L’economia mondiale post pandemia di Sars-CoV-2 secondo il Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus

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Il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus ha parlato recentemente in una lezione in streaming trasmessa dalla Pontificia Università Lateranense, dal titolo: “No Going Back. The World Economy after Covid-19 Pandemic” (Non si torna indietro. L’economia mondiale dopo la pandemia Covid-19).

Muhammad Yunus (Chittagong, 28 giugno 1940) è un economista e banchiere bengalese. È ideatore e realizzatore del microcredito moderno, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Il suo primo prestito fu di soli 27 US dollari, che prestò ad un gruppo di donne del villaggio di Jobra (vicino al Chittagong), che producevano mobili in bambù. Esse erano costrette a vendere i prodotti del loro lavoro a coloro dai quali avevano preso in prestito le materie prime ad un prezzo da essi stabilito. Questo riduceva drasticamente il margine di guadagno di queste donne e le condannava di fatto alla povertà. D’altra parte, le banche tradizionali non erano (e non sono) interessate al finanziamento di progetti tanto piccoli che offrivano basse possibilità di profitto a fronte di rischi elevati. Soprattutto le banche non avevano alcuna intenzione di concedere prestiti a donne, tanto più se non potevano offrire garanzie. Per i suoi sforzi in questo campo ha vinto il premio Nobel per la pace 2006.

Nel 1976 Yunus fondò la Grameen Bank, di cui è stato direttore dal 1983 al 2011, prima banca al mondo ad effettuare prestiti ai più poveri tra i poveri basandosi non sulla solvibilità, bensì sulla fiducia. Da allora la Grameen Bank ha erogato più di 5 miliardi di US dollari ad oltre 5 milioni di richiedenti. Per garantirne il rimborso, la banca si serve di gruppi di solidarietà, piccoli gruppi informali destinatari del finanziamento, i cui membri si sostengono vicendevolmente negli sforzi di avanzamento economico individuale ed hanno la responsabilità solidale per il rimborso del prestito. Con il passare del tempo la Grameen Bank ha realizzato soluzioni diversificate per il finanziamento delle piccole imprese. Oltre al microcredito, la banca offre mutui per la casa e per la realizzazione di moderni sistemi di irrigazione e di pesca, nonché servizi di consulenza nella gestione dei capitali di rischio e, alla stregua di ogni altra banca, di gestione dei risparmi. Il successo della Grameen ha ispirato numerosi altri esperimenti del genere nei paesi in via di sviluppo e in numerose economie avanzate. Il modello del microcredito ideato dalla Grameen è stato applicato in oltre 20 Paesi in via di sviluppo. Molti di questi progetti, come avviene per la Grameen stessa, sono imperniati soprattutto intorno al finanziamento di imprese femminili. Più del 90% dei prestiti della Grameen è infatti destinato alle donne: tale politica è motivata dall’idea che i profitti realizzati dalle donne siano più frequentemente destinati al sostentamento delle famiglie.

“Dopo la pandemia non torniamo indietro, creiamo un mondo migliore. Al centro i temi della condivisione, del social business, della lotta alla povertà e della centralità dell’uomo e della vita umana”, ha commentato Vatican News il 15 maggio 2020 la lezione di Mohammad Yunus alla Pontificia Università Lateranense. La nuova Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica la sta scrivendo Muhammad Yunus, un musulmano bengalese?

Oggi, 19 maggio 2020 il blog Stilum Curiae di Marco Tosatti https://www.marcotosatti.com/2020/05/19/pg-ora-la-dottrina-sociale-della-chiesa-la-scrive-un-maometto/ si è posta questa domanda.

«La nuova Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica la sta scrivendo un musulmano bengalese: Maometto Yunus. Ma quale sarà la nuova dottrina sociale della chiesa in versione Yunus? Sarà orientata al “Social business”.
Detto Social business sarà centrato su maggior consapevolezza sociale (?) e ambientale (!) e sarà indirizzato a sostenere (Da parte degli Stati anziché dai privati? Mamma mia! Gli Stati decideranno quale ricerca farmacologica fare?) l’industria farmaceutica al fine di avere farmaci liberi, non brevettati. (ergo il privato non farà mai più ricerca scientifica e farmacologica).
Maometto Yunus, premio Nobel per la Pace 2006 (che aveva fondato la banca Grameen per il microcredito in India), sembra, in questa sua lezione alla Pontificia Università Lateranense, implicitamente ringraziare il Covid 19, per aver migliorato la qualità della vita, visto che con il lockdown (con il crollo produttivo) l’aria è migliorata ed i mari sono meno inquinati (“il riscaldamento globale ci stava distruggendo”).
Grazie Coronavirus?
Ma non solo, afferma anche che il Coronavirus permetterà di produrre ridistribuzione della ricchezza, visto che (dice lui) prima del Covid la concentrazione era insostenibile, dato che l’1% della popolazione aveva in mano il 99% della ricchezza.
(Dopo, mi sa che il controllo di ricchezza sarà in mano a 4 o 5 Piattaforme come Amazon,Google, Alibaba, ecc. ma lui non se ne è reso conto, forse è Bill Gates che lo sta suggerendo-finanziando?).
Ma il messaggio più significativo Maometto Yunus lo da spiegando chi deve guidare questo Social business: Papa Francesco, attraverso l’Autorità morale della Chiesa.
Spiega infatti che “Se Papa Francesco dice una sola parola: , tutto il mondo lo ascolterà”.
Ci mancherebbe altro, se glielo suggerisce Yunus…Ora, queste dichiarazioni le ha fatte, come potete leggere sotto, alla Pontificia Università Lateranense. E la notizia la dà Vatican News.
I nostri amici, il Vescovo di Trieste mons. Crepaldi ed il filosofo prof. Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio VanThuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa, esulteranno certamente…Potranno constatare che sono i banchieri musulmani a preparare la Nuova Dottrina Sociale della Chiesa.
Amen».

Il caso dei musulmani svedesi e la targa del vincitore del premio Nobel Muhammad Yunus, considerata offensiva

In luglio 2019 i musulmani svedesi hanno preteso la rimozione della targa del vincitore del premio Nobel Muhammad Yunus perché la considerano offensiva. Per i musulmani svedesi, la targhetta istituita nella terza città norvegese di Stavanger per onorare il vincitore del premio Nobel per la pace del Muhammad Yunus è offensiva perchè il nome del Profeta viene calpestato. Il Consiglio congiunto musulmano, che conta circa 8.000 membri, ha chiesto che la targa istituita per commemorare il vincitore del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus sia rimossa. La motivazione è che il vincitore del premio “condivide il nome con il principale profeta dell’Islam, e calpestare il nome del santo uomo è un segno di totale mancanza di rispetto“, insieme alla richiesta di elevare la lastra di bronzo da terra a livello degli occhi.
La placca di bronzo in onore di Muhammad Yunus, che ha vinto il Premio per la Pace nel 2006 per il suo lavoro pionieristico con prestiti di microcredito, era stata istituita sette anni prima, simile ad altre che esistono a Stavanger in onore dei vincitori del premio per la pace Desmond Tutu, Dalai Lama e Al Gore. “Stavanger è una città diversificata con abitanti di 200 paesi diversi. È quindi importante che il comune tuteli i sentimenti della popolazione minoritaria in materia. Ha a che fare con il benessere e la salute mentale delle persone “, ha spiegato il rappresentante del Joint Muslim Council Rogaland, Summer Ejaz. Il vice sindaco Bjørg Tysdal Moe del Partito Democratico Cristiano ha dichiarato di comprendere la frustrazione dei musulmani ed essere aperto ad accogliere le loro richieste. “Quando i musulmani fanno le loro richieste, io le prendo sul serio. E poiché questa opera d’arte è presente dal 2012, è importante per noi dialogare su questo “, ha detto Moe a NRK. Al contrario, il Partito del Progresso si era detto “estremamente scettico” riguardo alla richiesta, suggerendo che la placca debba rimanere dove si trova. “Non possiamo prendere in considerazione ogni singola pretesa offesa da qualsivoglia etnia provenga”, ha dichiarato Kristoffer Sivertsen, leader del Partito del Progresso di Stavanger al quotidiano Dagsavisen, definendolo “isteria offensiva”. Ingrid Rosendorf Joys, il segretario generale del Consiglio per le comunità religiose e di vita in Norvegia, ha ritenuto “strano” che un omaggio a un vincitore del premio per la pace possa essere visto come “affronto contro il Profeta“. La Società Atea Norvegese ha difeso la collocazione e il nome posto sulla targa commemorativa, chiedendo “che cosa ha fatto il profeta Maometto per meritare rispetto?”.

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