu il primo abitatore stabile dal 1991. Rimanendo membro della comunità di Mar Musa, egli nel 1996 accettò la richiesta del vescovo di Homs di ridare vita a un altro antico monastero abbandonato non molto lontano da Mar Musa, quello di Mar Elian (san Giuliano), nei pressi della cittadina di Qaryatayn.

Questo monastero divenne così centro di vita di preghiera e di pellegrinaggio, e la comunità cristiana della zona riebbe un’attenta cura pastorale, fino al 2015, quando nel mese di maggio, nel contesto dei conflitti che dilaniavano la Siria e che erano giunti a coinvolgere anche Qaryatayn, p. Mourad venne sequestrato, insieme a un suo giovanissimo collaboratore, dai miliziani dello Stato Islamico.

Il libro racconta la vicenda del sequestro nelle sue varie tappe: nel deserto, a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico, a Palmira, a Qaryatayn, da dove infine l’ostaggio riesce a fuggire per lasciare con immenso dolore il suo monastero distrutto, la sua comunità dispersa, la sua Siria devastata, e stabilirsi in un’altra sede della comunità di Mar Musa, a Suleymanya, in Iraq, dove sono ospitati altri rifugiati fuggiti dalla violenza islamista.

La narrazione della prigionia si alterna con il filo dei ricordi della vita del monaco: dalla prima giovinezza ad Aleppo agli anni nel seminario maggiore siro-cattolico ad Harissa, in Libano, all’incontro con Paolo Dall’Oglio e al fascino dell’avventura spirituale di Mar Musa, fino agli anni di Mar Elian.

Pur provato da un’esperienza durissima, p. Mourad non perde mai la sua fede cristiana, né la sua fiducia nella forza dell’amore e nel rifiuto della violenza. In fondo, il motivo per cui lui e i suoi cristiani vengono risparmiati dagli islamisti sembra essere proprio il fatto che essi hanno sempre rifiutato di usare e anche solo di possedere armi.

Nelle pagine conclusive leggiamo un’ampia riflessione sulle cause che hanno portato al dilagare della morte e alla distruzione della Siria: non solo la dimensione violenta, spesso presente nell’islam, ma anche l’ingiustizia che imperversa nel mondo. E la riflessione diventa un invito appassionato alla fede e alla preghiera: ‘Solo l’amore avrà la meglio sul male’.

Il sequestro di Mourad è durato cinque mesi, prelevato nel suo convento di Mar Elian, non distante da quella Mar Musa dove con l’amico Paolo Dall’Oglio ha creato l’omonima comunità. Padre Jacques racconta che aveva capito che qualcosa stava per accadere. La sua città non aveva aderito da subito alle proteste, ma si vedeva da tempo una radicalizzazione tra i sempre più arrabbiati settori della popolazione, inferocita per una vita nella quale nulla funzionava. L’uccisione sulla porta del carcere di un giovane, che si era finto di rilasciare dopo giorni di torture, sembrerebbe essere stata la miccia che ha acceso il pagliaio, con tanti al lavoro nell’ombra.

Alla fine racconta di scrutare il cielo per trovare le stelle, non ne conosce una, non sa nulla di astronomia, ma le tenebre della guerra che rendono opaco il cuore e che sembrano avvolgere il mondo non impediscono a una luce, piccola e fragile, di illuminare la notte, e la sua presenza dissipa ogni oscurità.

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