Il Governo non sa come finanziare le misure economiche per sostenere la gente, ma i soldi per arruolare 60.000 miliziani da strapazzo li trova

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Bando “assistenti civici”: l’ennesimo scontro nel governo degli arrabbattoni. Il Viminale: “Noi non informati”.

Così, i baresi del PD Boccia e Decaro hanno partorito la grandiosa idea di arruolare delle bande composte da “inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali”, per vigilare e sindacare sull’applicazione di restrizioni a diritti costituzionalmente garantiti. Stanno alla canna del gas e non sanno più quale minchiata inventarsi, pur di tenerci agli arresti domiciliari con la scusa del coronavirus. Hanno soltanto un posto dove andare a nascondersi: il manicomio.

Pioggia critiche su “assistenti civici”
Orfini,se vuoi controllo lo organizzi. Meloni, deriva autoritaria
(ANSA) – ROMA, 25 MAG –
“Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno. Se non vuoi, organizzi prima afflusso, modalità e controlli. Non servono assistenti civici”.
Matteo Orfini, parlamentare Dem, è solo uno dei politici (di maggioranza e opposizione) che si scagliano contro la proposta di utilizzare “assistenti civici” – o come li definisce Ylenja Lucaselli di Fdi, “guardiani dello spritz – per evitare assembramenti.
Una critica che accomuna anche Leu, +Eu e Iv, con Francesco Laforgia (“riflette un’idea di lavoro povero, poco o per nulla retribuito”), Giordano Masini (“proposta dal vago sapore orwelliano”) e Matteo Renzi che dà semplicemente ragione ad Orfini. Parla di “deriva autoritaria”, invece, Giorgia Meloni che mette in guardia dai rischi di avere “”una versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione”.
“Se al peggio non c’è mai limite questo governo il fondo del barile lo sta raschiando da tempo”, tuona infine Giorgio Mulè di Fi che parla anche di “goffa Guardia Civica”.

“Guardiamoci alle spalle: il governo invece di aiutare l’economia punta sulle multe degli spioni. Il Governo Conte vuole 60.000 incompetenti per controllare i cittadini mentre esercitano le proprie libertà costituzionalmente garantite. Sudamerica in Italia. È la nuova milizia giallo-rossa. Inizia la dittatura. Questo Governo la Guerra Civile la vuole” (Cit.).

“Verso lo stato di polizia. Sceriffi da strapazzo. Ennesima farsa del Governo, 60 mila disoccupati arruolati come volontari contro la movida” (Pino d’Abruzzo – Twitter, 24 maggio 2020).

“Solo io penso che ergere 60 mila persone senza competenze e esperienze in materia a controllori cittadini sia una bomba a orologeria se non una vera e propria follia?” (Francesco Seghezzi – Twitter, 24 maggio 2020). Concordo: per l’ordine pubblico e il rispetto delle leggi e delle ordinanze esiste la polizia di stato, l’arma dei carabinieri, la polizia locale e – per le strade sicuri – l’esercito italiano. Si fa affidamento ai servizi di sicurezza nel rispetto dei diritti costituzionali dei cittadini.

“Gli #assistenticivici fanno pensare un po’ ai pasdaran iraniani, un po’ alla milizia fascista, molto al prodotto di un governo di disperati che produce solo cultura assistenzialista e totalitaria. Il @GiuseppeConteIT bis è arrivato ben oltre il capolinea” (Goffredo Buccini – Twitter, 25 maggio 2020).

“Comunque, se vengono gli scagnozzi della Milizia grillo-boccea a molestarvi, mandateli pacificamente (pacificamente please) a quel paese, NON rilasciate le vostre generalità e chiamate a gran voce la forza pubblica . Ribellarsi è giusto” (Pierluigi Battista – Twitter, 25 maggio 2020).

“E con le 60 mila spie ‘volontarie’, il regime è completato. Arrivano i #balilladiconte” (Franco Bechis – Twitter, 25 maggio 2020).

“Più che la repressione vale la convinzione”, dice il Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando l’ipotesi della “Guardia civica”. “È opportuno far capire ai giovani e ai meno giovani – ha detto ai microfoni di Rtl 102.5 – che bisogna tenere duro ancora qualche giorno o settimana, che quei comportamenti sono pericolosi per loro e per il resto della popolazione, si sentono più forti perché con loro il virus è meno aggressivo, ma rischiano di diventare un veicolo che lo trasporta ai loro genitori e nonni”.

Antonio Decaro.

Un esercito di spioni per “vigilare sulla Fase 2”: il bando del governo per 60 mila “assistenti civici”
di Davide Di Stefano
Il Primato Nazionale, 24 maggio 2020

I fanatici della dittatura sanitaria si stanno già stracciando le vesti: il nemico numero uno ora si chiama movida, le immagini del terrore sono i lungomare strapieni di gente. E così si corre ai ripari: non solo controllo digitale, app Immuni, braccialetti elettronici e droni vari. A dare manforte alle forze dell’ordine arriveranno anche 60 mila non meglio precisati “assistenti civici” che avranno il compito di vigilare sul rispetto della Fase 2, anche sul distanziamento sociale. Insomma messa così parrebbe proprio una ghiotta opportunità di lavoro destinata agli spioni e ai novelli delatori, quelli che durante la fase 1 hanno ingannato il tempo in quarantena pubblicando sui social la foto del vicino ribelle che andava a fare jogging.
Disoccupati incaricati di “vigilare” sul rispetto delle misure
Insomma a pensar male questo bando indirizzato a “inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali” potrebbe assomigliare alla costituzione di un vero e proprio “esercito di spioni”. Il lancio della nuova figura è stato annunciato oggi da una nota di Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, e da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, distintosi nelle fasi più acute della quarantena per le sue cacce selvagge sul lungomare del capoluogo pugliese con l’obiettivo di stanare i trasgressori del lockdown. Insomma l’esercito di volontari potrebbe rappresentare una manna dal cielo per i sindaci sceriffi, quelli per capirci che nonostante la fase 2 ancora tengono barricati parchi e altalene e pubblicano inorriditi le foto della movida.
Volontari per il distanziamento sociale
Il bando dovrebbe essere emesso la prossima settimana e i partecipanti saranno tutti volontari, proprio come in una metaforica guerra ai trasgressori dei precetti governativi: “Saranno impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione”. Saranno le truppe d’élite della “nuova normalità”, come spiega Boccia: “I Comuni, attraverso l’Anci, potranno avvalersi del contributo degli assistenti civici per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. E’ il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico”.
Insomma il tiro pare chiaro. Vedremo cosa accadrà. Certo fa una certa impressione vedere le risorse impiegate dal governo, che ancora non sa se potrà sostenere tutte le misure economiche di sostegno alla popolazione a causa dell’emergenza sanitaria, per l’assunzione di ben 60 mila volontari. Anche tra i percettori del reddito di cittadinanza. Ipotesi scartata per il lavoro nei campi, dove si è preferito procedere ad una regolarizzazione massiva di immigrati irregolari piuttosto che trovare il modo di ridare dignità ad un lavoro basato su paghe e condizioni di semi-schiavitù, nonostante decine di migliaia di italiani in difficoltà si fossero offerti anche di fare quei lavori “che gli italiani non vogliono più fare”, come raccogliere i famigerati pomodori. Lavoro nei campi no, spioni sì.

Francesco Boccia.

Distanziamento sociale, arriva il bando per reclutare 60.000 assistenti civici
In settimana la protezione civile lancerà il bando per reclutare volontari che potranno essere utilizzati dai sindaci per attività sociali e il rispetto delle misure di distanziamento sociale
di Marco Mobili
Il Sole 24 Ore, 24 maggio 2020

Inoccupati, cassintegrati o percettori del reddito di emergenza o di cittadinanza potranno partecipare al reclutamento di 60mila volontari a cui i sindaci potranno assegnarli il patentino di «assistenti civici», Ad annunciare l’arrivo del nuovo bando della protezione civile sono stati il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.
A chi è rivolto bando
Il reclutamento che partirà dopo il 25 maggio 2020 sarà gestito dalla Protezione civile, così come era già accaduto nel pieno dell’emergenza sanitaria con i bandi di reclutamento di medici e infermieri da inviare nelle zone rosse d’Italia. Per il nuovo incarico di «assistente civico» si cercano, sempre su base volontaria, inoccupati, chi non ha vincoli lavorativi, chi percepisce in questo periodo forme di sostegno al reddito , come la Cig o anche il reddito di cittadinanza.
L’utilizzo dell’assistente civico
Una volta reclutati i 60mila volontari sarà la stessa Protezione civile ad indicare alle Regioni le diverse disponibilità sull’intero territorio nazionale. Saranno i sindaci a impiegare i nuovi volontari in attività di sostegno alle categorie più deboli ma soprattutto per collaborare al rispetto del distanziamento sociale. I cittadini stanno tornando via via alla normalità e a ripopolare le città, ha detto Boccia, per questo ora è il momento di reclutare «tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico». Senso civico che in questa Fase 2 dell’emergenza si traduce nel pieno rispetto «di tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus», ha aggiunto il ministro Boccia.Al senso di responsabilità fa appello anche il presidente dei sindaci Decaro: «è ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti».

L’ex prefetto Achille Serra: “Assistenti civici? Rischiano solo vaffa e legnate”
Critiche alla proposta: “Sono dilettanti allo sbaraglio e così li si mette a repentaglio. Non hanno nessun potere”
The Huffington Post, 25 maggio 2020

Secondo l’ex questore e prefetto Achille Serra gli assistenti civici rischierebbero grosso: “Sarebbero dilettanti allo sbaraglio, privi di ogni esperienza, a rischio di un ‘vaffa’ o di legnate”. All’Agi, l’ex parlamentare ha esposto i suoi dubbi sull’idea che gli assistenti debbano vigilare sul rispetto del distanziamento sociale: “Si mettono queste persone a repentaglio. Non hanno nessun potere”. La prossima settimana verrà lanciato il bando per circa 60mila candidati.
“Hanno una casacca addosso, vanno in mezzo alla movida di ragazzi pieni di birra e, se gli va bene, si pigliano qualche cattiva parola, se gli va male pure le botte”. Secondo lui, l’unica soluzione possibile è “affidarsi all’intelligenza. Con la repressione non risolvi questo problema”. Cruciale è “insistere e far capire i danni che si possono provocare, e che se a ottobre si richiude andiamo falliti. Si tratta anche di una forma di rispetto verso i morti”.

Il video.

Assistenti civici, Calenda: “Scelta di Boccia allucinante, del resto non riesce a spendere soldi Ue”
La Repubblica, 25 maggio 2020

L’ex dem oggi leader di Azione Carlo Calenda boccia la scelta del governo di arruolare 60mila guardie volontarie per il rispetto delle norme di sicurezza e distanziamento in tempi di emergenza coronavirus. Spiega a Casa Lateral: “L’esercizio dell’ordine pubblico è una cosa estremamente delicata in una democrazia provata da un lungo lockdown. Non puoi prendere 60mila persone senza arte né parte e mandarle in giro a fare la guardia civile”. Del ministro per gli Affari regionali Boccia l’ex ministro dell’Industria ha “profonda disistima”. “Ci sono 16miliardi e 300 milioni di fondi europei che dal primo giorno, almeno 6,3 miliardi, l’Europa ha detto di spendere subito. Io ho proposto di darli ai Comuni che seguno gli gli ultimi, ma non si riesce a spendere un euro perché Boccia sta facendo un negoziato infinito con le Regioni. È una roba che non si può sopportare”.

Alecci: «Gli assistenti civici? Una cavolata pazzesca»
Vita.it, 25 maggio 2020
La reazione immediata di Emmanuele Alecci presidente del Comitato Padova Capitale europea del volontariato e presidente del Csv di Padova, «Il ministro Boccia e il presidente dell’Anci Decaro ritirino la proposta degli assistenti civici perchè è un obbrobrio. Obbrobrio, cavolata, stupidata, vedete voi che aggettivo usare».
Alecci, una vita di militanza nel volontariato italiano, accanto ai suoi maestri Monsignor Nervo e a Luciano Tavazza come presidente del Movi dal 1998 al 2005, non va giù l’ultima trovata del Governo, «Almeno non si usi la parola volontariato che in questo caso non c’entra nulla. Qui si fa addirittura un passo indietro rispetto alla concezione di volontariato contro cui ci si è battuti tutta la vita, quella per cui il volontario è il barelliere dei guai prodotti da altri, dallo Stato che non vede e non sente, e dal mercato che persegue il solo profitto. Qui si dice addirittura “volontari reclutati”, ma si può?».
In effetti la bozza di ordinanza recita che si procederà al reclutamento di inoccupati, pensionati, percettori di reddito di cittadinanza o fruitori di ammortizzatori sociali. Essi saranno impiegati dai sindaci, con il coordinamento della Protezione Civile, “per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione” fino al termine dell’emergenza Covid-19. Dopo i lavoratori socialmente utili, ausiliari del traffico, navigator, il lessico della nuova politica introduce gli “assistenti civici”.
«Solo nel febbraio scorso il presidente Mattarella inaugurando l’anno di Padova Capitale europea del volontariato aveva, pensavo, detto una parola definitiva sul volontariato quando disse “Commette un errore chi pensa che l’impegno volontario, e i valori che esso trasmette, appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale”. E invece», dice deluso Alecci che incalza: «Ma perchè, invece di spegnerlo come stanno facendo, non incrementano il Servizio civile? Forse perchè non capiscono che il Servizio civile non è solo il servizio per cui “reclutare” qualcuno, ma un’esperienza educativa per sè e per gli altri. Se lo Stato ha il problema di “utilizzare” qualcuno per fare cose che non riesce a garantire certo si può pensare di “arruolare” persone che si pensa debbano restituire allo Stato dei benefici economici concessi. Ma siamo ad una concezione di Stato e di cittadini assai deprimente. Ma non chiamiamo tutto questo volontariato. Per favore».
E poi Alecci chiude ribadendo categorico: «Questa proposta va fermata, per come è scritta va ritirata».

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