Papa Francesco: la preghiera nasce dalla rivelazione di Dio

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“Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Oggi celebriamo la memoria liturgica della Madonna di Fatima. Torniamo col pensiero alle sue apparizioni e al suo messaggio trasmesso al mondo, come anche all’attentato a san Giovanni Paolo II, che nella salvezza della sua vita vedeva l’intervento materno della Vergine Santa. Nella nostra preghiera domandiamo a Dio, per intercessione del Cuore Immacolata di Maria, la pace per il mondo, la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione. Lunedì prossimo sarà il centesimo della nascita di San Giovanni Paolo II: io celebrerò la Messa alle 7.00, davanti all’altare della tomba, e sarà trasmessa in mondovisione per tutti. Ringraziamo Dio di averci dato questo Vescovo a Roma, Santo Vescovo, e chiediamo a lui che ci aiuti: che aiuti questa Chiesa di Roma a convertirsi e ad andare avanti”.

Così dalla biblioteca del Palazzo Apostolico, al termine dell’udienza generale papa Francesco ha rivolto un saluto ai fedeli polacchi, ricordando la memoria liturgica della Madonna di Fatima ed i 100 anni della nascita di san Giovanni Paolo II nel prossimo lunedì 18 maggio, in cui celebrerà alle ore 7.00 una messa dall’altare sulla tomba del santo Pontefice, che chiuderà anche le messe in diretta streaming, che in questo periodo di coronavirus ha accompagnato il popolo, in quanto riprenderanno quelle con i fedeli.

La catechesi dell’udienza generale è stata incentrata sulla preghiera del cristiano, che nasce dal ‘cuore’, come è definito dal Catechismo della Chiesa cattolica: “La preghiera appartiene a tutti: agli uomini di ogni religione, e probabilmente anche a quelli che non ne professano alcuna. La preghiera nasce nel segreto di noi stessi, in quel luogo interiore che spesso gli autori spirituali chiamano ‘cuore’.

A pregare, dunque, in noi non è qualcosa di periferico, non è qualche nostra facoltà secondaria e marginale, ma è il mistero più intimo di noi stessi. E’ questo mistero che prega. Le emozioni pregano, ma non si può dire che la preghiera sia solo emozione. L’intelligenza prega, ma pregare non è solo un atto intellettuale. Il corpo prega, ma si può parlare con Dio anche nella più grave invalidità”.

La preghiera del cristiano è uno ‘slancio’ e nasce da una rivelazione: “Il ‘Tu’ non è rimasto avvolto nel mistero, ma è entrato in relazione con noi. Il cristianesimo è la religione che celebra continuamente la ‘manifestazione’ di Dio, cioè la sua epifania. Le prime feste dell’anno liturgico sono la celebrazione di questo Dio che non rimane nascosto, ma che offre la sua amicizia agli uomini. Dio rivela la sua gloria nella povertà di Betlemme, nella contemplazione dei Magi, nel battesimo al Giordano, nel prodigio delle nozze di Cana”.

Ed ha elencato le caratteristiche della preghiera cristiana, che è confidenza con Dio: “La preghiera del cristiano entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini. Questa è la prima caratteristica della preghiera cristiana. Se gli uomini erano da sempre abituati ad avvicinarsi a Dio un po’ intimiditi, un po’ spaventati da questo mistero affascinante e tremendo, se si erano abituati a venerarlo con un atteggiamento servile, simile a quello di un suddito che non vuole mancare di rispetto al suo signore, i cristiani si rivolgono invece a Lui osando chiamarlo in modo confidente con il nome di ‘Padre’. Anzi, Gesù usa l’altra parola: papà”.

Quindi il cristianesimo non è feudalesimo, come è espresso dalla preghiera del Padre Nostro: “Nel patrimonio della nostra fede non sono presenti espressioni quali ‘sudditanza’, ‘schiavitù’ o ‘vassallaggio’; bensì parole come ‘alleanza’, ‘amicizia’, ‘promessa’, ‘comunione’, ‘vicinanza’… Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo.

Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui, tant’è vero che nel ‘Padre nostro’ Gesù ci ha insegnato a rivolgergli una serie di domande. A Dio possiamo chiedere tutto, tutto; spiegare tutto, raccontare tutto. Non importa se nella relazione con Dio ci sentiamo in difetto: non siamo bravi amici, non siamo figli riconoscenti, non siamo sposi fedeli. Egli continua a volerci bene”.

Questa dimostrazione dell’Alleanza di Dio è suggellata dall’Ultima Cena, anticipazione del Calvario del Figlio di Dio: “In quel gesto Gesù anticipa nel cenacolo il mistero della Croce. Dio è alleato fedele: se gli uomini smettono di amare, Lui però continua a voler bene, anche se l’amore lo conduce al Calvario.

Dio è sempre vicino alla porta del nostro cuore e aspetta che gli apriamo. E alle volte bussa al cuore ma non è invadente: aspetta. La pazienza di Dio con noi è la pazienza di un papà, di uno che ci ama tanto. Direi, è la pazienza insieme di un papà e di una mamma. Sempre vicino al nostro cuore, e quando bussa lo fa con tenerezza e con tanto amore”.

Quindi la preghiera è un atto di amore, a cui il papa ha chiesto al cristiano di affidarsi: “Proviamo tutti a pregare così, entrando nel mistero dell’Alleanza. A metterci nella preghiera tra le braccia misericordiose di Dio, a sentirci avvolti da quel mistero di felicità che è la vita trinitaria, a sentirci come degli invitati che non meritavano tanto onore.

E a ripetere a Dio, nello stupore della preghiera: possibile che Tu conosci solo amore? Lui non conosce l’odio. Lui è odiato, ma non conosce l’odio. Conosce solo amore. Questo è il Dio al quale preghiamo. Questo è il nucleo incandescente di ogni preghiera cristiana. Il Dio di amore, il nostro Padre che ci aspetta e ci accompagna”.

Nella messa mattutina il papa aveva pregato per studenti e per insegnanti: “Preghiamo oggi per gli studenti, i ragazzi che studiano, e gli insegnanti che devono trovare nuove modalità per andare avanti nell’insegnamento: che il Signore li aiuti in questo cammino, dia loro coraggio e anche un bel successo”.

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