A Basovizza un passo verso la riconciliazione

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Lunedì scorso il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ed il Presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, si sono incontrati a Trieste, deponendo una corona presso la foiba di Basovizza e il monumento ai Caduti sloveni.

Nel discorso di benvenuto il presidente Mattarella ha ribadito che “la storia non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano”.

Proprio dall’apprendimento della storia nasce la responsabilità: “Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro”.

Infine il presidente italiano ha messo in evidenza che il gesto è significativo anche per l’unità europea: “Al di qua e al di là della frontiera (il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione Europea) sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace.

Oggi, qui a Trieste, con la presenza dell’amico Presidente Borut Pahor,segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa”.

Ed il giorno precedente all’incontro il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, aveva invitato i cittadini alla partecipazione: “Sono ad invitare i cristiani della Città ad accompagnare questo evento, a cui sono stato invitato, con una preghiera fervorosa affinché venga accolto da tutti come il segno di un ritrovato spirito di amicizia civile e di riconciliazione tra la popolazione italiana e slovena, tanto necessario dopo gli anni bui della guerra e del post-guerra e di una rovinosa conflittualità.

La Chiesa Cattolica, che pagò un prezzo altissimo a causa di disumane posizioni ideologiche, continuerà la sua missione di annunciare il Vangelo della riconciliazione, che affida all’intercessione dei martiri beati don Francesco Bonifacio, italiano, e Lojze Grozde, sloveno”.

Inoltre lo scrittore lo scrittore Boris Pahor, 107 anni ad agosto, autore di ‘Necropoli’ ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e l’onorificenza slovena dell’Ordine per Meriti Eccezionali: “Dedico le onorificenze a tutti i morti che ho conosciuto nel campo di concentramento e alle vittime del nazifascismo e della dittatura comunista”.

(Foto: Quirinale)

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