Il grido del popolo è sacrosanto. Non confondetelo con l’odio o con l’insulto. Va ascoltato e non negato | di Marco Brusati

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Il testo che condivido di seguito è una “social note” pubblicato oggi 14 maggio 2020 da Marco Brusati sul suo blog “Dire oltre”. Una riflessione a cui non ho da aggiungere altro.

«Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido di aiuto». «Questo povero grida e il Signore lo ascolta». I Salmi 101 e 37 prevedono che si possa gridare, essere fuori dalle righe del quotidiano per chiedere aiuto; prevede persino che si possa gridare verso il cielo, cioè verso l’Istanza Prima ed Ultima.
Il grido del popolo è sacrosanto ed è, come visto, previsto persino nella preghiera. Oggi, nel regno della forma sostanzializzata, il grido del popolo è negato in ipotesi: non ci deve essere, pena l’assimilazione di ogni grido di critica allo sputo degli odiatori e degli insultatori seriali, che è altra cosa. Altra cosa, totalmente altra: perché il grido è difesa, l’odio e l’insulto sono attacco. Il grido va ascoltato, l’odio e l’insulto stigmatizzati. E così va compreso chi non è tranquillo e non riesce a essere pacato o emotivamente compresso se, magari, è ferito dalla paura di perdere il lavoro, o affranto perché l’ha già perso; se, magari, fatica a capire il significato di certe norme; se, magari, è stato illuso da promesse di aiuto non puntualmente mantenute; se, magari, ha visto spegnersi in casa e senza cure i suoi famigliari; se, magari, si trova regolarmente ad essere l’ultimo della fila a pagare il conto; se, magari… E a chi confonde il grido del popolo con l’odio e l’insulto è forse bene ricordare due cose: non puoi passare con le ruote del tuo SUV sui miei piedi e, quando grido di dolore, accusarmi di disturbare la quiete pubblica; oppure, come recita un proverbio africano: presta attenzione al dolore tuo vicino, altrimenti le sue grida ti impediranno di dormire.
Marco Brusati

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