La riconversione in moschea della basilica cristiana Hagia Sophia e l’invito del Presidente islamico turco al Papa cattolico romano

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Oggi, venerdì 24 luglio 2020 è il giorno della riconversione da parte del Presidente islamico turco Erdogan della basilica cristiana Hagia Sophia di Istanbul in moschea.

“Erdogan invita il Papa alla riapertura di Santa Sofia moschea. Musulmani contro la scelta del presidente turco. Francesco nella lista degli invitati per l’evento del 24 luglio. L’Alto Comitato per la Fratellanza umana: «Passo che può creare tensioni religiose». Telefonata al Pontefice dalla presidente della Grecia”: lo scrive Salvatore Cernuzio su Vatican Insider il 22 luglio 2020. E prosegue: “Qualcuno la legge come una provocazione, altri come un gesto di distensione dopo le accese polemiche delle scorse settimane. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha inserito anche Papa Francesco nella lista di invitati per la cerimonia di riapertura come moschea del complesso di Santa Sofia, a Istanbul. L’invito al Papa è stato confermato da Ibrahim Kalin, portavoce del presidente, all’emittente televisiva Cnn Turk”.

La notizia è andata decisamente per traverso a Gianni Gennari che su Avvenire del 23 luglio 2020 pubblica un corsivo caustico: “Incredibili insensatezze: florilegio di pagine come fuori del mondo”. E attacca a testa bassa: “Insensatezza! Ieri mi è venuto in mente (“Giornale Nazionale”, p. 19) leggendo che Erdogan «invita il Papa all’inaugurazione della moschea di Santa Sofia»! Leggo anche che «il Vaticano non ha commentato l’invito».Si parla di “provocazione”, ed è il termine corrente in molte pagine. Ovvio… Da tempo la Santa Sede – lo ricorda, sempre ieri, Guido Vitelli sul “Foglio” (p. 2) – è abituata a non rispondere al fango, o anche a “robaccia” che spesso si è sparpagliata in certe pagine”.

Che l’invito sia una provocazione o un gesto di distensione, poco importa. Per buona educazione e consuetudine diplomatica, la Santa Sede dovrebbe rispondere in ogni caso:
– rifiutando con una scusa plausibile (di cui la Curia romana è maestra, ma nessuno l’avrebbe creduto);
– accettando (e prepararsi al fuoco di critica, all’interno e all’esterno): provate ad immaginarvelo: il Papa Romano Cattolico si reca ad Istanbul (cioè, Costantinopoli) su invito del Califfo Turco Islamico; come se la prenderebbero gli Ortodossi di ogni nazione ed obbedienza, alla presenza dell’avallo del sogno di costui di recuperare un impero perso, incluso la Terra Santa e tutti i territori che furono sotto il dominio ottomano… guarda la Siria… guarda la Libia…; costui non persegue la pace ma la guerra di re-conquista;
– rifiutando a testa bassa, scegliendo ecumenicamente di portare la Chiesa Cattolica Romana, di cui il Sommo Pontefice è il Capo supremo, accanto agli ortodossi, in primo luogo solidale con l’arcivescovo ortodosso di Atene Ieronymos, che ha proclamato il lutto nazionale e per tutti i cristiani del mondo (quindi, anche i cattolici di ogni rito e obbedienza), in data di oggi, 24 luglio (e questo, ovviamente, mi sono sognato questa notte); minimo incasserebbe un’invito a Mosca.

Comunque, non è saggio permettere che un tale Gennari sull’house organ della Conferenza Episcopale Italiana possa farneticare – parlando di “fango” e “robaccia” – di “incredibile insensatezza” e chiosare di “florilegio di pagine come fuori del mondo”, nel quale annoverare pure un organo di stampa para-ufficiale di Santa Marta.

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