Papa Francesco invita a lasciarsi consolare da Dio

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Nella messa quotidiana a Santa Marta, papa Francesco ha ricordato la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, chiedendo la benedizione di Dio: “Oggi si celebra la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Preghiamo per le persone che lavorano in queste benemerite istituzioni: che il Signore benedica il loro lavoro che fa tanto bene”.

Nell’omelia il papa ha commentato il Vangelo di san Giovanni, in cui Gesù dice ai suoi discepoli di avere un posto per tutti nella Casa del Padre: “Questo colloquio di Gesù con i discepoli è a tavola, ancora, nella Cena. Gesù è triste e tutti sono tristi: Gesù ha detto che sarebbe stato tradito da uno di loro e tutti percepiscono che qualcosa di brutto sarebbe accaduto. Gesù incomincia a consolare i suoi, perché uno dei compiti, dei ‘lavori’ del Signore è consolare.

Il Signore consola i suoi discepoli e qui vediamo come è il modo di consolare di Gesù. Noi abbiamo tanti modi di consolare, dai più autentici, dai più vicini ai più formali, come quei telegrammi di condoglianze: ‘Profondamente addolorato per…’. Non consola nessuno, è una finta, è la consolazione di formalità. Ma come consola, il Signore? Questo è importante saperlo, perché anche noi, quando nella nostra vita dovremo passare momenti di tristezza, impariamo a percepire qual è la vera consolazione del Signore”.

In questo brano evangelico papa Francesco ha sottolineato la ‘vicinanza’ di Dio all’uomo: “E in questo passo del Vangelo vediamo che il Signore consola sempre nella vicinanza, con la verità e nella speranza. Sono le tre tracce della consolazione del Signore…  

E tante volte in silenzio. Ma sappiamo che Lui c’è. Lui sempre c’è. Quella vicinanza che è lo stile di Dio, anche nell’Incarnazione, farsi vicino a noi. Il Signore consola nella vicinanza. E non usa parole vuote, anzi, preferisce il silenzio. La forza della vicinanza, della presenza. Parla poco, ma è vicino”.

Un’altra riflessione ha riguardato la verità: “Una seconda traccia della vicinanza di Gesù, del modo di consolare di Gesù, è la verità: Gesù è veritiero. Non dice cose formali che sono bugie… No. Dice la verità. Non nasconde la verità. Perché Lui stesso in questo passo dice: ‘Io sono la verità’. E la verità è: ‘Io me ne vado’, cioè: ‘Io morirò’. Siamo davanti alla morte. E’ la verità. E lo dice semplicemente e anche con mitezza, senza ferire. Ma siamo davanti alla morte. Non nasconde la verità”.

La terza riflessione del papa ha riguardato la consolazione nella speranza: “Sì, è un momento brutto, ma ‘non sia turbato il vostro cuore… Abbiate fede anche in me’… Il Signore torna ogni volta che qualcuno di noi è in cammino per andarsene da questo mondo. ‘Verrò e vi prenderò’: la speranza. Lui verrà e ci prenderà per mano e ci porterà…

Non è facile lasciarsi consolare dal Signore. Tante volte, nei momenti brutti, noi ci arrabbiamo con il Signore e non lasciamo che Lui venga e ci parli così, con questa dolcezza, con questa vicinanza, con questa mitezza, con questa verità e con questa speranza”.

Al termine dell’omelia ha chiesto la grazia della consolazione: “Chiediamo la grazia di imparare a lasciarci consolare dal Signore. La consolazione del Signore è veritiera, non inganna. Non è anestesia, no. Ma è vicina, è veritiera e ci apre le porte della speranza”.

Concludendo la celebrazione eucaristica il papa ha invitato a fare la Comunione spirituale: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.

Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te”.

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