Papa Francesco alle consacrate: siate portatrici della gioia del Vangelo

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Domenica 31 maggio 1970, su mandato di papa Paolo VI, la Sacra Congregazione per il Culto Divino promulgò il nuovo Rito della Consacrazione delle vergini, che ha fatto rifiorire l’antico Ordine delle vergini, testimoniato nelle comunità cristiane fin dai tempi apostolici.

Anche se la rinascita dell’Ordo virginum è recente, questa vocazione è conosciuta nel mondo, dove sono circa 5000 le consacrate presenti in tutti i continenti. In Italia le donne dell’Ordo virginum sono circa 700, presenti in gran parte delle diocesi italiane, dove offrono la propria testimonianza in molti ambiti della società e della Chiesa. Le prime consacrazioni sono celebrate nel 1973 e da allora il numero delle donne che ricevono la consacrazione secondo il Rito della Consecratio virginum cresce in modo costante.

La Congregazione per la vita consacrata, per solennizzare la rinascita dell’Ordo virginum, aveva convocato dal 28 al 31 maggio 2020, a Roma, il terzo Incontro Internazionale, a cui erano iscritte oltre 700 donne consacrate, con vescovi e delegati, provenienti da 61 Nazioni, che purtroppo è stato rinviato.

La vita delle consacrate dell’Ordo, pur senza segni esterni, se non l’anello consegnato durante il rito di consacrazione, come segno dell’alleanza sponsale con Cristo, esprime l’amore e la fedeltà con cui Dio ama il suo popolo. Immerse nella storia, le consacrate accettano di portarne le difficoltà e di vivere in una rete di legami, nello stile della prossimità e condivisone.

Attente a cogliere gli appelli che vengono dal contesto in cui vivono le vergini condividono, secondo le proprie possibilità, la predilezione della Chiesa per i poveri, i sofferenti, gli emarginati. Si sostengono economicamente col proprio lavoro e lo vivono come testimonianza di collaborazione all’opera creatrice e redentrice di Dio, per questo si impegnano a maturare una professionalità sempre più competente e responsabile.

San Giovanni Paolo II incontrando l’Ordo virginum, in occasione del XXV anniversario del ripristino del Rito di consacrazione, rivolse parole tenere: “Da parte mia, vorrei parlarvi, con il calore affettuoso, con cui gli antichi vescovi, si rivolgevano alle vergini delle loro Chiese: il calore di Metodio di Olimpia, primo cantore della verginità cristiana; di Atanasio di Alessandria e di Cipriano di Cartagine, che ritenevano le vergini consacrate porzione eletta del gregge di Cristo;

di Giovanni Crisostomo, i cui scritti sono ricchi di spunti per alimentare la vita spirituale delle vergini; di Ambrogio di Milano, le cui opere testimoniano una straordinaria sollecitudine pastorale per le vergini consacrate; di Agostino di Ippona, acuto e profondo teologo della verginità abbracciata per il regno dei cieli, del santo e grande pontefice Leone I, autore, con ogni probabilità, della mirabile prece consacratoria Deus castorum corporum”.

Ed in occasione di questo anniversario papa Francesco ha inviato alle consacrate un messaggio in cui le invita a non perdere la speranza: “…non spegnete la profezia della vostra vocazione! Siete chiamate, non per vostro merito, ma per la misericordia di Dio, a far risplendere nella vostra esistenza il volto della Chiesa, Sposa di Cristo, che è vergine perché, nonostante sia composta da peccatori, custodisce integra la fede, concepisce e fa crescere una umanità nuova…

Vi invito a rileggere e meditare i testi del Rito, dove risuona il senso della vostra vocazione: siete chiamate a sperimentare e testimoniare che Dio, nel suo Figlio, ci ha amati per primo, che il suo amore è per tutti e ha la forza di trasformare i peccatori in santi. Infatti, ‘Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola’.

La vostra vita farà trasparire la tensione escatologica che anima l’intera creazione, che sospinge tutta la storia e nasce dall’invito del Risorto: ‘Alzati, mia bella, e vieni!’… Con questa specifica vicinanza agli uomini e alle donne di oggi, la vostra consacrazione verginale aiuti la Chiesa ad amare i poveri, a riconoscere le povertà materiali e spirituali, a soccorrere chi è più fragile e indifeso, chi soffre per la malattia fisica e psichica, i piccoli e gli anziani, chi rischia di essere messo da parte come uno scarto”.

Infine le ha invitate ad essere portatrici di gioia evangelica: “La Preghiera di consacrazione, invocando per voi i multiformi doni dello Spirito, chiede che possiate vivere in una ‘casta libertas’. Sia questo il vostro stile relazionale, per essere segno dell’amore sponsale che unisce Cristo alla Chiesa, vergine madre, sorella e amica dell’umanità.

Con la vostra amabilità tessete trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato. Siate capaci di parresia, ma tenete lontana la tentazione del chiacchiericcio e del pettegolezzo. Abbiate la saggezza, l’intraprendenza e l’autorevolezza della carità, per opporvi all’arroganza e prevenire gli abusi di potere”.

(Foto: Ordo Virginum 2019)

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