Numeri ufficiali Covid-19. Oggi per la prima volta DPI in SCV. In Campania positivo il 23% dei rientrati dal Nord

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Dati Covid-19 comunicati dal Dipartimento della Protezione Civile alle ore 18.00 del 4 maggio 2020

In isolamento domiciliare: 81.678 (+242)
Ricoverati con sintomi: 16.823 (-419)
In terapia intensiva: 1.479 (-22)
Deceduti: 29.079 (+195)

Media giornaliera dei decessi: 393 (-3)

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi
[A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]
Numero giorno -Data – Decessi del giorno [*] (Totale decessi) – Media giornaliera dei decessi (arrotondata)

1 – 21.02 – 1 (1) – 1
2 – 22.02 – 1 (2) – 1
3 – 23.02 – 1 (3) – 1
4 – 24.02 – 3 (6) – 1
5 – 25.02 – 1 (7) – 1
6 – 26.02 – 5 (12) – 2
7 – 27.02 – ? (?) – ?
8 – 28.02 – ? (21) – 3
9 – 29.02 – 8 (29) – 3
10 – 01.03 – 5 (34) – 3
11 – 02.03 – ? (?) – ?
12 – 03.03 – ? (79) – 7
13 – 04.03 – 28 (107) – 8
14 – 05.03 – 41 (148) – 11
15 – 06.03 – 49 (197) – 13
16 – 07.03 – 36 (233) – 15
17 – 08.03 – 133 (366) – 22
18 – 09.03 – 97 (463) – 26
19 – 10.03 – 168 (631) – 33
20 – 11.03 – 196 (827) – 41
21 – 12.03 – 189 (1.016) – 48
22 – 13.03 – 250 (1.266) – 58
23 – 14.03 – 175 (1.441) – 63
24 – 15.03 – 368 (1.809) – 75
25 – 16.03 – 349 (2.158) – 86
26 – 17.03 – 345 (2.503) – 96
27 – 18.03 – 475 (2.978) – 110
28 – 19.03 – 427 (3.405) – 122
29 – 20.03 – 627 (4.032) – 139
30 – 21.03 – 793 (4.825) – 161
31 – 22.03 – 650 (5.475) – 177
32 – 23.03 – 602 (6.077) – 189
33 – 24.03 – 743 (6.820) – 207
34 – 25.03 – 683 (7.503) – 221
35 – 26.03 – 662 (8.165) – 233
36 – 27.03 – 969 (9.134) – 254
37 – 28.03 – 889 (10.023) – 271
38 – 29.03 – 756 (10.779) – 284
39 – 30.03 – 818 (11.597) – 297
40 – 31.03 – 831 (12.428) – 311
41 – 01.04 – 727 (13.155) – 321
42 – 02.04 – 760 (13.915) – 331
43 – 03.04 – 766 (14.681) – 341
44 – 04.04 – 681 (15.362) – 349
45 – 05.04 – 525 (15.887) – 353
46 – 06.04 – 636 (16.523) – 359
47 – 07.04 – 604 (17.127) – 364
48 – 08.04 – 542 (17.669) – 368
49 – 09.04 – 610 (18.279) – 373
50 – 10.04 – 570 (18.849) – 377
51 – 11.04 – 619 (19.468) – 382
52 – 12.04 – 431 (19.899) – 383
53 – 13.04 – 566 (20.465) – 386
54 – 14.04 – 602 (21.067) – 390
55 – 15.04 – 578 (21.645) – 394
56 – 16.04 – 525 (22.170) – 396
57 – 17.04 – 575 (22.745) – 399
58 – 18.04 – 482 (23.227) – 400
59 – 19.04 – 433 (23.660) – 401
60 – 20.04 – 454 (24.114) – 402
61 – 21.04 – 534 (24.648) – 404
62 – 22.04 – 437 (25.085) – 405
63 – 23.04 – 464 (25.549) – 406
64 – 24.04 – 420 (25.969) – 406
65 – 25.04 – 415 (26.384) – 406
66 – 26.04 – 260 (26.644) – 404
67 – 27.04 – 333 (26.977) – 403
68 – 28.04 – 282 (27.359) – 402
69 – 29.04 – 323 (27.682) – 401
70 – 30.04 – 285 (27.967) – 400
71 – 01.05 – 269 (28.236) – 398
72 – 02.05 – 474 (28.710) – 399
73 – 03.05 – 174 (28.884) – 396
74 – 04.05 – 195 (29.079) – 393

[*] Dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.
[?] Dati non forniti dal Dipartimento della Protezione Civile (invece, nei totali complessivi sono inclusi i dati dei decessi mancanti).

Le mascherine e guanti apparse per la prima volta nello SCV

Solo da oggi 4 maggio, primo giorno della Fase 2, finalmente, per la prima volta dopo più di due mesi di emergenza Covid-19, le Guardie Svizzere e i Gendarmi Vaticani in servizio in uniforme e in borghese indossano mascherine chirurgiche e guanti in lattice, con grande ritardo rispetto ai tempi della pandemia.

Inizialmente, i superiori della Segreteria di Stato di Sua Santità e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano hanno vietato alle Guardie Svizzere e ai Gendarmi Vaticani l’uso di mascherine chirurgiche e guanti in lattice, con la motivazione folle che “se indossate da personale in uniforme avrebbero generato il panico”. Questa la motivazione paradossale, che ha motivato il lunghissimo tempo di attesa riguardo all’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale dal personale in servizio.
Ma considerata l’emergenza e soprattutto i numeri, che in vaticano abbiamo annotati, analizzati alla lente e dati, affermando che ci sono più di 100 contagiati, ora i DPI vengono indossati, vista l’imminente riapertura dei servizi dello Stato della Città del Vaticano e anche dei Musei Vaticani, che stanno facendo le simulazioni di apertura al pubblico e pare che saranno aperti prossimamente.
#ilviruseugualepertutti

Uno dei due ingressi principali allo Stato della Città del Vaticano, la Porta Sant’Anna e Cancello del Petriano (Foto di Eugenio Hasler).
Uno dei due ingressi principali allo Stato della Città del Vaticano, il Cancello del Petriano (Foto di Eugenio Hasler).

Rilevazione a campione. Il 23% dei viaggiatori rientrati a Napoli e in Campania dal Nord è positivo

I rientri dal Nord a Napoli e in Campania vengono controllati con la massima attenzione. Gli ultimi dati rilevano che il 23% dei viaggiatori è positivo.
Almeno in cinquemila torneranno dal nord a Napoli e in Campania. La battaglia per la difesa dei confini della regione dall’assalto dei possibili contagi, si combatterà con le armi del momento: duecentomila paia di guanti monouso, duemila tute in Tnt, duemila tute protettive da rischio biologico, cinquemila mascherine ffp2, cinquecento visiere protettive e, soprattutto, diecimila test rapidi per la verifica immediata del contagio, mille mascherine chirurgiche da distribuire a chi si presenta senza averne una e settanta scanner per la misurazione a distanza della temperatura corporea. Il materiale è stato distribuito in maniera capillare alle sette Asl della Campania e alla Protezione Civile che oggi è scesa in campo al fianco delle forze dell’ordine. Controlli serrati sui caselli autostradali e le stazioni.
I rientri dal Nord a Napoli e in Campania hanno evidenziato la massima sicurezza messa in atto dalla regione per evitare il rischio di contagio. Il vero pericolo per la diffusione del Sars-CoV-2 è rappresentato dall’esodo di massa in auto. Incontrollabile, a meno di non voler bloccare tutto il flusso dei mezzi che arrivano ai caselli della Campania.
Dai controlli a campione in autostrada, effettuati dalla polizia con i test rapidi, sono emersi dati preoccupanti. Al Casello di Napoli Nord, come ha anticipato Tagadà, la trasmissione di La7 condotta da Tiziana Panella, sul campione di 60 viaggiatori controllati provenienti dal Nord Italia è risultato positivo poco più del 23%: 14 persone. Elemento ancor più preoccupante, nessuno di questi era consapevole di aver contratto la malattia. Ora bisognerà attendere il tampone per capire se non siano stati dei “falsi positivi”.
Circa 130 i passeggeri che dal Nord sono giunti a Napoli in treno, poco dopo le 13. Imponente lo spiegamento di forze, tra polizia ferroviaria, personale sanitario e volontari della protezione civile. Ciò non ha evitato qualche momento di confusione e rallentamenti della fila. I passeggeri, provenienti da Milano, Bologna, Firenze e Roma, si sono incolonnati per la misura della temperatura con il termoscanner. Quasi a tutte le persone è stata registrata temperatura regolare. Soltanto un viaggiatore ha manifestato febbre ma è risultato negativo al test.

#ilvirusringrazia #ilvirusriparte #ilvirusfase2 #ilvirusdosedoppia
Il video.

Fase 2, è andata male solo a Conte
Premier preoccupato dalla riapertura. Mentre il paese risponde bene, arrivano due grane serie per il governo: Confindustria molla Chigi e l’antimafia di Di Matteo accusa
di Pietro Salvatori
Huffingtonpost.it, 4 maggio 2020

È il primo giorno in cui gli italiani devono fare i bravi, secondo quel che dice il governo. la fase 2, i 4,5 milioni al lavoro, gli incontri con i congiunti, si risolvono in un “fate i bravi” da parte del governo. Da Palazzo Chigi il premier ha alternato le riunioni sul decreto aprile in via di chiusura ben fuori tempo massimo con gli aggiornamenti che i suoi collaboratori gli hanno costantemente fornito sulla situazione. L’ansia da 4 maggio si è in gran parte rivelata immotivata. Qualche intoppo nelle grandi città, qualche foto che ha fatto discutere i social, ma tutto sommato una soluzione ordinata.
Le picconate alla solidità delle fondamenta su cui si regge il governo Conte sono arrivate potenzialmente ancor più deflagranti da fronti inaspettati. Un uno-due micidiale. A tarda notte, con lunghi e velenosi strascichi per tutto il corso della giornata, le terribili parole del magistrato Nino Di Matteo su Alfonso Bonafede. Il ministro della Giustizia non avrebbe nominato due anni fa Di Matteo a capo del Dap, temendo, fa capire il pm, per le ripercussioni negative che avrebbe avuto tra i boss della criminalità organizzata. Accuse incredibili, come incredibile è il silenzio di Conte. Il presidente del Consiglio per tutto il giorno tace mentre le opposizioni ne chiedono le dimissioni. Un silenzio che fa rumore, anche considerando il fatto che l’avvocato del popolo è a Palazzo Chigi proprio perché portato nel mondo pentastellato dall’ex allievo e ora Guardasigilli.
Di buon mattino, poi, l’intervista al presidente di Confindustria appena eletto, Carlo Bonomi: una demolizione senza appello della pianificazione dell’esecutivo sulla fase 2. Un assaggio: “Reddito di emergenza, reddito di cittadinanza, cassa ordinaria, straordinaria, in deroga, Naspi, Discoll. La risposta al governo si esaurisce in una distribuzione di soldi a pioggia”. La previsione è fosca: “Possiamo andare avanti così un mese, due, tre. Ma se non investiremo nel settore produttivo la situazione sarà drammatica”.
La tempesta che ha investito il Bonafede rischia di terremotare il Movimento 5 stelle oltre che gli equilibri dell’esecutivo. Perché Di Matteo è un simbolo per quel mondo, che lo ha assurto a simbolo dell’Italia onesta e della lotta alla malavita. Dall’altra parte, Bonafede è al momento l’uomo più forte della pattuglia pentastellata (o il meno debole, giudicate voi), un rapporto solido con Luigi Di Maio, un apprezzamento ampiamente condiviso, capo delegazione che partecipa a tutte le riunioni più scottanti nella stanza dei bottoni. Si è detto esterefatto il ministro, smentendo la ricostruzione di Di Matteo, una parola contro l’altra, mentre le opposizioni lo pretendono in aula e Matteo Renzi “vuole la verità”. La batteria del Movimento si è mossa con un certo ritardo nel prendere posizione al suo fianco, mentre il premier non ha mosso un dito. Non è un preludio al benservito, spiegano uomini vicini a Di Maio. Ma nemmeno l’ex capo politico ha speso mezza parola per il suo sodale.. Per tutto il giorno i vertici del Movimento hanno taciuto, non sapendo che pesci pigliare. Stretti tra la venerazione per Di Matteo al quale costa assai dare del bugiardo e l’assoluta mancanza di un vertice politico degno di questo nome, per ore e ore i pentastellati si sono rincorsi fra chat e telefonate.
Lasciando infine a Vito Crimi l’onere di intestarsi la difesa, anche se quando ormai si è fatta sera: “Accuse senza fondamento”, dice il capo pro tempore. Lo seguono D’Incà, la Dadone, la Castelli, i capigruppo. Fuori tempo massimo, voci troppo flebili per coprire i tanti silenzi. Piera Aiello, testimone di giustizia e deputata 5 stelle avanza dubbi: “Se Bonafede ha sbagliato è giusto che ammetta le sue colpe”.
Renzi in serata, intervistato dall’Agi, cavalca, le parole del presidente di Confindustria: “I sussidi non bastano, ha ragione Bonomi”. Il Palazzo si attorciglia dentro queste due notizie, come se non fosse già logorato dai movimenti carsici che vorrebbero una sostituzione di Conte. Dopo il caso Cei, il presidente del Consiglio rischia di perdere per strada un altro degli asset strategici su cui ha fondato un buon pezzo della sua legittimità. Aveva messo in conto le differenze tra il battagliero ex presidente di Assolombarda e il più mite predecessore, Vincenzo Boccia. Non si aspettava che le divergenze deflagrassero così presto e con così tanto rumore. Al punto che il governo è stato silenziato, non una parola di risposta salvo quelle di buona volontà di Nunzia Catalfo (“Proposte che hanno un valore”), per non aprire uno scontro in campo aperto, nel quale il premier ha solo da perdere.
“Le persone hanno consegnato la loro fiducia a Conte. Acriticamente, avevano paura. Ora che i risultati non si vedono iniziano a mollarlo”, dice un alto dirigente del Movimento 5 stelle, pensando al coronavirus, a quello che succede la fuori, ai 7 punti di consenso peri in un mese. Il grande spauracchio dell’italiano menefreghista si è, almeno per il momento, ben presto sgonfiato. Sarebbe bastato prendere i numeri dei controlli effettuati a Roma, 1,2 milioni, e le sanzioni comminate, l’1,75%, per avere un dato sintetico sia pur grezzo per capire che se qualcosa non va forse il responsabile andrebbe cercato altrove. Rimarrà questo il problema dei problemi, quello che sancirà il futuro di questo esecutivo, mentre gli italiani si confermano complessivamente brava gente e le picconate arrivano dolorose e inaspettate da dove meno ce le si aspetta.

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