Dolore, tristezza e dispiacere mescolato all’indignazione per la conversione della basilica cristiana Hagia Sophia in moschea

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La conversione della basilica cristiana Hagia Sophia in moschea operata dall’Emiro dei credenti, il Califfo sul Bosforo «torna a mettere in evidenza l’aspetto pericoloso della strumentalizzazione della religione che, in un modo o nell’altro, crea delle tensioni e prepara il terreno a nuovi conflitti identitari che si potevano evitare. In altre parole: nel contesto in cui domina l’islam politico, la pace scompare e con essa la fraternità e il rispetto delle altre religioni. Ibrahim Negm, del Consiglio del Gran Mufti d’Egitto, considera la decisione del presidente turco come “un gioco politico pericoloso”. Inoltre, questa misura dà una cattiva immagine dell’islam e dei musulmani – già piuttosto rovinata – e [conferma che] ogni volta che l’islamismo giunge al potere in uno Stato democratico e laico, esso dichiara guerra alle civiltà, alle culture e alle altre religioni» (Kamel Abderrahmani).

Santa Sofia in moschea: una posta in gioco satanica
di Kamel Abderrahmani
Asia News, 14 luglio 2020

Con la trasformazione della basilica cristiana in moschea, “Erdogan, questo Califfo del XXI secolo si assicura il sostegno di un elettorato fondamentalista religioso e nostalgico dell’era Ottomana”. “Un nuovo chiaro messaggio dell’islam politico all’occidente: dominare e sottomettere, sempre e comunque!”. Il mondo occidentale sembra non comprendere la provocazione. Un sistema di luci e di sipari per nascondere i mosaici e gli affreschi cristiani. “Ogni volta che l’islamismo giunge al potere in uno Stato democratico e laico, esso dichiara guerra alle civiltà, alle culture e alle altre religioni”.
Parigi (AsiaNews) – La basilica di Santa Sofia (alcuni per ironizzare la chiamano Lalla [1] Safia [2]) ha un percorso storico segnato da guerra e pace, odio e coabitazione. Da basilica, testimonianza della cristianità di Costantinopoli, a moschea nella dominazione musulmana; poi a museo durante l’instaurazione della laicità in Turchia, prima di ritornare ad essere moschea nell’era di Erdogan, autoproclamatosi Emiro dei credenti, il Califfo, come amava definirlo Al Qaradawi, il guru islamista e capo spirituale dei Fratelli musulmani.
Durante il governo di Kamel Mustapha Atatürk, Santa Sofia godeva dello statuto di museo, un luogo in cui diverse culture e religioni si incontravano; un luogo molto visitato da persone di tutto il pianeta e di diverse religioni. In altre parole, prima dell’11 luglio 2020 – un’altra data che segna la storia di questo tempio – Santa Sofia era un luogo in cui poteva manifestarsi la possibilità di coesistenza fra le religioni, come pure la tolleranza dell’islam – quello separato dalla politica. Come ha scritto Ioan Sauca, membro della Chiesa ortodossa rumena, a Erdogan: “Era una bella prova dell’attaccamento della Turchia alla laicità e del suo desiderio di lasciarsi alle spalle i conflitti del passato”, e io aggiungerei: per instaurare l’universalità dei valori umani.
La manovra di trasformare Santa Sofia in moschea ha una dimensione politica interna ed esterna. Interna: avendo perduto Istanbul – passata all’opposizione alle ultime elezioni municipali – e avendo in mente le elezioni del 2023, Erdogan, questo Califfo del XXI secolo si assicura il sostegno di un elettorato fondamentalista religioso e nostalgico dell’era Ottomana.
Esterna: simbolicamente, l’affare della basilica di Santa Sofia è un nuovo chiaro messaggio dell’islam politico all’occidente: dominare e sottomettere, sempre e comunque! In altri termini: Erdogan vuole sondare fino a che punto egli può arrivare nella provocazione e segnare dei confini! Tacere davanti a queste manovre è una forma di abdicazione, “dire di fronte a tutti che egli è libero di fare quello che gli pare e piace”.
Il mondo occidentale non sembra afferrare i fondamenti di questa decisione. Il giornale “Le Monde”, commenta in modo ingenuo: Trasformazione di Santa Sofia in moschea: “… una riconversione di Santa Sofia in moschea non impedirà ai turisti di tutte le religioni di visitarla – sono numerosi quelli che visitano tutti i giorni anche la vicina Moschea Blu!”. Come se Santa Sofia fosse nella storia solo un semplice museo, e come se il fondamentalismo di Erdogan si fermasse lì!
Il giornale turco “Hurriyet” [3] ha riportato che il “Sultano” ha domandato al ministero della Cultura e del Turismo e alla presidenza degli Affari religiosi di preparare la basilica per la prima preghiera che avrà luogo venerdì 24 luglio. Nelle parti della moschea dedicata alla preghiera, sarà sistemato sul terreno un sistema di luci per nascondere i mosaici e gli affreschi cristiani. All’ordine del giorno vi è anche un progetto perché mosaici e affreschi siano coperti con un meccanismo di sipari durante le ore della preghiera.
Tale misura torna a mettere in evidenza l’aspetto pericoloso della strumentalizzazione della religione che, in un modo o nell’altro, crea delle tensioni e prepara il terreno a nuovi conflitti identitari che si potevano evitare. In altre parole: nel contesto in cui domina l’islam politico, la pace scompare e con essa la fraternità e il rispetto delle altre religioni.
Ibrahim Negm, del Consiglio del Gran Mufti d’Egitto, considera la decisione del presidente turco come “un gioco politico pericoloso” [4]. Inoltre, questa misura dà una cattiva immagine dell’islam e dei musulmani – già piuttosto rovinata – e [conferma che] ogni volta che l’islamismo giunge al potere in uno Stato democratico e laico, esso dichiara guerra alle civiltà, alle culture e alle altre religioni.
Prendendo tempo, con tempi di silenzio fra una parole e l’altra, il papa Francesco ha dichiarato all’Angelus del 12 luglio che “Il pensiero va a Istanbul, penso a Santa Sofia e sono molto addolorato”. I giornali francesi hanno tradotto “addolorato” con “afflitto” (Afp); “colpito” (IMedia); “segnato dalla pena” (Le Parisien); “sconvolto” (France24). Tutte queste traduzioni contengono sfumature che potrebbero sembrare degli eufemismi. Ma essi fanno parte del campo lessicale del dolore, della “tristezza, di un dispiacere mescolato all’indignazione”. È un sentimento che io condivido in tutta sincerità: tali decisioni, in questo gioco perfido di soprassalto di religiosità, si abortisce la pace fra i credenti delle diverse religioni in questo mondo.

[1] Lalla è un titolo onorifico, segno di distinzione dato alle donne importanti delle grandi famiglie fra i Berberi in Africa del Nord.
[2] Safiya bint Houyay, nata verso il 610 a Yathrib (in seguito divenuta Medina), deceduta fra il 661 e il 670. Convertita all’islam, è stata la 11ma sposa di Maometto nell’anno 7 dell’egira.
[3] Hurriyet.com
[4] RT Online

Chiesa timida contro l’islam aggressivo
di Camillo Langone
Il Giornale, 13 luglio 2020

Pensavo non dicesse nulla. Ormai sono talmente abituato ai silenzi diplomatici, troppo diplomatici, di Papa Francesco, che pensavo non dicesse nulla nemmeno sulla trasformazione in moschea di quella che fu per mille anni la più grande chiesa della cristianità.
E invece qualcosa ha detto: «Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato». È un brevissimo inciso all’interno dell’Angelus domenicale, una manciata di parole che sono troppo poco e magari sono troppo. Troppo poco per noi cristiani che conosciamo un minimo di storia e che avremmo gradito una reazione leggermente più tonica. Senza peraltro sperare nell’energia di Pio II, per l’appunto un Papa organizzatore di crociate, autore dei «Commentari» in cui si scagliò contro coloro che «insozzano di brutture maomettane il nobilissimo tempio di Santa Sofia» (si riferiva agli antenati di Erdogan, per intenderci). Ma forse le timide, rassegnate parole dell’Angelus sono troppo per il presidente turco e i suoi giannizzeri, non proprio dei sostenitori della libertà di espressione. Qualcuno rammenta le reazioni al discorso di Ratisbona di Papa Benedetto? In quel 2006 Ratzinger aveva ricordato, all’interno di un ragionamento espresso negli abituali toni pacati, come l’islam avesse fatto proselitismo a colpi di scimitarra: gli islamici indignandosi non fecero che confermare il concetto, mettendo a ferro e fuoco le chiese cattoliche nei paesi a maggioranza musulmana (a Mogadiscio una suora italiana finì trucidata). Nel frattempo il clima è se possibile peggiorato. In Turchia le minoranze cristiane ed ebraiche vengono sottilmente discriminate e meno sottilmente minacciate, i seminari sono stati chiusi, molti templi sono stati confiscati. Inoltre è proibito parlare del massacro dei cristiani armeni, il primo genocidio del ventunesimo secolo: chi lo fa rischia da sei mesi a due anni di reclusione, e se ti chiami Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura, magari vieni assolto ma intanto vieni processato. In un contesto così ostile non è difficile immaginare che le parole del Papa possano essere usate contro i non musulmani che si ostinano a vivere nella patria di San Paolo, San Basilio, San Gregorio di Nissa, San Giovanni Crisostomo, San Simeone stilita.

Il Qatar dietro la decisione di Erdogan di convertire Hagia Sophia in una moschea
di Ali Ahmed
Oltre la linea, 14 luglio 2020

Hagia Sophia ha un forte valore simbolico, storico e universale. La Turchia ha sviluppato una consolidata tradizione di conservazione culturale e una riconosciuta tradizione di apertura intellettuale e culturale. È deplorevole la decisione del Consiglio di Stato turco di rovesciare una delle decisioni fondamentali della Turchia moderna e la decisione del presidente Erdogan di porre il monumento sotto la gestione della presidenza degli affari religiosi. Come membro fondatore dell’Alleanza delle Civiltà, la Turchia si è impegnata nella promozione del dialogo interreligioso e interculturale e nella promozione della tolleranza e della convivenza.
La Grecia insorge contro la decisione di Erdogan
Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha annunciato che il suo paese condanna in modo più deciso la decisione della Turchia di convertire Hagia Sophia, l’ex cattedrale bizantina di Istanbul, in una moschea, avvertendo che questo passo influenzerà negativamente le relazioni tra Atene e Ankara. “La decisione turca influenzerà non solo le relazioni tra Grecia e Turchia, ma anche della Turchia con l’Unione Europea, l’UNESCO e l’intera comunità internazionale”. Mitsotakis ha aggiunto. In precedenza, il ministro della Cultura greca Lina Mandoni aveva descritto la decisione turca come una “provocazione per il mondo civilizzato” e aveva avvertito che il nazionalismo mostrato dal presidente Erdogan stava riportando il suo paese a sei secoli fa. “Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato”. Sono state invece le parole, pronunciate a braccio da Papa Francesco al termine dell’Angelus domenica, che hanno finalmente rotto il silenzio della Santa Sede sulla riconversione della basilica ad Istanbul.
La visita di Erdogan in Qatar
La decisione di convertire Hagia Sophia in una moschea segue la visita di Erdogan a Doha. Recenti rapporti hanno rivelato l’espansione dell’Islam politico in Europa attraverso un sostanziale finanziamento del Qatar alle moschee, specialmente in Italia e Francia. Secondo il quotidiano francese “Libération”, il Qatar gestisce un rapporto entusiasta con l’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia (UOIF), rappresentante francese dei Fratelli Musulmani. Anche in Italia, Il Giornale ha pubblicato diverse prove della pericolosa connessione dell’Unione Italiana delle Comunità e Organizzazioni Islamiche (UCOII) con i Fratelli Musulmani. Qualche anno fa, Georges Malbrounot, noto giornalista di “Le Figaro”, che ha a lungo trattato le relazioni tra Francia e Qatar, ha affermato che “attraverso l’UOIF e il finanziamento di moschee, l’idea del Qatar è quella di prendere il controllo dell’Islam in Francia”. Tutto ciò ha sollevato preoccupazioni nell’opinione pubblica europea, innescando il dibattito politico.
Il mondo inizia a comprendere il pericolo di Erdogan, il suo disprezzo per l’Occidente e le altre culture. La riconversione di Hagia Sophia è solo l’ennesima provocazione, l’ennesimo tentativo fallito di dividere i popoli, per assecondare le manie di autocelebrazione di un dittatore che si proclama sultano e protettore del mondo musulmano.

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