OMS detta le linee per le celebrazioni religiose in sicurezza

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Come ogni anno il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso diffonde un messaggio per l’inizio di Ramadan, che quest’anno è incentrato, in questa situazione pandemica, sull’importanza dei luoghi di culto:

“Sia per i cristiani, sia per i musulmani chiese e moschee sono spazi riservati alla preghiera personale e comunitaria, edificati ed arredati in modo da favorire il silenzio, la riflessione e la meditazione. Esse sono spazi dove si può arrivare nelle profondità del proprio animo, facilitando così, con il silenzio, l’esperienza di Dio. Pertanto, un luogo di culto di qualsiasi religione è ‘casa di preghiera’.

I luoghi di culto sono pure spazi di ospitalità spirituale, nei quali i seguaci di altre religioni si radunano anche per cerimonie speciali come nozze, funerali, feste della comunità… Partecipando a quegli eventi in silenzio e col rispetto dovuto alle osservanze religiose dei seguaci di quella particolare religione, essi assaporano l’ospitalità loro riservata. Questa pratica è una speciale testimonianza di ciò che unisce i credenti, senza sminuire o negare ciò che li distingue”.

Inoltre il card. Miguel Ayuso Guixot ha aggiunto una nota particolare, dedicata alla pandemia, in cui augura che “cristiani e musulmani, uniti in spirito di fraternità , dimostrino solidarietà con l’umanità così duramente colpita, e rivolgano le loro preghiere a Dio Onnipotente e Misericordioso, affinché estenda la Sua protezione su ogni essere umano, perché possano essere superati questi momenti tanto difficili”.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo aver stabilito un tavolo che includeva organizzazioni cattoliche, musulmane, buddhiste, animiste, ha definito un protocollo per stabilire quando le celebrazioni religiose sono in sicurezza sanitaria attraverso un paper esplicativo di 6 pagine, un diagramma che definisce le caratteristiche che rendono le celebrazioni sicure, che inizia così:

“I leader religiosi, le organizzazioni religiose e le comunità religiose possono svolgere un ruolo importante nel salvare vite umane e nel ridurre le malattie legate alla COVID-19… Possono condividere informazioni sanitarie per proteggere i propri membri e le comunità… Possono fornire sostegno pastorale e spirituale durante le emergenze sanitarie pubbliche e altre sfide sanitarie e possono sostenere i bisogni delle popolazioni vulnerabili”.

Il documento si basa sulle linee guida e sulle raccomandazioni sviluppate dall’OMS in risposta alla pandemia COVID-19 con particolare attenzione alla condivisione di informazioni e invita ad evitare di riunirsi in grandi gruppi e di condurre rituali e attività legate alla fede in remoto/virtuale; garantire che qualsiasi decisione di convocare riunioni di gruppo per il culto o per incontri sociali sia basata su una solida valutazione del rischio e in linea con le linee guida delle autorità nazionali e locali;

rafforzare la salute mentale e spirituale, il benessere e la resilienza, attraverso il contatto individuale (osservando al tempo stesso un adeguato distanziamento fisico) e attraverso i mezzi di comunicazione sociali e altri mezzi di comunicazione; affrontare lo stigma, la violenza e l’incitamento all’odio; promuovere la collaborazione ecumenica e interreligiosa e la coesistenza pacifica durante la pandemia COVID-19; assicurarsi che siano condivise con le comunità informazioni accurate.

Il documento si conclude con un appello ai leader religiosi per una corretta informazione ai fedeli, in quanto sono in grado di raggiungere i più vulnerabili con assistenza e informazioni sanitarie e identificare i più bisognosi:

“A causa della loro influenza i leader religiosi possono essere potenti risorse per agenzie e organizzazioni che comunicano con il pubblico riguardo il COVID 19. I leader dovrebbero diventare informati sull’organizzazione presentando informazioni credibili nelle loro comunità di incontrarsi”.

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