Mons. Nosiglia pone Torino sotto la protezione di Maria Consolata

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‘Non temere Maria perché hai trovato grazia presso Dio’, con queste parole con cui l’arcangelo Gabriele saluta la Madonna nell’annunciazione, l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha concluso la festa della Consolata, sottolineando che la Madonna ha creduto alle promesse di Dio e deponendo ai piedi della statua una targa come voto a ricordo del tempo di coronavirus:

“Ella ha nutrito il suo cuore di preghiera e di fede, perché l’amore di Dio potesse esprimersi nell’amore del prossimo fino a offrire la sua vita per l’umanità. Ella si mostra attenta ai bisogni degli altri e sa intervenire nei confronti di chi è in difficoltà. Non si tira indietro e non si estrania dall’assunzione di responsabilità ed impegni, che servono le necessità del suo prossimo. A tutti dona quello che ha di più prezioso: la sua fede in Dio e Colui che di questa fede è fonte prima ed insostituibile: il suo Figlio Gesù”.

Sul ‘modello’ mariano deve conformarsi la chiesa torinese, invitandola a non avere paura: “Torino non temere, perché hai trovato grazia presso Dio che ti ha privilegiata suscitando dal tessuto della tua storia, tanti luminosi testimoni di santità e di impegno spirituale e sociale a cui puoi attingere non solo come esemplari, ma come potenti intercessori per il tuo cammino di crescita nella fede e nella carità.

Non temere perché la materna presenza della Madonna Consolata tua patrona e Regina ti dà il coraggio di osare come lei, superando il rischio del ripiegamento su te stessa, la perdita di entusiasmo, di slancio creativo e di motivazioni ideali che conducono a un ineluttabile declino sul piano della fede e dello sviluppo economico e sociale della tua gente”.

Ed ha concluso la festa della Consolata ricordando le sfide a cui la città è chiamata, dal lavoro alla famiglia ed all’accoglienza: “Preghiamo dunque insieme la Madonna Consolata e consolatrice perché ci aiuti tutti, Pastori e fedeli, responsabili delle istituzioni pubbliche e cittadini, a ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e la spinta ideale e morale per costruire insieme il bene comune e affrontare i problemi complessi dei nostri giorni aperti alla speranza, che apre le vie di una convivenza sociale, giusta, pacifica e solidale.

Come gesto di riconoscenza per il suo aiuto, deporrò ai piedi della Madonna Consolata una targa a ricordo di questo tempo come facevano in antico per i voti, perché resti a ricordo di quanto abbiamo vissuto ma anche per continuare a impetrare la sua materna vicinanza e Grazia”.

Nell’omelia l’arcivescovo ha affidato alla Madonna la ‘ripresa’ della città dopo il coronavirus: “Affidiamo a Lei la nuova partenza, come si usa dire, dopo la tragica esperienza del coronavirus anche se l’epidemia non è del tutto cessata ed esige tutta quella attenzione necessaria per una vita di comunità serena e costruttiva.

Questa fase ci sollecita a farci più visibili e presenti nel tessuto concreto della vita sociale con quel compito di testimonianza e di proposta dell’annuncio di Gesù Cristo, che solo può dare vigore e speranza di rendere sempre più umano, giusto e solidale, ogni ambiente di lavoro”.

Ed anche le speranze dei giovani: “Affidiamo a Maria i giovani e le loro attese e speranze circa il futuro sia sul piano del lavoro che della impostazione di vita. C’è la necessità di accogliere il messaggio centrale che il Papa ha rivolto ai giovani: quello di rendersi responsabili del rinnovamento spirituale, umano e sociale della Chiesa e del mondo.

Una responsabilità, che si misura a partire dal coraggio di testimoniare la propria fede in mezzo ai coetanei, facendo scelte coerenti sul piano della vocazione a cui il Signore chiama, dedicando tempo ed impegno per gli altri  in campo educativo, caritativo e missionario”.

Ed infine ha affidato a Lei coloro che si impegnano per il bene della città: “Affidiamo, infine, a Maria l’impegno di quanti si prodigano per salvaguardare sempre l’accoglienza e il rispetto di ogni persona, senza discriminare alcuno per ragioni di nazionalità,  cultura, sesso, etnia o religione, e di quanti operano per ridare ordine e sicurezza alla nostra Città e territorio.

L’educazione alla legalità, a un corretto uso del denaro e alla prevenzione da ogni forma di  dipendenza sia del gioco d’azzardo, come delle droghe anche cosiddette leggere e dell’alcol, in specie per i minori, sono condizioni essenziali e decisive per una vita sociale serena e costruttiva per tutti. La dignità di ogni persona e la salvaguardia dei valori morali e civili dei propri comportamenti, rappresentano il criterio essenziale di riferimento anche di ogni norma legislativa in materia”.

Nella supplica l’arcivescovo ha posto la città sotto la protezione della Consolata: “Da secoli, o Vergine Consolata, i Torinesi sperimentano la tua delicata, discreta e sempre efficace presenza materna, nelle gioie e nei dolori, nella fatica della vita quotidiana e nell’oscurità del dubbio che sembra impedire ogni prospettiva. Nell’insorgere di eventi imprevisti ed imprevedibili tu ci sei vicina e ci ottieni da Dio la forza per non lasciarci travolgere dagli avvenimenti.

Oggi desideriamo esprimerti la nostra viva riconoscenza perché anche nella recente pandemia abbiamo potuto sperimentare l’efficacia della preghiera di intercessione: a te ci eravamo affidati e tu non ci hai abbandonati. Tu madre di misericordia infondi fiducia in tutti noi e aiutaci a superare quella paura e ansia per il futuro che ci assilla”.

(Foto: Diocesi di Torino)

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