A Terni hanno festeggiato sant’Antonio

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Presso la chiesa di Sant’Antonio di Terni, santuario antoniano dei Protomartiri francescani, sabato scorso è stato festeggiato il patrono il 13 giugno con la messa solenne, presieduta da mons. Giuseppe Piemontese.

Nella città umbra la ricorrenzai ha un significato particolare essendo la vocazione minoritica di Antonio da Lisbona frutto della testimonianza dei Protomartiri francescani originari della terra ternana, inviati nella terra dei non cristiani, ossia la penisola Iberica e il Marocco.

Dopo vari tentativi di predicare il Vangelo, cinque di essi furono uccisi a Marrakech; trasportati a Coimbra, i loro corpi straziati furono visti dal canonico agostiniano Fernando da Lisbona il quale, riconoscendo in essi i frati Minori incontrati precedentemente e ammirando la loro fede, volendo anche lui vivere la medesima radicalità evangelica centrò nell’Ordine minoritico con il nome di Antonio.

Mentre nella solennità del corpus Domini il vescovo ha sottolineato il tempo pasquale appena trascorso: “Di nuovo la mensa è imbandita e noi, benché distanziati; siamo seduti attorno a Gesù. E’ terminato il lungo digiuno e noi partecipiamo alla mensa del Signore, grati per essere stati preservati, e alcuni anche guariti dalla influenza del Coronavirus; grati e felici di poterci nutrire del Corpo di Cristo, pane di vita, vera medicina e rimedio nella pandemia. Dopo mesi di quarantena, voglio augurarmi che i cristiani abbiano conservato anzi accresciuta la fame e il desiderio del Signore, e ara anche la nostalgia della comunità”.

Mons. Piemontese ha sottolineato che il Corpo di Cristo è un dato fisico: “Qualcuno deve essersi disabituato e forse anche convinto che basti ‘vedere’ la messa per televisione, allungando la lista di quelle operazioni, anche importanti, che si possono compiere in maniera virtuale, come il lavoro, la scuola, perfino l’amicizia.

Invece Gesù ci vuole incontrare di persona, li invita i suoi ad attenderlo fisicamente nel cenacolo per donare a ciascuno il suo corpo e il suo sangue da mangiare. Siamo ancora in tempo di epidemia, invitati alla prudenza e alla disciplina, a non mettere a rischio la nostra vita e quella degli altri. La vita è un dono che va protetto, custodito, salvaguardato”.

Ed ha  invitato a trovare ‘modalità’ per crescere nella fede: “Gesù è venuto sulla terra, ha donato la sua vita perché noi abbiamo la nostra e la sua vita in abbondanza: la vita del corpo e quella dello spirito, la vita nella sua interezza.

Questa sera, mentre abbiamo lo sguardo fisso su Gesù Eucarestia, vi invito a superare sentimenti di paura, a ricomporre la comunità attorno a Gesù, a fare tesoro degli insegnamenti di questa esperienza, ad aiutarci vicendevolmente ad accogliere il dono di Gesù e a custodirlo..

Troviamo modalità nuove per crescere nella fede. Alla scuola di Gesù impareremo a riconoscere Dio come nostro Padre, ad amare gli uomini come nostri fratelli, a condividere con loro il pane quotidiano. In Gesù risorto crescerà la speranza, la consapevolezza che siamo destinati alla vittoria sulla morte, a cominciare da questa nostra vita terrena”.

Nell’Eucarestia Gesù si mostra alimento: “Questa sera, contemplando Gesù nell’Eucarestia, ci sentiamo rassicurati perché non siamo soli: siamo in compagnia di Gesù, che è sempre accanto a noi, nelle nostre famiglie, nella società, nella chiesa. Gesù è il pane che ci alimenta, da senso all’esistenza e alle relazioni.

E’ il farmaco dell’immortalità, cioè la medicina, il vaccino che ci guarisce da ogni malattia: la solitudine, la malinconia, la tristezza; guarisce da qualunque peccato, che appesantisce la nostra coscienza e che tende a far marcire il mondo: orgoglio, arroganza, egoismo, lussuria, pigrizia, avarizia, rancore, vendetta, prepotenza, violenza…)”.

Con l’Eucarestia Gesù nutre la vita: “La guarigione che ci viene da Gesù va accolta e preservata ogni giorno con l’Eucarestia. Ecco perché i giorni della quarantena sono stati dannosi perché non ci hanno consentito di partecipare all’Eucarestia, di nutrirci di Gesù pane che alimenta la vita e la preserva dalla corruzione…

Invito i papà e le mamme perchè aiutino i loro figli a scoprire il significato della Comunione, dell’Eucarestia. Nella famiglia, chiesa domestica, Gesù vuole prendere dimora per donare gioia, comprensione, amore e unità. Ricordiamo che i bambini sono le energie nuove della comunità cristiana, soprattutto in questo tempo di pandemia”.

(Foto: Diocesi di Terni)

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