Santa Sede in crisi di liquidità finanziaria. Richiesta di trasferire tutti i conti correnti “esteri” o Ior all’APSA

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Marco Tosatti ha pubblicato su Stilum Curiae una lettera trapelata, datata 8 maggio 2020 a firma del Prefetto della Segreteria per l’Economia (SPE), Padre Juan A. Guerrero, S.l., indirizzata ai Capi Dicastero e ai Responsabili degli Enti ed Organismi della Santa Sede, e per conoscenza al Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Nella lettera viene rivolta una richiesta ai dicasteri e uffici della Santa Sede di chiudere loro conti correnti “esteri” (cioè, tenuti in banche fuori dallo Stato della Città del Vaticano) o presso l’Istituto per le Opere di Religione (IOR) e di trasferire tutte le liquidità da quei conti alla banca centrale della Santa Sede, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), che ha sede al Cortile del Triangolo del Palazzo Apostolico ed è gestito dal Vescovo Nunzio Galantino, Vescovo emerito di Cassano all’Jonio, ex Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (Presidente); dal Dott. Fabio Gasperini, già Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ernst & Young Advisor S.p.A. (Segretario); dal Mons. Giuseppe Russo, già Responsabile del Servizio Nazionale per l’edilizia di culto della CEI (Sotto-segretario); e dal Vescovo Gustavo Óscar Zanchetta, già Vescovo di Orán, amico di Papa Francesco sotto processo in Argentina per presunti abusi sessuali su seminaristi e criticato per la gestione finanziaria della diocesi Orán (Assessore).

Un segno che l’emergenza Covid-19 (tra cui la chiusura dei Musei Vaticani al primo posto) ha gettato la Santa Sede in crisi di liquidità finanziaria.

Ecco il testo della lettera pubblicata da Stilum Curiae:

SEGRETERIA PER L’ECONOMIA
Dal Vaticano, 8 maggio 2020
Eminenza Reverendissima,
Eccellenza Reverendissima,
Reverendissimo Monsignore,
Egregio Dottore,
faccio seguito alla Riunione Interdicasteriale del 4 maggio u.s. presieduta dal Santo Padre, nella quale sono state trattate le implicazioni economiche e finanziarie per la Santa Sede e per Io Stato della Città del Vaticano derivanti dall’emergenza Covid-19.
A seguito del processo di consultazione del gruppo di lavoro composto dai Superiori della Segreteria di Stato, del Consiglio per l’Economia, della Segreteria per l’Economia, dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, nell’ambito della summenzionata riunione si è discusso delle ulteriori misure economiche necessarie per rafforzare la posizione finanziaria complessiva in questa fase di congiuntura economica particolarmente negativa.
Considerate le determinazioni emerse e, avendo informato la Superiore Autorità, sono ora a chiedere di poter mettere in atto quanto stabilito riguardo alla gestione della liquidità di ciascun Ente. Più in particolare, sono gentilmente a richiedere di:
– mantenere i fondi detenuti presso l’APSA, evitando di spostarli in altre istituzioni finanziarie salvo si tratti di fondi finalizzati e vincolati a determinate attività, progetti o donazioni.
– trasferire presso l’APSA le eventuali liquidità attualmente giacenti in conti correnti presso istituti finanziari esteri.
– trasferire all’APSA le eventuali liquidità in conti correnti ora presso lo IOR.
Ove fosse necessario mantenere una giacenza presso lo IOR o altre banche per esigenze di operatività, sono cortesemente a chiedere di poterlo quanto prima comunicare a questa Segreteria.
La Segreteria per l’Economia rimane a disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario. Ringraziando per l’attenzione, è gradita la circostanza per porgere distinti ossequi.
dev.mo
P. Juan A. Guerrero, S.l.
Prefetto

Il commento di Marco Tosatti:
«Secondo alcune persone esperte di finanze vaticane che abbiamo consultato il motivo di questa lettera – che non sembra sia stata accolta con grandi sorrisi da parte di diversi capi dicastero – indica soprattutto una cosa: che la Santa Sede ha un disperato bisogno di liquidità, e dal momento che è l’APSA che paga tutti gli stipendi dei dipendenti, la necessità di liquidità è cogente.
Fra l’altro ci è stato fatto notare che molti organismi hanno conti presso banche diverse dall’APSA e dallo IOR (dal cui conto comunque ci dicono che non puoi fare trasferimenti), necessari invece per esempio per gli organismi, come la LEV che si occupano di pubblicazioni. “Cercano fra i cuscini del divano e delle poltrone le monete cadute dalle tasche”, ci ha detto scherzando una delle persone esperte consultate.
Certo, la chiusura dei Musei, e la solo parziale riapertura (mancano i fiumi di turisti di una volta) ha costituito un colpo durissimo alle entrate, e anche alla liquidità della Santa Sede.
Ma oltre all’ipotesi di una grossa crisi di liquidità all’APSA, esiste poi anche quella di un progetto strategico di più ampio respiro (e non esclude affatto la prima ragione).
Uno degli esperti consultati ipotizza che si stia pensando di chiudere lo IOR, e di fare dell’APSA l’unica istituzione finanziaria della Santa Sede, un’ipotesi già ventilata una decina di anni fa.
Se tutti gli enti e le istituzioni della Santa Sede toglieranno i fondi depositati allo IOR, trasferendoli all’APSA, nello IOR resterebbero probabilmente solo i “conti non ufficiali”.
Ciò potrebbe voler significare la volontà di mettere nell’APSA ciò che è trasparente e lasciare allo IOR il resto.
In termini tecnici significherebbe distinguere ed attuare la “Bad Bank” verso la “Good Bank”- La Santa Sede terrebbe la Good Bank e la Bad Bank potrebbe essere ceduta – per esempio – a una banca svizzera o lussemburghese».

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