Papa Francesco: Gesù indica la strada della libertà

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Anche oggi, martedì della quarta settimana di Pasqua, papa Francesco nella messa, trasmessa quotidianamente da santa Marta, rivolto il suo pensiero a quanti sono morti a causa del nuovo coronavirus senza il conforto dei familiari e senza funerale: “Preghiamo oggi per i defunti che sono morti per la pandemia. Sono morti da soli, sono morti senza la carezza dei loro cari, tanti di loro, neppure con il funerale. Il Signore li riceva nella gloria”.

Nell’omelia il Papa ha commentato il Vangelo dell’apostolo Giovanni, in cui i giudei chiedono a Gesù di dire apertamente se sia lui il Cristo, partendo da alcune domande fondamentali per la fede: “Qual è questo fare parte della fede di Gesù? Cosa è quello che mi ferma davanti alla porta che è Gesù? Ci sono degli atteggiamenti previ alla confessione di Gesù. Anche per noi, che siamo nel gregge di Gesù. Sono come ‘antipatie previe’, che non ci lasciano andare avanti nella conoscenza del Signore”.

La prima via che non permette la sequela di Gesù riguarda l’utilizzo della ricchezza, senza cadere nel pauperismo: “La prima di tutte sono le ricchezze. Anche tanti di noi, che siamo entrati dalla porta del Signore, poi ci fermiamo e non andiamo avanti perché siamo imprigionati nelle ricchezze. Il Signore è stato duro, con le ricchezze: è stato molto duro, molto duro.

Al punto di dire che era più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli. E’ duro, questo. Le ricchezze sono un impedimento per andare avanti. Ma dobbiamo cadere nel pauperismo? No. Ma non essere schiavi delle ricchezze, non vivere per le ricchezze, perché le ricchezze sono un signore, sono il signore di questo mondo e non possiamo servire due signori. E le ricchezze ci fermano”.

Una seconda via che impedisce di seguire Gesù è la rigidità nelle interpretazioni della Legge, partendo da un episodio avvenuto: “Un’altra cosa che impedisce di andare avanti nella conoscenza di Gesù, nell’appartenenza di Gesù, è la rigidità: la rigidità di cuore. Anche la rigidità nell’interpretazione della Legge. Gesù rimprovera i farisei, i dottori della Legge per questa rigidità.

Che non è fedeltà: la fedeltà è sempre un dono a Dio; la rigidità è una sicurezza per me stesso… Questo ci allontana dalla saggezza di Gesù, dalla saggezza di Gesù; ti toglie la libertà. E tanti pastori fanno crescere questa rigidità nelle anime dei fedeli, e questa rigidità non ci fa entrare dalla porta di Gesù. E’ più importante osservare la legge come è scritta o come io la interpreto, che è la libertà di andare avanti seguendo Gesù?”

Poi ne ha elencate altre: “Un’altra cosa che non ci lascia andare avanti nella conoscenza di Gesù è l’accidia. Quella stanchezza … pensiamo a quell’uomo della piscina: 38 anni lì. L’accidia… L’accidia … è un’altra cosa che ci impedisce di andar avanti… Un’altra che è abbastanza brutta è l’atteggiamento clericalista. Il clericalismo si mette al posto di Gesù… Un clericalismo che toglie la libertà della fede dei credenti. È una malattia, questa; brutta, nella Chiesa: l’atteggiamento clericalista.

Poi, un’altra cosa che ci impedisce di andare avanti, di entrare per conoscere Gesù e confessare Gesù è lo spirito mondano. Quando l’osservanza della fede, la pratica della fede finisce in mondanità. E tutto è mondano. Pensiamo alla celebrazione di alcuni sacramenti in alcune parrocchie: quanta mondanità c’è lì! E non si capisce bene la grazia della presenza di Gesù”.

Ed ha chiesto a Gesù di ‘illuminare’ la strada della libertà: “Queste sono le cose che ci fermano dal fare parte delle pecore di Gesù. Siamo ‘pecore’ (alla sequela) di tutte queste cose: delle ricchezze, dell’accidia, della rigidità, della mondanità, del clericalismo, di modalità, di ideologie, di forme di vita. Manca la libertà. E non si può seguire Gesù senza libertà.

‘Ma alle volte la libertà va oltre e uno scivola’: sì, è vero. E’ vero. Possiamo scivolare andando in libertà. Ma peggio è scivolare prima di andare, con queste cose che impediscono di incominciare ad andare. Il Signore ci illumini per vedere dentro di noi se c’è la libertà di passare per la porta che è Gesù e andare oltre Gesù per diventare gregge, per diventare pecore del suo gregge”.

Al termine della liturgia eucaristica il Papa ha invitato a fare la Comunione spirituale con questa preghiera: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te”.

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