San Giovanni Paolo II nel ricordo di papa Francesco

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Nell’ultima messa in streaming, per l’occasione nella cappella della basilica di san Pietro, dove è la tomba di Papa Wojtyla, in streaming papa Francesco ha ricordato il 100^ anniversario della nascita di san Giovanni Paolo II (18 maggio 1920), insieme al card. Angelo Comastri, vicario generale per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica vaticana, il card. Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, mons. Piero Marini, che per 18 anni è stato maestro delle celebrazioni liturgiche durante il suo pontificato e l’arcivescovo mons. Jan Romeo Pawłowski, capo della terza Sezione della Segreteria di Stato che si occupa del personale diplomatico della Santa Sede.

Nell’omelia papa Francesco ha ricordato, citando il Salmo responsoriale, che ‘il Signore ama il suo popolo’, indicando tre tracce del buon pastore che sono in san Giovanni Paolo I: “la preghiera, la vicinanza al popolo, e l’amore alla giustizia. San Giovanni Paolo II era un uomo di Dio perché pregava e pregava tanto. Ma come mai un uomo che ha tanto da fare, tanto lavoro per guidare la Chiesa… ha tanto tempo di preghiera?

Lui sapeva bene che il primo compito di un vescovo è pregare e questo non lo ha detto il Vaticano II, lo ha detto san Pietro, quando con i Dodici hanno fatto i diaconi, dissero: ‘E a noi vescovi, la preghiera e l’annuncio della Parola’. Il primo compito di un vescovo è pregare. E lui lo sapeva, lui lo faceva. Modello di vescovo che prega, il primo compito. E ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza alla sera deve domandarsi: quante ore oggi ho pregato? Uomo di preghiera”.

Poi è stato un papa di ‘vicinanza’: “Non era un uomo distaccato dal popolo, anzi andava a trovare il popolo e girò il mondo intero, trovando il suo popolo, cercando il suo popolo, facendosi vicino. E la vicinanza è uno dei tratti di Dio con il suo popolo. Ricordiamo che il Signore dice al popolo di Israele: ‘Guarda, quale popolo ha avuto i suoi dei così vicini come io con te?’.

Una vicinanza di Dio con il popolo che poi si fa stretta in Gesù, si fa forte in Gesù. Un pastore è vicino al popolo, al contrario, se non lo è non è pastore, è un gerarca, è un amministratore, forse buono ma non è pastore. Vicinanza al popolo. E san Giovanni Paolo II ci ha dato l’esempio di questa vicinanza: vicino ai grandi e ai piccoli, ai vicini e ai lontani, sempre vicino, si faceva vicino”.

Infine papa Francesco ha ricordato il suo amore per la giustizia, coniugata con la misericordia: “Terza traccia, l’amore alla giustizia. Ma la giustizia piena! Un uomo che voleva la giustizia, la giustizia sociale la giustizia dei popoli, la giustizia che caccia vie le guerre. Ma la giustizia piena! Per questo san Giovanni Paolo II era l’uomo della misericordia perché giustizia e misericordia vanno insieme, non si possono distinguere, sono insieme: giustizia è giustizia, misericordia è misericordia, ma l’una senza l’altra non si trova.

E parlando dell’uomo della giustizia e della misericordia, pensiamo quanto ha fatto san Giovanni Paolo II perché la gente capisse la misericordia di Dio. Pensiamo come lui ha portato avanti la devozione a santa Faustina che dal giorno di oggi la sua memoria liturgica sarà per tutta la Chiesa. Lui aveva sentito che la giustizia di Dio aveva questa faccia di misericordia, questo atteggiamento di misericordia. E questo è un dono che ci ha lasciato lui: la giustizia-misericordia e la misericordia giusta”.

Al termine della messa, papa Francesco ha pregato Dio di suscitare in noi ‘la fiamma di carità che alimentò incessantemente la vita di san Giovanni Paolo II’ e ‘lo spinse a consumarsi’ per la Chiesa, accompagnato dal canto ‘Jesus Christ you are my life’, uno dei più noti delle Giornate mondiali della gioventù, durante la veglia della Gmg di Tor Vergata, a Roma, nel 2000.

Ed a distanza di anni risuona ancora quell’appello del papa santo durante la messa per l’inizio del suo pontificato: “Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa ‘cosa è dentro l’uomo’. Solo lui lo sa!”

(Foto: Santa Sede)

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