Padre Jarek Cielecki di San Charbel è accolto nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia – Un nuovo inizio nel segno del Corpus Domini

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La sera di domenica 14 giugno 2020, Solennità del Corpus Domini, durante la Santa Messa presieduta dal Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia – KKNP, dopo la recita del credo, Padre Jarek Cielecki è stato accolto come membro del clero di questa Chiesa. È stata una celebrazione molto particolare e significativa.

Nella sua omelia il Vescovo Adam ha sottolineato, che il passaggio di Padre Jarek nella KKNP è frutto di una scelta maturata negli anni. Infatti, i due si sono conosciuti circa cinque anni fa, quando Padre Jarek, dopo aver visionato gli interventi del Vescovo Adam in internet, gli chiese un appuntamento, solo per conoscerlo, non per entrare nel clero della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia. Quando poi, a distanza di anni, Padre Jarek ha chiesto al Vescovo Adam di entrare nella KKNP, con gioia lo ha accolto, definendosi come il cireneo, perché è sempre pronto all’accoglienza di tutti i sacerdoti.

Il Vescovo Adam Rosiek ha sottolineato che la KKNP è Chiesa cattolica, anche se non è in piena unione con la Chiesa cattolica romana, però ci sono gli sessi sacramenti, gli stessi dogmi, ma non riconosce il dogma dell’infallibilità papale e non ha l’obbligo del celibato dei sacerdoti. Infatti, nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia ci sono sacerdoti celibi e altri con famiglia.

Il Vescovo Adam si è fermato molto sulla figura di San Charbel, ricordando che anche la Chiesa maronita inizialmente non era in piena unione con Roma e che in seguito si sono unite, dopo 800 anni. Ha anche raccontato, che mentre pregava nella sua cappella, un giorno vedeva una sagoma di un frate con cappuccio, che lui ha attribuito la visione sempre ad un gioco di luci. Cinque anni fa, Padre Jarek gli regalò un’immagine di San Charbel, che oggi è nella sua cappella.
Inoltre, il Vescovo Adam ha affermato che bisogna sempre agire per il bene, che non si deve mai giudicare nessuno e ha raccontato un aneddoto molto significativo. Un tale porta una pietra nella sua borsa e a chi gli chiede il perché, risponde che chi è senza peccato scagli per primo la pietra.

Dopo l’omelia, Padre Jarek ha prestato giuramento e ha fatto promessa di obbedienza al Vescovo Adam Rosiek. Da quel momento Padre Jarek è diventato membro effettivo del clero della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia. Il Vescovo Adam lo ha benedetto e lo ha incoraggiato di portare ovunque la parola del Signore.
Dopo la Santa Comunione, prima della Benedizione finale, il Vescovo Adam ha consegnato a Padre Jarek tutti i documenti e i decreti, tra cui la nomina a Parroco della Parrocchia della Madonna Assunta e San Charbel nel villaggio di Florencja, in Polonia centro-orientale (che fa parte del distretto amministrativo di Gmina Mochowo, contea di Sierpc, voivodato di Masovia, la regione più importante della Polonia il cui capoluogo è Warszawa). A Florencja Padre Jarek sta costruendo (come si vede nella foto) il Santuario della Madonna di Buon Inizio e Eremo di San Charbel, di cui è stato nominato Rettore.

Quindi, Padre Jarek ha ringraziato il Vescovo Adam e tutti i sacerdoti KKNP per l’accoglienza e ha anche reso testimonianza della sua vita sacerdotale e del dolore degli ultimi mesi. Alla fine, ha detto che nel suo cuore è ritornato la gioia, perché può continuare il suo apostolato, portando Gesù agli ultimi, ai poveri, ai malati, agli emarginati.

Padre Jarek ha fatto questo passo nei primi giorni del 28° anno di sacerdozio, la domenica del Corpus Domini, con la volontà di continuare a celebrare la Santissima Eucaristia da sacerdote cattolico, perché vuole ancora servire Nostro Signore Gesù Cristo e la Beata Vergine Maria, cercando quelli che come lui sono stati trattati molto male. Ma sopratutto, la sua nuova missione sarà sempre dare aiuto e sollievo ai sacerdoti disprezzati, emarginati e cacciati dalla Chiesa cattolica romana.

La strana – e più unica che rara – procedura della Congregazione per la Dottrina della Fede

Per capire il passo compiuto da Padre Jarek il 14 giugno, dobbiamo ritornare al 29 gennaio, quando gli fu notificato il Decreto del 13 gennaio della Congregazione per la Dottrina della Fede, con cui fu informato che era “accusato di delitti riservati al giudizio della Congregazione”, segnalate al Supremo Tribunale Apostolico della Congregazione per la Dottrina della Fede, che aveva avvocato a se il caso in esame.

A norma del Can. 1722 CIC furono inflitte a Padre Jarek, “fino alla soluzione definitiva del caso, le seguenti misure cautelari:
1) divieto di contattare le presunte vittime;
2) divieto di svolgere qualsiasi atto del ministero sacerdotale, tranne la Santa Messa in privato;
3) divieto di guidare le Comunità di San Charbel e di continuare a svolgere le attività riguardante la promozione del culto di questo Santo;
4) divieto di guidare i pellegrinaggi;
5) divieto di svolgere attività in Internet in riferimento al suo sito web (www.padrejarek.pl) e qualsiasi tipo di attività mediatica (radio, televisione, ecc.);
6) ritiro della facoltà di ascoltare le confessioni”.

Dal momento della notifica, Padre Jarek ha immediatamente obbedito a tutti le sei misure cautelari, anche se dichiarandosi innocente e nonostante il peso e l’ingiustizia dei provvedimenti stessi, dubbiamente connessi con gli addebiti di cui potesse essere accusato e che gli toglievano ogni fonte di sostentamento.

Il 13 maggio 2020, nel giorno della Madonna di Fatima, Padre Jarek si è rivolto al Santo Padre, con la seguente lettera:

Sua Santità, Carissimo Santo Padre Francesco
Io sono un sacerdote cattolico, incardinato nella diocesi di Rožňava in Slovacchia. Il mio Vescovo è Stanislav Stolárik, con il quale ho e ho sempre avuto un ottimo rapporto. Per tutto il tempo conosceva e benediva le mie attività e la mia missione. Negli ultimi 8 anni, quando mi spostavo per tutta Europa per predicare il Vangelo. Il frutto di questo è stato tra gli altri la creazione di centinaia di comunità di preghiera chiamata Case di Preghiera di San Charbel, agisce come parte dell’Associazione Cattolica della Famiglia delle Case di Preghiera di San Charbel creato con il decreto del mio Vescovo il 22.06.2019. Sono nato a Niegowić nella prima parrocchia nella quale lavorava come curato San Giovanni Paolo II. Negli ultimi anni mi sono preoccupato di sostenere questa parrocchia in vari modi. Ho ricevuto 27 anni fa la mia ordinazione sacerdotale e ogni giorno ringrazio il nostro Signore Gesù Cristo per grande dono. Sin dal primo giorno della mia vita sacerdotale, ho fatto del mio meglio per servire Cristo e la sua Chiesa. Durante tutti questi anni ho usato le mie capacità nel campo dei media e della comunicazione, creando teatro, televisione, lavorando come giornalista per varie stazioni televisive e giornali polacche e italiane. Diffondo l’evangelizzazione in lingua polacca e italiana anche su internet sul mio portale padrejarek.pl. Ho preso parte ai voli papali durante i pellegrinaggi con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Sapevo che il mio sacerdozio sarebbe stato segnato dalla croce e dalla sofferenza, perché ho scoperto delle verità scomode e persino oltre le norme della vita cristiana, nelle quali sono state coinvolte anche i vescovi, coinvolgendo anche qualcuno in Vaticano. Queste sono le cose che lei Santo Padre combatte costantemente durante il suo pontificato. Uno dei vescovi, che tuttora vive, che detiene le più alte dignità nella Chiesa. Nella nostra conversazione privata, esso è venuto a sapere che io ero a conoscenza di tutte le cose. Da quel momento sono stato perseguitato su tutti i fronti, ovunque cercassi di fare qualcosa venivo disprezzato e respinto. So che esiste un gruppo di clero e laici che ha deciso di distruggermi a tutti i costi in modo che non solo venga eliminata l’Associazione Cattolica delle Case di Preghiera di San Charbel, ma anche che io sia punito con l’espulsione dal sacerdozio. Negli ultimi mesi, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha preso provvedimenti contrari alla natura della legge canonica e difficile da comprendere, così mi ha detto il mio avvocato. Sono pienamente consapevole che ci sono anche delle persone nella Congregazione che si impegnano per mettere fine alla storia di padre Jarosław, chiamato Padre Jarek sia in Polonia che in Italia. Alcuni giorni fa ho ricevuto da un laico una lettera da parte della Nunziatura e dal Segretario dell’Episcopato polacco indirizzata a tutti i vescovi in Polonia, informando che mi veniva vietato qualsiasi servizio sacerdotale e raccomandava di spiarmi. Tuttavia il mio Vescovo non è stato informato. In allegato alla lettera era presente un link “riservato”, ma nonostante ciò è arrivato in mani di persone laiche. Penso che questo non doveva succedere. Tre anni fa Sua Santità venne alla tomba di San Giovanni Paolo II, dove portai i bambini malati di cancro e abbiamo pregato insieme. Quel giorno Lei mi ha imposto le mani e benedicendomi nella mia missione. Oggi chiedo l’opportunità di un incontro personale per presentare, esclusivamente al Santo Padre, alcune questioni, comprese le prove che probabilmente convinceranno che la mia vita sacerdotale è sempre stata piena di sofferenze. In effetti sono molto felice, perché attingo sempre forza da questa croce. Ma prima che venga pronunciata una sentenza ingiusta, Vi chiedo Santo Padre di essere come Simone di Cirene. Offro la mia sofferenza a coloro che mi hanno perseguitato e mi perseguitano. Offro tutto a Gesù Cristo, e anche se il male dovesse vincere, rimarrò sempre con Cristo, perché so di essere innocente.
Ricordo costantemente il Santo Padre in preghiera e anche tutti quelli che appartengono alle Case di Preghiera di San Charbel in Polonia, in Italia e in altri paesi europei pregano per Lei.
Con devozione filiale
Padre Jaroslaw Cielecki

Il 12 giugno, nel giorno del 27° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, a Padre Jarek è stato notificato il Decreto del 15 maggio, con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede, constatando che Padre Jarek non si era sottoposto ad “alcune” (in realtà a solo 1 delle 6) misure, “continuando a svolgere attività in Internet tramite il suo sito web (celebrando le Sante Messe, predicando la Parola di Dio, facendo le catechesi, celebrando le devozioni), nonostante in data 27 marzo 2020, ha emanato nei confronti del chierico il precetto penale con il quale gli è stata imposta l’osservanza delle misure cautelari. Il precetto penale prevedeva, in caso di non osservanza delle misure imposte, la pena della sospensione (Can. 1319 CIC). Prendendo atto che il Rev. Cielecki, nonostante il precetto penale impostogli, ha continuato a svolgere detta attività in Internet, come da documentazione raccolta presso la Congregazione e rinveribile sulla pagina web del chierico, con il presente decreto impone al Rev. Cielecki la pena della sospensione di cui al Can. 1333 §1 CIC, vietandogli tutti gli atti della potestà dell’ordine, tutti gli atti della potestà di governo e l’esercizio di tutti i diritti o funzioni inerenti l’ufficio. In caso di inosservanza di tale pena questa Congregazione si riserva ulteriori provvedimenti nei confronti del chierico, non esclusa la presentazione del caso al Santo Padre”.

Quindi, con la notifica del 12 giugno, Padre Jarek viene anche a conoscenza del fatto che in data 27 marzo la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva emanato nei suoi confronti un precetto penale, con il quale gli era stata imposta l’osservanza delle misure cautelari del 13 gennaio. Fatto è, che il precetto penale del 27 marzo non gli è stato mai notificato e che il Vescovo di Rožňava ha confermato a Padre Jarek di non esserne al corrente.

L’unica sua “colpa” è di non aver osservato l’ingiusto e particolarmente contestato divieto numero 5, dubbiamente connessi con gli addebiti, che gli proibiva celebrare in diretta televisiva e gli toglieva ogni forma di sostentamento. Tenendo presente le straordinarie difficoltà – soprattutto di comunicazione – che si è dovuto fronteggiato nel periodo da cui, fortunatamente, pare stiamo uscendo ed anche, a fronte delle rimostranze già esposte e delle poco comprensive risposte ricevute, dobbiamo rilevare la “sordità” della Congregazione per la Dottrina della Fede arroccata sulla formale proibizione imposta (senza peraltro che fosse dato conoscerne al difensore il motivo, per poter contestare eventualmente l’adeguatezza delle misure restrittive adottate).

Prendendo in esame con la lente la procedure (più unica che inusuale) seguita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, sorgono non poche “perplessità”. Occorre anzitutto dire che – normalmente – i procedimenti penali (o amministrativi/penali) prendono avvio in sede locale allorché un Ordinario, ricevuta una più o meno plausibile notitia criminis, prudentemente indaga (non senza informarne l’accusato) sugli accadimenti ed infine emette un proprio votum da sottoporre – se trattasi di materia “riservata” – alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Quest’ultima non è mai “organo inquirente”, ma solo “organo giudicante”. Non possiamo, per tali motivi, che ritenere che anche nel caso di Padre Jarek (recante un numero di protocollo dell’anno scorso, il N. 473/2019) debba esserci stata una “indagine previa”. Ci sorprende tuttavia, che solo in febbraio 2020 si notifichi l’esistenza di un procedimento penale ed i relativi capi di accusa (peraltro senza neanche comunicare i fatti stessi alla loro origine e senza che il vescovo ordinario ne era al corrente, usandolo soltanto come un mero “postino”).

Si tratta, anche alla sensibilità di un profano, di una grave violazione del diritto di chi è indagato (da presumersi innocente) a difendersi sin dall’inizio del procedimento che lo riguarda. Ciò diciamo (non siamo avvocati ma comunicatori) non tanto per avviare – prima ancora della litis contestatio – una difesa, ma per evidenziare che, se ci sono documenti precedenti riguardanti questo procedimento, l’indagato e soprattutto il suo difensore dovrebbero per lo meno conoscerli, mentre a tutt’oggi nulla si sa di quanto precede la convocazione di Padre Jarek presso la Congregazione per la Dottrina della Fede e nulla è stato risposto al suo difensore in merito alla facoltà di prendere visione del fascicolo di causa.

In ogni caso, dal momento in cui la sospensione a divinis gli fu notificato il 12 giugno, Padre Jarek ha obbedito anche riguardante il quinto divieto, circa le sue celebrazioni in streaming, nei due giorni in cui è rimasto ancora chierico della Chiesa cattolica romana.

Corpus Domini, 14 giugno 2020. Padre Jarek Cielecki è stato accolto nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia dal Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa.

Dal 14 giugno, Festa del Corpus Domini Padre Jarek ha ripreso tutte le sue attività pastorali, come chierico della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia, sulla quale la Congregazione per la Dottrina della Fede non ha giurisdizione.

Padre Jarek Cielecki, Vescovo Adam Rosiek, Comm. Vik van Brantegem.

La storia della mia ventennale amicizia con Padre Jarek Cielecki, un vero sacerdote di Cristo, si può leggere QUI.

Il Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia.

La Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia (Katolicki Kosciól Narodowy w Polsce – KKNP) è una delle Chiese cattoliche polacche che operano in Polonia, fondata nel 2012, che si riferisce alla tradizione della Chiesa Cattolica Nazionale Polacca prebellica (PNKK) e al momento è in comunione con nessuna comunità cattolica polacca.
Il 26 giugno 2014, con decisione del Ministro dell’amministrazione e della digitalizzazione della Polonia, la KKNP è stata iscritta nel Registro delle Chiese e di altre Associazioni religiose con il numero 179 sotto il nome di Chiesa cattolica nazionale polacca in Canada – Missione in Polonia, cambiato il 16 agosto 2014 in Chiesa Nazionale Cattolica in Polonia (KKNP).
Il Capo della KKNP è il Vescovo Adam Rosiek, nato il 17 novembre 1959 a Olszanach (Polonia). Dopo aver completato i suoi studi di filosofia e teologia presso la Pontificia Facoltà di Teologia di Breslavia, il 26 maggio 1984 è stato ordinato sacerdote dall’Arcivescovo metropolita di Breslavia Henryk Gulbinowicz. È stato vicario vescovile nell’Arcidiocesi di Breslavia fino al 2006, quando ha rassegnato le dimissioni dal lavoro pastorale nella Chiesa cattolica romana. Ha ricevuto la consacrazione episcopale con successione apostolica dalle mani del Vescovo Stanisław Sawicki il 31 gennaio 2015 nella cappella del Santissimo Sacramento a Milicz.

Intervista di Padre Jarek Cielecki con il Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia.

La successione apostolica è vista dall’Est e dall’Ovest come la pietra angolare su cui è stabilito il sacerdozio, dà certezza e stabilità a tutti coloro che sono chiamati al sacerdozio in nome di Gesù e che fanno ciò che Lui vuole e con la Sua autorità. La successione apostolica non viene ricevuta allo stesso modo della monarchia ereditaria o della nobiltà. Non si tratta di potere. L’unica autorità che il vescovo ha è che Gesù gli ha dato le Sue mani per agire in Suo nome. L’unica autorità in ogni livello del sacerdozio è il potere di parlare nel nome di Gesù e di servire come Lui ha servito. Come disse Paolo a Timoteo: “Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani” (2 Tim 1,6).
Il 17 marzo 2018 è stato consacrato il Vescovo ausiliare Andrzej Lipinski.
Dal 30 settembre al 6 ottobre 2019 tenne a Roma una serie di incontri con i vertici della Chiesa cattolica romana e il 2 ottobre 2019 è stato ricevuto in Udienza dal Santo Padre Francesco.

Corpus Domini, 14 giugno 2020. L’accoglienza di Padre Jarek Cielecki nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia dal Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa.

L’insegnamento della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia non si discosta dalla fede e dalla tradizione della Santa Chiesa universale e apostolica della tradizione occidentale. Usa il calendario liturgico in coincidenza con la Chiesa cattolica romana. Come la Chiesa cattolica romana e il PNKK negli Stati Uniti e in Canada, la KKNP adora Dio nella Santissima Trinità. La KKNP confessa la fede e adora angeli, santi apostoli, martiri e santi della Chiesa cattolica romana. Un posto speciale tra i santi è occupato dall’Immacolata Concezione, la Beatissima Vergine Maria, Madre del Figlio di Dio. La KKNP accetta tutti i dogmi della Chiesa cattolica romana, riguardanti la Santissima Trinità e dal punto di vista mariologico ed ecclesiologico, escluso il dogma dell’infallibilità papale. La KKNP riconosce il Papa come successore dell’apostolo Pietro, dandogli il dovuto onore e riconoscendo la sua posizione speciale tra gli apostoli scelti dal Signore. La KKNP riconosce i sette sacramenti, secondo gli insegnamenti e la tradizione della Chiesa cattolica romana. L’Eucaristia è celebrata in due forme: il Corpo e il Sangue del Signore ed è il centro della vita e della devozione dei membri della Chiesa. Nella KKNP ci sono due forme del Sacramento della penitenza: la Santa Confessione individuale (auricolare nel confessionale) e generale (celebrata come rito separato davanti all’altare, o in connessione con la Santa Messa nella parte chiamata confessione universale). Vescovo nella Chiesa è un sacerdote eletto del Sinodo della KKNP, consacrato da almeno un vescovo cattolico o cattolico anziano, che ha senza dubbio una successione apostolica. I sacerdoti non hanno l’obbligo del celibato. I costumi liturgici e di coro sono secondo la tradizione della Chiesa cattolica romana.

Cosa significa “cattolico”

La Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia è nella tradizione dei vetero cattolici, gruppo di cattolici che non vollero riconoscere il dogma dell’infallibilità papale proclamato al Concilio Vaticano del 1870.
Il termine “cattolico” viene riferito, per lo più in modo improprio, ai cristiani che fanno capo al Papa di Roma. Il significato proprio della parola “cattolico” deriva dal greco e significa “riferito al tutto “, “secondo l’universale”. Nella Bibbia non si trova ancora il termine “cattolico”, che appare per la prima volta in una frase del Padre della Chiesa Ignazio di Antiochia (ca. 130-140): “Dove c’è Gesù Cristo là c’è la Chiesa cattolica”. Il concetto “Chiesa cattolica” divenne poi la denominazione generale per tutti i cristiani ortodossi. In Occidente fu inteso in senso spaziale cioè applicato a tutta la Chiesa sparsa sulla faccia della terra. La Chiesa vetero cattolica nella sua concezione di “cattolico” si richiama al sacerdote Vincenzo da Lerin, un monaco morto nel 450, che formulava una concezione molto ecumenico di “cattolico”: “Ecco la verità che tutti devono professare: tutto quello che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti; questa infatti è la vera e propria verità cattolica”. Dal punto di vista del contenuto fa parte della cattolicità di una comunità ecclesiale la salvaguardia della grande triplice opzione della Chiesa antica riguardante il canone della Sacra Scrittura, la professione della fede e il triplice ufficio (diaconato, presbiterato, episcopato). Inoltre, “cattolico” ha un significato ancora più profondo: l’intenzione di Dio di raggiungere con la sua salvezza tutti gli uomini e tutta la creazione. Compito della Chiesa è appunto quello di testimoniare questo piano divino e annunciarlo in tutto il mondo. Molte sono le Chiese che si ritengono cattoliche e per la cattolicità di una Chiesa è determinante la sua autocomprensione e non il parere del Papa: le Chiese vetero cattoliche, le Chiese anglicane, le Chiese ortodosse, alcune Chiese evangeliche ed anche la Chiesa cattolico romana. Chi sia cattolico non viene deciso da una persona o da una commissione della fede. Dove è Cristo, dove una comunità e una Chiesa locale si riunisce intorno a lui, lì c’è la Chiesa cattolica. Il primo vescovo vetero cattolico della Germania Joseph Hubert Reinkens (1821-1896) diceva: ogni singola comunità dovunque sia è l’unica e totale Chiesa, “così come una scintilla di fuoco e una goccia d’acqua sono, secondo l’essenza, come un incendio o una massa d’acqua”.

Corpus Domini, 14 giugno 2020. Il video della Santa Messa per l’accoglienza di Padre Jarek Cielecki nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia dal Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa.

“Chi bada al vento non seminerà; chi guarda alle nuvole non mieterà. Come tu non conosci la via del vento, né come si formino le ossa in seno alla donna incinta, così non conosci l’opera di Dio, che fa tutto” (Ecclesiaste 11,4-5).

Foto di copertina: Corpus Domini, 14 giugno 2020. Padre Jarek Cielecki è stato accolto nella Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia dal Vescovo Adam Rosiek, Capo della Chiesa.

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