“Giustizia per Eugenio Hasler, cacciato dal Papa senza motivo” di Marco Tosatti – Stilum Curiae, 27 aprile 2020 [Italiano, Inglese, Spagnolo]

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++++ Aggiornamento +++

Dal diario Facebook di Eugenio Hasler

Con viva commozione, il mio “grazie!” dal profondo del cuore ai giornalisti che, in questi giorni, stanno offrendo un’esemplare lezione di etica professionale, nella ricerca della verità e nel rispetto della persona. Per loro un ricordo particolare nelle mie umili preghiere.
Maria Michela Petti, 27 aprile 2020

Sono stati giorni nei quali mi è sembrato di stare su un’altalena… come quando ero bambino…. alti e bassi, ricordi di una vita che fu, di un capitolo bruscamente. Ma non chiuso come si chiude un libro dopo averlo letto. Il libro è stato gettato senza esser stato letto fino alla fine.
Una lama finissima ma estremamente tagliente ha trafitto il mio cuore tre anni fa.
Ferite che non si possono rimarginare.
Poi dopo tre anni una carezza lieve, composta, educata, a modo. Nulla a che vedere con la violenza dirompente di quell’inizio aprile 2017…
Assolutamente inaspettata ed ormai insperata.
Il mio GRAZIE ad una persona che ho scoperto essere di una correttezza ed educazione fuori dal comune. Ha trattato me e la mia famiglia con estremo rispetto ed umanità. Ogni sua parola – pur muovendosi in un labirinto di cristallo – ha saputo essere pesata, rispettosa non solo di me ma anche degli “altri”. Nessuna parola fuori dalle righe, attenzione ai dettagli ed ai particolari.
Come ho scritto questa mattina, le lacrime versate in questi giorni sono state lacrime “dolci”, che cadono su ferite ancora sanguinanti e quindi bruciano anche se sono lacrime di commozione dopo tre anni di dolore.
Ancora un GRAZIE di cuore anche a chi, questa mattina ha avuto il coraggio (perché di coraggio ce ne vuole tanto e queste persone lo hanno avuto) di riprendere il documento pubblicato sabato scorso, integrandolo.
Un saluto ed un abbraccio a tutti coloro che in questi giorni si sono manifestati, a coloro che hanno commentato ed a coloro che pur leggendo (per comprensibile paura) non l’hanno fatto.
Con affetto,
Eugenio
Roma, 27 aprile 2020

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Articolo pubblicato da Marco Tosatti sul blog Stilum Curiae, oggi 27 aprile 2020 in italiano, in inglese e in spagnolo.

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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra giusto rilanciare un  appello e una battaglia che un sito di cui abbiamo parlato più volte, Korazym.org, ha riproposto nei giorni scorsi. Korazym dedica al tema un lungo articolo, a cui vi rimandiamo. Noi riportiamo solo una parte, quella che riguarda l’incredibile storia del licenziamento di una persona onesta e competente, Eugenio Hasler, senza motivazioni, dal ruolo – importante – che svolgeva al Governatorato, cioè il “Municipio” del Vaticano; ma non solo, perché è dal Governatorato (tramite Musei, Annona, filatelia) che lo Stato ottiene i suoi unici introiti, quelli che servono a far vivere lo Stato della Città del Vaticano e i suoi servizi. Da tre anni Eugenio Hasler chiede che venga aperta un’inchiesta su di lui, in modo da capire perché sia stato eliminato, e quali siano i rimproveri o le accuse che hanno determinato la decisione. Finora si è urtato contro un muro di silenzio. Temiamo che sia un altro caso di un laico, onesto, professionalmente preparato, generoso nel suo servizio, fatto fuori perché la sua opera dava fastidio a qualche – o più – interesse oscuro, non molto confessabile, di qualche prelato. Pensiamo a Ettore Gotti Tedeschi, al Revisore generale Milone, a Matthew Festing, al generale Domenico Giani, a Mattietti, a Greg Burke, a Paloma Ovejero… e probabilmente ne dimentichiamo qualcuno.

Non ci siamo occupati finora di questo caso, perché sembrava che l’interessato – che non conosciamo personalmente – volesse mantenere il silenzio, con grande decoro e fiducia nei confronti delle supreme autorità vaticane. Eugenio Hasler è figlio di un maggiore delle Guardie Svizzere, e ha lavorato nella Segreteria del Governatorato sotto diversi Segretari, come vedrete.

Non ci siamo occupati della questione, dicevamo. Ma ieri, dopo l’articolo uscito su Korazym.org abbiamo parlato con un alto prelato, che ha svolto una funzione importante per diversi anni all’interno del Governatorato. Questa è la vicenda di Hasler come ci è stata raccontata dall’alto prelato.

Eugenio Hasler è stato il capo della segreteria generale del Governatorato per anni, prima della nomina di mons. Viganò al Governato. Il nostro interlocutore giudica che sia una persona di altissime qualità. A parte la conoscenza delle lingue, è onesto, e dotato di una grande capacità organizzativa.

Nel 2011 fu nominato presidente del Governatorato Giuseppe Bertello, su istanza dell’allora Segretario di Stato Bertone. Bertello era in predicato, solo qualche giorno prima della nomina, di diventare prefetto di Propaganda Fide; non ha mai fatto mistero di trovarsi poco a suo agio al Governatorato. Dopo che mons. Viganò venne spostato a Washington perché il suo lavoro di pulizia dava fastidio a Bertone e ai suoi protetti, fu nominato Segretario Generale mons. Sciacca, e poi padre Vérgez, poi diventato vescovo. Molto bravo nei servizi e nella comunicazione, ma senza grandi doti di governo e di comando. Eugenio Hasler è rimasto come suo segretario, ed era l’unico che si orientava bene in quel mondo complesso anche economicamente, perché anche il Segretario generale aggiunto che è stato nominato dopo che è un sacerdote dell’Opus, forse anche ingegnere non interviene nel governo.

Hasler, essendo l’unico dotato di esperienza, cercava di aiutare i suoi superiori, Bertello e Vérgez; soprattutto quest’ultimo. Ma dava fastidio all’uomo forte, che è sempre stato lì, e su cui mons. Viganò scrisse diverse lettere in maniera negativa nel suo tentativo di fare pulizia al Governatorato, mons. Paolo Nicolini, che aveva in mano tutta l’amministrazione dei Musei Vaticani (l’introito più forte). Il nostro interlocutore pensa che Hasler per difendere il suo superiore diretto, Vérgez, si frapponesse al fatto che Nicolini prendesse in mano la gestione del Governatorato.

Un giorno di marzo 2017 all’insaputa – così è stato detto –  del superiore diretto, il papa ha convocato direttamente Eugenio Hasler. Motivo dell’udienza non specificato: si poteva pensare a una promozione, addirittura.

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Il nostro prelato ci racconta come si è svolta la conversazione fra il Pontefice regnante e Eugenio Hasler. E non facciamo fatica a riconoscere in questo format altre conversazioni analoghe, sempre terminate con una decapitazione.

“Dicono che lei ha un brutto carattere, è scostante, è prepotente…”.

– Cerco di aiutare i miei superiori nello svolgere il loro compito…

“Ha anche un posto riservato per parcheggiare la macchina al Governatorato…”.

– Sì, ma tutti ce l’abbiamo…

(Eugenio era sempre il primo ad arrivare, alle 7.30 era già lì, venti minuti prima degli altri).

“Ma lei cambia anche spesso la macchina?”.

 Sono utilitarie. Le guardie svizzere, che hanno la macchina fuori dogana, targata CV, dopo un anno e mezzo o due di servizio ritornano in Svizzera , quindi hanno comprato la macchina e la cedono…

E alla fine, la conclusione:

“Lei non si preoccupi dei suoi superiori, parlerò io con loro”. E poi ex abrupto: “Ma da domani non metta più piede nel suo ufficio”.

– Mi trasferisca in un altro dicastero…

“No, no, sta bene così”.

* * *

Il giorno seguente il papa ha ricevuto mons. Paolo Nicolini, e gli ha affidato, oltre al resto, la responsabilità delle visite turistiche a Castelgandolfo.

Più sotto trovate brani presi da Korazym.org. Una considerazione finale. Penso che se tutte le belle parole che il Pontefice pronuncia in tema di eguaglianza, giustizia, solidarietà, e così via non sono un mero esercizio retorico dovrebbe avere l’onestà di aprire un’inchiesta, trasparente e alla luce del sole, su una persona la cui vita è stata devastata in una maniera degna del peggiore dispotismo.

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Ed ecco alcuni brani tratti dall’articolo di Korazym.org: 

«Spes contra spem. Il post coronavirus “ci trovi con gli anticorpi necessari della giustizia, della carità e della solidarietà”. È l’esortazione-auspicio che Papa Francesco ha formulato in un articolo scritto per la rivista spagnola “Vida Nueva” e tradotto da “L’Osservatore Romano”, con il quale delinea quello che definisce “plan para resuscitar”. “Un piano per risorgere”.

“In questo caso la lista dei laici “cacciati” da Papa Francesco si allunga. Ne citiamo solo alcuni illustri personalità di altissimo rango, “cacciati su due piedi” in modo irrituale e inconsueto, senza un regolare procedimenti: l’ex Comandante del Corpo della Guardia Svizzera Pontifica, Colonello Daniel Rudolf Anrig (31 gennaio 2015); l’ex Revisore Generale della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, Dott. Libero Milone (21 giugno 2017); l’ex Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano e Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, Dott. Domenico Giani (14 ottobre 2019). Poniamo questo modus operandi sotto la nostra lente, poiché tutto ciò evidenzia che la riforma di questo pontificato appare essere di fatto “la cacciata” (insieme a “rottamazione” e “asfaltazione”).

Infine, abbiamo rilevato, che dentro il Palazzo del Governatorato S.C.V. va approfondita un’inchiesta. Pensiamo che lì dentro la situazione si sta facendo molto calda, perché qualcuno ha fatto uscire prima che siano state diramate ufficialmente due lettere, del numero uno e del numero due del Governatorato S.C.V. E questo è un fatto gravissimo. Ripetiamo nostro suggerimento che questa inchiesta potrebbe essere condotta con molto profitto, magari con il supporto di chi ha già diretto tale ufficio, cioè l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, “allontanato a Washington” il 19 ottobre 2011 e di un suo sottoposto, “cacciato” il 31 marzo 2017, cioè il Segretario particolare del Segretario Generale del Governatorato S.C.V., Eugenio Hasler, sempre rimasto in silenzio da allora.

Rispetto per un uomo, e una carezza alla dignità sua e della sua famiglia

Oggi, trattando questo uomo con rispetto, gli vogliamo regalare una carezza alla dignità sua, della sua madre e del suo padre.
È prassi consolidata – e posso testimoniarlo ex professo (diversi furono le lettere anonime contro di me, stilate dai vaticanisti di turno, recapitate in Segreteria di Stato e ritualmente destinate all’oblio – che nelle amministrazioni pontificie lettere anonime vengono cestinate, sempre. Invece, nel caso della prima lettera anonima ci fu una decisione di portarla all’attenzione del Papa e di far fare accertamenti dalla Gendarmeria S.C.V. sul conto di Eugenio Hasler. Prendere queste decisioni non possono farlo coloro che governano lo Stato della Città del Vaticano, ma è competenza della Segreteria di Stato. Il risultato fu un Casellario penale con “NULLA”… e “la cacciata”.
Oggi vogliamo essere voce di chi è rimasto in silenzio per tre anni. Vogliamo dare voce a chi la voce è stata tolta in maniera inconfessabile e inqualificabile, piuttosto che inspiegabile, in un’operazione altrettanto inqualificabile e inconfessabile, sotto tutti gli aspetti, senza un minimo di regolare provvedimento disciplinare, dai quali ogni essere umano dovrebbe poter difendersi. Ma si sa come funziona uno Stato di regime. E a questo punto fa paura.
Eugenio Hasler ha chiesto più volte, anche per iscritto, di poter aver un regolare processo disciplinare o penale. Non ha mai ricevuto risposte. Sono state inviate anche lettere a firma di ex colleghi, di parenti, di amici e della mamma al Papa regnante. Nessuno ha mai ricevuto una risposta.
Non è difficile immaginare perché Eugenio Hasler non ha parlato con nessuno in questi tre anni, sia per delle “velate” minacce ricevute “da chi conta”, sia perché non avrebbe avuto alcuna possibilità di trovare giustizia.
Da un giorno all’altro, la sua vita – e quella della sua famiglia – sono state letteralmente distrutte. Senza un minimo di giustizia, di misericordia, di pietà. La sua cacciata per ordine del Papa regnante fu del tutto inusuale, irrituale ed arbitraria, senza alcun preavviso e senza alcuna lettera di licenziamento (a tutt’oggi non ne è traccia), senza che gli sia stata accordata la possibilità di difendersi da infondate accuse. Queste infamanti accuse furono fatte filtrare tramite una vaticanista senza scrupoli e persino aggravate rispetto a quelle gli furono elencate verbalmente dal Papa regnante al suo funzionario e cittadino. Questo filtraggio fu senza ombra di dubbio diramata ad arte da corvi dall’interno, gestiti da una mente raffinatissima.
Nessun rispetto della privacy, nome e cognome sbandierato ai quattro venti, in una “notizia” confezionata ad arte per suscitare sensazionalismo mediatico, con le pesantissime conseguenze facilmente immaginabili sul suo futuro umano e professionale.
Chi “toglie il lavoro agli uomini, fa un peccato gravissimo”, ha detto Papa Francesco rivolto ai lavoratori di Sky Italia nell’Udienza generale del 15 marzo 2017.
“Nessun lavoratore senza diritti”, ha scritto Papa Francesco nella “Lettera ai Movimenti Popolari” del 12 aprile 2020.
Cosa avrebbe potuto fare questo giovane e brillante funzionario, cittadino vaticano, figlio di una famiglia rispettabilissima nello Stato, di cui si fidavano e a cui si affidavano quattro successivi Segretari Generali del Governatorato S.C.V., suoi diretti superiori?
La sua dignità fu calpestata e sul suo conto sono state diffuse ad arte notizie diffamanti, infamanti, calunniose, mai verificate. E questo dopo aver prestato il suo altissimo servizio nel Governatorato S.C.V. con dedizione, generosità e passione, fino a quel terribile 27 marzo 2017. Consapevole dell’onore e del privilegio di cui si sentiva destinatario e depositario. Fedele al giuramento che aveva prestato. Cercando di dare il meglio di sé, così come si era comportato nello svolgimento del suo precedente lavoro in Roma, con tutti i limiti della sua natura e di qualche difetto caratteriale, che lui non nega e che lui non nasconde.
La sua disponibilità di chiedere scusa non fu presa in considerazione, perché il motivo per la sua “cacciata” era altro.
Tante le vicissitudini, che Eugenio Hasler ha affrontato nei suoi circa dodici anni di servizio nel Governatorato, duranti i quali ha accumulato molti nemici influenti, perché non era corrotto e non si fece corrompere. E ne so qualcosa ex professo, perché ho avuto non poche occasioni di conoscere l’ambiente – e dei personaggi “influenti” – dall’interno del Governatorato, in quasi 30 anni di servizio alla Santa Sede.

Il silenzio non ha pagato e dopo tre anni…

Dopo tre anni esatti, il 28 marzo 2020 Eugenio Hasler ha deciso di parlare, con un post sul suo diario Facebook:
«Con oggi si compiono tre anni dal “fatto” o dal “caso”: insomma chiamatelo come volete. Il 27 marzo 2017 ricevevo un biglietto di convocazione, freddo, impersonale, nel quale venivo appellato come a tutti dicevo di non volere: cavaliere. E so benissimo chi e perché invece ha dichiarato ai giornalisti che amavo farmi chiamare cavaliere, anzi lo avrei addirittura preteso.
Il tutto però parte parecchi mesi prima con l’invio di lettere “anonime” a vari personaggi di spicco in Vaticano. Quasi tutti destinatari pilotati. Di fatti, in dieci anni di lavoro in una Segreteria Generale ne ho viste di lettere anonime: tutte, puntualmente cestinate senza dare alcun credito. Era la regola. Alcune erano molto dettagliate e precise, oserei dire, ipoteticamente veritiere. Quella di cui ho pubblicato alcuni stralci e seguirà il completamento, è stata presa come spunto per addebitarmi colpe nel colloquio del 28 marzo 2017, esattamente tre anni fa.
Ora, non è difficile comprendere la dinamica di chi e come possa aver fatto passare per veritiere cose assolutamente non vere o delle quali esistono prove inconfutabili del contrario (ovviamente mai prese in considerazione).
Come pure è estremamente facile capire e sapere chi ha dettagliatamente prodotto i numeri delle ore straordinarie da me effettuate, tralasciando di dire però che non era il sottoscritto a decidere di farle e a disporre a piacimento. Chi ha disposto il pagamento tassativo delle ferie arretrate (una persona che ha voluto farlo per tutti i dipendenti e non solo per me) e di conseguenza chi era a conoscenza della cifra esatta che fu calcolata per definire l’importo da me rifiutato ma che fui obbligato ad accettare perché bonificato in modo coatto.
Chi si è recato personalmente presso la filiale della banca?
Infine chi ha inventato che la copertura in vetroresina di un terrazzo fosse stata realizzata in amianto e avesse messo a rischio l’incolumità di chissà chi…
Ben inteso, si tratta di persone ben distinte tra loro, che hanno ben volentieri promosso ed eseguito ordini di una mente.
Dopo tre anni alcune cose vengono a galla, altre necessiteranno di qualche tempo in più. Ma è giusto che si sappia. Poiché quasi tutte queste persone, sottolineo quasi tutte, sono ai loro posti di comando ed in parte ricoprono posti di maggior rilievo (ovvero promozioni)… Non si tratta di solo laici.
A tre anni di distanza non si può dire che Hasler ha scelto la via del silenzio. Tuttavia, Hasler non è un mercenario e non parla per soldi. Hasler parla solo ed esclusivamente perché vuole la verità, ben conscio che è un termine sconosciuto ad alcuni. Hasler è stato preso per troppo tempo in giro, perché “tanto non parla”… I ricatti striscianti e meno striscianti sono stati moltissimi. Le voci messe in giro altrettante.
Tre anni sono tanti… Il silenzio non ha pagato. Il caso risulta archiviato senza alcune se ed alcun ma…
Nessuno ha voluto verificare nulla. E soprattutto nessuno ha voluto interpellare me. Solo scansarmi, cambiare marciapiede, ecc. E fornire numeri di cellulare e nomi ai giornalisti.
Voci su interessamenti al caso, su aiuti a me ad alla mia famiglia… Tutte voci messe in giro come “chiacchiere da lavandaia”. Sappiamo da parte di chi ed il perché. Del resto la lavanderia ha molti addetti. Addetti che vantano anche una credibilità.
Il ricordo, come una ricorrenza annuale delle ferite che ancor sanguinano in abbondanza.
Per chi vorrà leggere e continuare a seguire il “caso”.
A tutti voi, a tutti noi, un abbraccio (a distanza) e l’auspicio che questo periodo di difficoltà collettivo e comunitario possa essere presto superato!»
(Eugenio Hasler – Facebook, 28 marzo 2020 – III Anniversario).

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