Bologna ha ricordato il card. Biffi

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A 5 anni dalla morte del card. Giacomo Biffi a Bologna l’arcivescovo, card. Matteo Zuppi, sabato scorso ha presieduto la messa in suo suffragio, ricordando come “il suo umorismo ci libera da tante presunzioni e dalle alte valutazioni di sé. La sua originalità ci sveglia dal farci cullare dal pensiero comune, dal pensare a sé.

Il suo amore assoluto per Cristo ci aiuti a capire e a non perdere per qualche consenso facile la vera libertà. Con Biffi preghiamo per la nostra Chiesa di Bologna, per il nostro paese, perché i cristiani siano tali, perché Dio trovi la fede, non surrogati o penosa caricature, e i cristiani accolgano il seme della Parola di Dio e diano frutti con la terra buona del loro cuore, si riconoscano perché amici di credibili di Cristo, anzitutto da come amano”.

Il card. Zuppi ha sottolineato che la Chiesa annuncia il Vangelo, come più volte diceva il card Biffi: “La Chiesa guarda con interesse il mondo, con simpatia, annuncia solo il Vangelo, accetta la sfida dell’arte pastorale perché vuole portare, come scriveva il cardinale ‘all’esplicita conoscenza di Cristo quei nostri fratelli che sventuratamente ancora non ne sono beneficiati’.

Per questo Biffi ricordava ai cristiani, di fronte alle sfide dei cambiamenti che chiedono una fede non illanguidita, le ‘indeclinabili responsabilità che hanno nei confronti di tutti i nuovi arrivati (musulmani compresi). Per essere buoni evangelizzatori però essi devono crescere sempre più nella gioiosa intelligenza degli immensi tesori di verità, di sapienza, di consolante speranza che hanno la fortuna di possedere.

Senza dubbio è dovere nostro l’esercizio della carità fraterna. Di fonte ad un uomo in difficoltà – quale che sia la sua razza, la sua cultura, la sua religione, la legalità della sua presenza i discepoli di Gesù hanno l’obbligo di amarlo operosamente e di aiutarlo a misura delle loro concrete possibilità. Di questa responsabilità noi siamo tenuti a rendere conto al Signore; ma solo a lui e a nessun altro’. Ecco. E’ il giudizio del Signore che dobbiamo temere”.

Citando un’altra espressione del cardinale l’arcivescovo di Bologna ha ricordato che il card. Biffi era un fine realista: “La vita cerca la vita, l’eternità, quello che va oltre, che non finisce. Il seme è la risposta di Gesù: in esso è la vita, l’inizio che genera il suo amore. E’ piccolo perché raggiunga tutti; cerca il terreno buono che è il cuore perché non ha senso il seme da solo!

In un mondo che crede di conservarsi vivendo per sé e che scappa dalla morte e ne è quindi ancora più vulnerabile, Gesù ci insegna che solo perdendo la vita, morendo a se stessi, si trova la vita. Che senso ha la vita altrimenti?

Biffi scriveva con grande realismo: Gesù ci porta anche alla miglior comprensione di noi stessi: ci fa conoscere chi siamo in realtà, quale sia lo scopo del nostro penare sulla terra, quale ultima sorte ci attenda. Il dilemma tra essere increduli e essere credenti è in realtà il dilemma tra il ritenersi collocati dentro un guazzabuglio insensato e il conoscere di essere parte di un organico e rasserenante disegno d’amore.

La speranza è che qualche evento venga a darci un senso e un traguardo. E di niente l’uomo, anche quando superficialmente lo nega, ha più pungente necessità come di questa speranza. La morte è un fatto. A un fatto soltanto un altro fatto può opporsi vittoriosamente.

Solo l’avvenimento del trionfo sulla morte, cioè l’avvenimento della resurrezione di Cristo, come principio e speranza della nostra, può salvare l’uomo dall’avvenimento della morte; vale a dire, può salvare l’uomo dalla sua invalicabile assurdità”.

Per ricordare l’anniversario il Seminario arcivescovile proporrà in autunno in un libro la raccolta delle omelie del cardinale in occasione delle ordinazioni diaconali e presbiterali da lui presiedute.

Il volume ‘Raggiunti dagli occhi del Signore’, il numero 13 della Collana del Seminario, avrà la prefazione dell’arcivescovo di Modena – Nonantola, Erio Castellucci, e la postfazione di don Roberto Mastacchi, già segretario del cardinale.

(Foto: Diocesi di Bologna)

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