Luca Bartoli: un imprenditore contro il coronavirus

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Aumento della produzione, richiesta di aiuto ai partners europei e internazionali: il sistema sanitario italiano, impegnato a reggere l’urto del Covid-19, cerca disperatamente maschere monouso Ffp3, “ma l’impennata della richiesta non riguarda solo farmacie e ospedali… Non ci eravamo mai trovati di fronte a una situazione simile: cerchiamo di far fronte alla richiesta di sistemi di respirazione facciali filtranti, quelle mascherine che continuano a dover essere utilizzate dai lavoratori di molti comparti produttivi. Ad oggi, non abbiamo più mascherine in magazzino: non è un’iperbole, non ne abbiamo nemmeno un pezzo”:

così affermava qualche tempo fa Luca Bartoli, general manager Gema Group, azienda di Montecassiano nel maceratese, associata alla Compagnia delle Opere Marche Sud che da 10 anni seleziona e commercializza prodotti per la sicurezza e l’igiene negli ambienti di lavoro.

Considerando la necessità dei lavoratori di farne uso nelle attività quotidiane l’imprenditore maceratese ha sottolineato la sua prospettiva ‘imprenditoriale’ anche in questo particolare periodo: “Continuiamo a lavorare per privilegiare le aziende che hanno bisogno di questi sistemi per mantenere alta la sicurezza dei propri lavoratori, penso a chi fa saldature o lavora prodotti chimici ad esempio, non stiamo fornendo farmacie ed aziende ospedaliere. Per ora con disagi limitati e dovuti alle tempistiche di reperimento, in futuro molto dipenderà dai tempi di ritorno alla normalità”.

Allora come saremo dopo questo periodo di lockdown a causa del coronavirus?

“Sicuramente molto prudenti e capaci di gestire le nostre emozioni. Noi italiani abbiamo sempre condiviso le nostre emozioni in modo fisico ed oggi dovremmo prestare molta attenzione, perché, finché non troveremo qualche soluzione che dia tranquillità, non potremo più mostrare il nostro affetto. Questo riguarda la persona”.

A differenza dei tentativi speculativi rilevati, soprattutto da parte di aziende che vendono online, con rincari delle mascherine fino a 100 volte il loro prezzo di partenza, l’azienda ha deciso di non aumentare il costo delle mascherine e di conseguenza il margine di guadagno: per quale motivo?

“Noi non abbiamo mai modificato i prezzi di listino e non lo facciamo a maggior ragione in momenti come questi, di emergenza nazionale, seguendo il nostro codice etico ed il rispetto che sempre deve essere tributato alle aziende ed ai lavoratori.

In questo momento non ci si può arricchire sulle disgrazie. Lavoro di più e guadagno di più, ma non cambio la percentuale di ricarico sui miei prodotti con l’unica differenza che se prima compravo un oggetto ad € 0.60 e lo rivendevo ad € 1.00 oggi lo compro ad € 6.00 e lo rivendo ad € 10.00. Però non cambia la percentuale di ricarico”.

Quale è lo spirito che anima la sua azienda?

“Come lavoro faccio l’imprenditore e devo approfittare del momento, quindi bisogna che lavoro il più possibile. Il motivo per cui lo sto facendo è perché credo che la mia professionalità può essere di aiuto per risolvere un problema di tipo sanitario, perché le mie esperienze sui dispositivi di protezione individuale mi mettono nella condizione di poter offrire un servizio alla Nazione”.

Anche papa Francesco in molte occasioni ha invitato gli imprenditori ad una responsabilità locale: a quale responsabilità è chiamato un imprenditore cristiano?

“Il cattolico dovrebbe essere sempre animato da un rapporto di fraternità e di aiuto. Però non è molto importante che un imprenditore sia cattolico per fare una cosa come questa; però un cattolico è chiamato ad essere attento nei confronti dei bisogni dell’altro in virtù della comunione”.

Lei ha fondato anche una cooperativa di tipo B per dare lavoro ai disabili, ‘Di Bolina’: perché l’ha fondata?

“Sono molto amico di Adriano Spoletini, che aveva fatto un’esperienza in Anfass ed io avevo dato lavoro ad alcuni con disabilità che frequentavano l’Anfass, ed insieme ci siamo trovati di fronte ad una situazione di capire come portare avanti questa esperienza di quotidianità con ragazzi diversamente abili. Quindi abbiamo ragionato per creare una cooperativa di tipo B. Abbiamo creato un’attenzione sul territorio ed, insieme ad altre persone, abbiamo creato un gruppo di lavoro che ha dato vita alla cooperativa ‘Di Bolina’”.

Inoltre ha anche una casa editrice?

“Nel 2011 nasce Vydia (termine sanscrito che indica ‘la conoscenza che verte sui principi cardine della natura e delle cose’), che in questi anni ha prodotto volumi di grande pregio e ricercatezza, pubblicando capolavori classici, quali Paulus e la Divina Commedia, illustrati da artisti di chiara fama.

Oggi Vydia si dedica alla pubblicazione di libri di poesia, narrativa, saggistica e attualità, scelti per la loro qualità, e si rivolge ad autori esordienti o già affermati che vogliano proporci lavori inediti e non.

Tutti i nostri libri sono realizzati con cura, perché alla ricerca e all’approfondimento sulla scrittura corrisponda l’attenzione all’editing e la bellezza della veste grafica, oltre a una collaborazione diretta e trasparente con gli autori. Un piccolo editore indipendente oggi può permettersi pochi lussi, ma può sceglierli bene: pubblicare con cura solo quello che vale”.

(Foto: pagina facebook)

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