In merito alla Dichiarazione odierna del Presidente del Fondo di Assistenza Sanitaria SCV. Un chiarimento e delle domande

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Ogni persona ha il diritto di parola e di replica. Chiunque vorrà chiarire la propria posizione sarà sempre il benvenuto nel “Blog dell’Editore” (QUI) ospitato su “codesto sito”, che da Mons. Luigi Mistò, Presidente del Fondo di Assistenza Sanitaria dello Stato dello Città del Vaticano viene diffidato di riprendere “insinuazioni prive di fondamento”.

Questa mattina Mons. Mistò ha visto accolto immediatamente la sua richiesta di replica alla nostra inchiesta del 7 luglio 2020 e vedrà accolte sempre le sue richieste di parola nel “Blog dell’Editore” ospitato su “codesto sito”.

Il “Blog dell’Editore” ringrazia Mons. Mistò per aver specificato “di essere totalmente estraneo alla vicenda dell’acquisto dell’immobile di 60 Sloane Square di Londra” e di aver precisato “di non essere mai stato coinvolto in tale operazione da nessun punto di vista”. Il Presidente del Fondo di Assistenza Sanitaria (FAS) specifica anche che detta amministrazione è estranea alla vicenda dell’acquisto dell’immobile al numero 60 di Sloane Avenue a Londra, oggetto della nota indagine da parte della magistratura vaticana.

Considerato ciò, occorre chiarire che il nome di Mons. Mistò viene fatto nel libro di Gianluigi Nuzzi “Giudizio Universale” (Chiarelettere 2019). A pagina 80 del capitolo “Diavolo nei sacri palazzi” colloca Mons. Luigi Mistò il 23 marzo 2015 a Londra: “Ora, è pervenuta da parte della Cb Richard Ellis Spa, primaria società di intermediazione immobiliare inglese, una proposta particolarmente interessante. Tanto che in data 23 marzo 2015 monsignor Luigi Mistò, il professor Della Sega e monsignor Alberto Perlasca hanno compiuto un sopralluogo, prendendo diretta visione dell’immobile. Si tratta di un blocco immobiliare ubicato nel centro di Londra, con esterno in mattoni rossi, in buono stato di conservazione”.

Finora non abbiamo messo in dubbio quanto dichiarato dal Card. Becciu circa i fondi dell’Obolo di San Pietro e non abbiamo motivo di mettere in dubbio la Dichiarazione odierna di Mons. Mistò circa i fondi del FAS.

Visto che questa sua Dichiarazione include anche una velata minaccia di adire alle vie legali, sarebbe opportuno, che il Presidente del FAS rispondesse sul punto, cioè in merito alla sua presenza a Londra per il sopralluogo insieme a Mons. Perlasca, come è stato affermato da Nuzzi nel suo ultimo libro.

Considerata la sua disponibilità di rivolgersi a “codesto sito” in qualità di Presidente del FAS, Mons. Mistò potrebbe rispondere al “Blog dell’Editore” anche in merito al fatto che dipendenti e pensionati (della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano) – a cui viene prelevata una quota mensile (ai pensionati INPS viene chiesto una quota in due acconti bimestrali all’anno) per ricevere un servizio assistenziale dal FAS – sono costretti a pagare oltre alla quota mensile per l’assistenza sanitaria vaticana, 5 euro in più per ogni visita prenotata, come fosse un ticket aggiuntivo non giustificato da alcuna motivazione valida.
Inoltre, il “Blog dell’Editore” ospitato su “codesto sito” cortesemente chiede al Presidente del FAS chiarimenti sul perché l’assistenza FAS è di fatto “obbligatoria” per tutti i dipendenti, i quali vedono mensilmente un prelievo “forzato” dalla propria busta paga, senza possibilità di rinuncia a detta assistenza. La possibilità di rinuncia all’assistenza FAS e quindi all’obbligo del pagamento della quota di assistenza, ad oggi, è prevista solo per i pensionati, non per i dipendenti in attività, che sono obbligati a sottostare a questo atteggiamento da “arroganza amministrativa”, senza possibilità di rinuncia.

Chiediamo cortesemente a Mons. Mistò, nella sua qualità di Presidente del Fondo di Assistenza sanitaria dello Stato della Città del Vaticano di rispondere alle nostre semplici domande, in questo “Blog dell’Editore” ospitato su “codesto sito”, nella speranza di non doverlo vedere rispondere in seguito nelle sedi opportune.

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