Contrastare il gioco d’azzardo e rilanciare l’Italia

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Nei giorni scorsi la Direzione distrettuale antimafia di Palermo e la Guardia di Finanza hanno scoperto una vasta rete di attività nel settore del gioco d’azzardo da parte di clan della mafia siciliana. A dieci persone sono state applicate misure cautelari come il carcere e gli arresti domiciliari. I boss avevano ottenuto concessioni governative nel settore e gestivano nove agenzie di scommesse tra Palermo, Napoli e la provincia di Salerno per un volume di gioco stimato in € 100.000.000.

Dopo tale operazione ‘Mettiamoci in gioco’, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, ha sottolineato che, ancora una volta, vengono alla luce interessi mafiosi nel settore dei giochi legali: “Le numerose indagini fin qui realizzate offrono un quadro impressionante della presenza delle mafie nel gioco d’azzardo. Per questo Mettiamoci in gioco chiede nuovamente che siano approvate al più presto misure incisive per limitare le infiltrazioni mafiose nel settore. Le proposte elaborate in sede di Commissione parlamentare antimafia sono un eccellente punto di partenza per avere una legislazione più adeguata all’attivismo delle organizzazioni mafiose nel gioco d’azzardo”.

Al contempo la campagna ‘Sbilanciamoci’ aveva chiesto il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale: “Avevamo chiesto di fare presto e bene. Invece ci ritroviamo con un Decreto arrivato in ritardo, che non interviene minimamente sulle cause che hanno determinato la crisi, non corregge gli errori che il Covid19 ha messo in luce, non investe in settori fondamentali per garantire la sicurezza e la salute ai cittadini.

Un dato su tutti: dopo aver tagliato in 10 anni € 37.000.000.000 alla sanità pubblica, dopo decine di migliaia di morti, centinaia di medici e infermieri che a causa dei tagli hanno dovuto sacrificare consapevolmente la loro vita per garantire soccorso e sostegno alle persone malate, sono stati restituiti al SSN solo € 3.000.000.000.

Hanno prevalso gli interessi privati su quello generale e non si è messo al riparo il paese dal possibile ritorno in inverno del coronavirus, né si sono usati fondi pubblici regalati alle imprese per promuovere la riconversione ecologica delle attività produttive ed energetiche, così da garantire il diritto al lavoro e alla salute, violati durante la pandemia. Tutto questo nonostante la maggior parte delle vittime siano tra i lavoratori e le lavoratrici che potevano e dovevano essere salvate se fosse stata rispettata la nostra Costituzione”.

Inoltre la campagna ‘Sbilanciamoci’ aveva sottolineato la necessità di intervenire a favore di chi era stato escluso dalle politiche governative: “Nonostante l’ampio blocco sociale in rappresentanza di milioni di cittadini e cittadine rappresentato nel ‘Patto Giustaitalia’, hanno prevalso gli interessi di Confindustria e delle grandi aziende responsabili del modello che ha prodotto la crisi che stiamo attraversando.

Nei mesi scorsi al Governo è mancato il coraggio che la scienza e i movimenti per la giustizia sociale e ambientale chiedevano per anticipare il dramma prodotto dagli effetti del collasso climatico, di cui il Covid-19 è diretta conseguenza, e dal conseguente aumento delle disuguaglianze e della povertà.

Oggi il Governo manca di ‘realismo’, perché bisogna essere realisti e capire che austerità, privatizzazioni, autonomia differenziata e politiche industriali affidate solo alle necessità di Confindustria e grandi aziende allargheranno ancora di più le disuguaglianze nel nostro paese, aumenteranno le povertà e le ingiustizie sociali, ambientali ed ecologiche, esponendoci al rischio di nuovi virus e pandemie.

Per ciò che riguarda le nostre richieste durante gli incontri con il Governo sulle politiche sociali da mettere in campo per rispondere agli effetti del Covid-19 e dell’aumento senza precedenti di disuguaglianze e povertà a cui stiamo già andando incontro, la Rete dei Numeri Pari a nome delle circa 600 realtà sociali che la costituiscono, ha sostenuto quanto segue”.

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