La Chiesa chiede le celebrazioni con il popolo

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“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Così duramente si chiude la nota della Conferenza episcopale italiana dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che ha presentato il nuovo Dpcm sulla fase 2, non concedendo ancore le celebrazioni eucaristiche con il popolo:

“…sono sospese le cerimonie civili e religiose; sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di parenti di primo e secondo grado e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine protettive e rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale”.

Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la messa con il popolo, come ha detto in conferenza stampa il premier Conte, ‘gelando’ le esigenze dei fedeli: “Ringrazio la CEI e comprendo la sofferenza dei credenti, impossibilitati a frequentare le funzioni religiosi, ma al momento il comitato tecnico-scientifico ha espresso l’impossibilità ad un ampliamento della partecipazione popolare”.

La decisione del premier Conte su indicazione del Comitato Tecnico Scientifico non è stata del tutto condivisa in seno al governo, come ha dichiarato all’Ansa la ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia, Elena Bonetti : “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose… Non ho mai condiviso questa decisione e non credo ci assolva riferirci alla rigidità del parere del Comitato tecnico scientifico. Sta alla politica tutelare il benessere integrale del Paese, e la libertà religiosa è tra le nostre libertà fondamentali”.

E la nota della Presidenza della Cei ha sottolineato la vanificazione dei contatti nelle settimane scorse ed il rischio della minaccia della libertà di culto, come è scritto nel Concordato: “Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo”.

La Cei ha sottolineato duramente nella nota il mancato rispetto da parte del governo dell’autonomia della Chiesa: “Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità (dare indicazioni precise di carattere sanitario) e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.

Ed il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Pieve, nella messa domenicale ha ribadito l’esigenza dell’Eucarestia: “Signore noi abbiamo bisogno di te. Dei tuoi gesti e delle tue parole: speriamo di poter tornare presto a celebrare l’Eucarestia!

Te lo chiediamo col cuore, perché abbiamo bisogno di sentire da te la spiegazione delle Scritture, ma soprattutto abbiamo bisogno che la nostra vita si dipani davanti alla tua Parola e non continui ad arrotolarsi su sé stessa, perché questo è il rischio che noi corriamo. Abbiamo bisogno che la Parola di Dio e il cibo dell’Eucaristia, soprattutto, dipanino questo gomitolo che è la nostra vita”.

E nella lettera settimanale ai fedeli il cardinale aveva scritto che si dovevano riprendere le celebrazioni alla presenza del popolo: “Ma ‘guardare’ la Messa non è celebrarla. Messe senza popolo, popolo senza Messa. Si è cercato di puntare sulla maturità e sulla responsabilità del popolo cristiano, sulla sua capacità di meditare e di accogliere e celebrare la parola di Dio e di pregare anche la Liturgia delle Ore…

Ma ora, lo dico in coscienza a tutte le istituzioni, è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti, naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici”.

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