Speranza per guarire dal Covid-19 viene dal plasma delle persone guarite. Sperimentazione agli ospedali San Matteo di Pavia e Carlo Poma di Mantova

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Dati Covid-19 comunicato dal Dipartimento della Protezione Civile alle ore 18.00 del 20 aprile 2020

In isolamento domiciliare: 80.758 (+169)
Ricoverati con sintomi: 24.906 (-127)
In terapia intensiva: 2.573 (-62)
Deceduti: 24.114 (+454)

Verifica del “trend” dell’epidemia (calcolato dallo Staff del “Blog dell’Editore” con il sistema “tutor”)

Media giornaliera dei decessi (dal 21 febbraio al 20 aprile 2020): 402 (+1)
La media giornaliera dei decessi sembra di essersi stabilizzato. Per essere incisivo dovrebbe ripetersi nel tempo definendo finalmente il trend in calo.
Vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, nella speranza di vedere sempre più basso il dato dei decessi.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi
[A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]
Numero giorno -Data – Decessi del giorno * (Totale decessi) – Media giornaliera dei decessi (arrotondata)

1 – 21.02 – 1 (1) – 1
2 – 22.02 – 1 (2) – 1
3 – 23.02 – 1 (3) – 1
4 – 24.02 – 3 (6) – 1
5 – 25.02 – 1 (7) – 1
6 – 26.02 – 5 (12) – 2
7 – 27.02 – ? (?) – ?
8 – 28.02 – ? (21) – 3
9 – 29.02 – 8 (29) – 3
10 – 01.03 – 5 (34) – 3
11 – 02.03 – ? (?) – ?
12 – 03.03 – ? (79) – 7
13 – 04.03 – 28 (107) – 8
14 – 05.03 – 41 (148) – 11
15 – 06.03 – 49 (197) – 13
16 – 07.03 – 36 (233) – 15
17 – 08.03 – 133 (366) – 22
18 – 09.03 – 97 (463) – 26
19 – 10.03 – 168 (631) – 33
20 – 11.03 – 196 (827) – 41
21 – 12.03 – 189 (1.016) – 48
22 – 13.03 – 250 (1.266) – 58
23 – 14.03 – 175 (1.441) – 63
24 – 15.03 – 368 (1.809) – 75
25 – 16.03 – 349 (2.158) – 86
26 – 17.03 – 345 (2.503) – 96
27 – 18.03 – 475 (2.978) – 110
28 – 19.03 – 427 (3.405) – 122
29 – 20.03 – 627 (4.032) – 139
30 – 21.03 – 793 (4.825) – 161
31 – 22.03 – 650 (5.475) – 177
32 – 23.03 – 602 (6.077) – 189
33 – 24.03 – 743 (6.820) – 207
34 – 25.03 – 683 (7.503) – 221
35 – 26.03 – 662 (8.165) – 233
36 – 27.03 – 969 (9.134) – 254
37 – 28.03 – 889 (10.023) – 271
38 – 29.03 – 756 (10.779) – 284
39 – 30.03 – 818 (11.597) – 297
40 – 31.03 – 831(12.428) – 311
41 – 01.04 – 727 (13.155) – 321
42 – 02.04 – 800 (13.915) – 331
43 – 03.04 – 766 (14.681) – 341
44 – 04.04 – 681 (15.362) – 349
45 – 05.04 – 525 (15.887) – 353
46 – 06.04 – 636 (16.523) – 359
47 – 07.04 – 604 (17.127) – 364
48 – 08.04 – 542 (17.669) – 368
49 – 09.04 – 610 (18.279) – 373
50 – 10.04 – 570 (18.849) – 377
51 – 11.04 – 619 (19.468) – 382
52 – 12.04 – 431(19.899) – 383
53 – 13.04 – 566 (20.465) – 386
54 – 14.04 – 602 (21.067) – 390
55 – 15.04 – 578 (21.645) – 394
56 – 16.04 – 525 (22.170) – 396
57 – 17.04 – 575 (22.745) – 399
58 – 18.04 – 482 (23.327) – 402
59 – 19.04 – 433 (23.660) – 401
60 – 20.04 – 454 (24.114) – 402

* Dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.

Sotto la nostra lente

I decessi in 4 regioni del Sud:
Calabria 75
Puglia 326
Sicilia 203
Campania 309

Sotto la nostra lente continuiamo ad osservare il dato Calabrese che non ci convince per nulla.
A noi piacciono i paragoni e abbiamo messo a confronto le quattro regioni del Sud protagoniste dell’esodo dal nord dello scorso marzo da parte dei rispettivi studenti fuori sede. Secondo noi queste quattro regioni dovrebbero viaggiare su dati simili e tre di queste più o meno lo fanno: comunque tutte e tre hanno superato quota 200 decessi. Ma la Calabria resta molto lontano da questo dato e questo è un fatto secondo noi preoccupante, perché il bavaglio che la Santelli ha messo alle aziende ospedaliere provinciali da qualche settimana, probabilmente sta dando i suoi frutti, per mantenere i numeri calabresi molto bassi.
Nella speranza di sbagliarci continueremo ad osservare il dato Calabrese, che secondo noi resta “non conforme”.

9 contagiati ufficiali, 11 contagiati secondo nostre informazioni.
Il nostro ultimo articolo parlava di 4 casi dei Musei Vaticani, che la comunicazione della Santa Sede sta svelando piano piano (tacendo l’informazione sull’amministrazione per cui lavora l’ulteriore contagiato ufficiale, solo genericamente SCV e Santa Sede. La domanda è: perché tutta questa segretezza? Fino a nuovo ordine: comunicazione incompleta, rarefatta, opaca, impantanata nella melma di regime.

Da parte della Santa Sede preso atto, realismo, lungimiranza. La questione coronavirus si potrebbe risolvere risolvere a breve termine solo “per miracolo”.

RaiPlay – Playlist24 – Petrolio – La speranza per guarire dal Covid-19 viene dal plasma delle persone guarite

La sperimentazione nell’ospedale di Mantova, all’avanguardia nelle terapie anti-Coronavirus: “Miglioramenti immediati – dicono i medici – la parte liquida del plasma iper immune, ricco di anticorpi specifici”.
Il plasma, la parte liquida del plasma iper immune, ricco di anticorpi specifici anti coronavirus, ma su 100 donatori non più di 20 sono idonei e hanno anticorpi cosidetti neutralizzanti. Ecco come funziona la sperimentazione nell’ospedale di Mantova all’avanguardia nelle terapie da coronavirus nel servizio di Daniela Cipolloni del programma «Petrolio» (Rai2) di Duilio Giammaria.

La madre di Diego Tarchini, architetto 43enne, racconta il decorso clinico del figlio, clinicamente guarito e in convalescenza perché uno dei suoi polmoni è stato duramente attaccato dal virus. Ma il peggio è passato, grazie al metodo terapeutico applicato all’ospedale Carlo Poma di Mantova che ha aderito al protocollo di cura con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia. Il primario di Pneuomologia: “Abbiamo 25 pazienti in arruolamento. Di questi posso dire che 12 hanno completato il percorso terapeutico e sono guariti”
di Emanuele Salvato
Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2020

Ha superato il Codiv-19 grazie alle infusioni di plasma iperimmune prelevato da altri pazienti già guariti. Diego Tarchini, architetto 43enne mantovano, oggi può dirlo visto che il suo tampone è negativo, anche se rimane in convalescenza perché uno dei suoi polmoni è stato duramente attaccato dal virus e sta affrontando un lungo percorso di riabilitazione respiratoria. Ma il peggio è passato, grazie al metodo terapeutico applicato all’ospedale Carlo Poma di Mantova che ha aderito al protocollo di cura con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia. Il plasma dei pazienti guariti dal Covid, infatti, è ricco di anticorpi specifici che – stando ai primi risultati – aiutano i pazienti ancora malati a combattere il virus.
Diego vive e lavora a Bergamo insieme alla moglie e alla loro bimiba di 6 anni, tuttora in quarantena nella città lombarda. “Mio figlio – spiega Giovanna Gamba, la mamma di Diego, farmacista e presidente del Bamco Mantova, la Banca Autologa/Allogenica del Cordone Ombelicale – ha iniziato a stare male intorno al 20 marzo. Febbre alta, fra i 39,5 e 40̊, spossatezza. Ha chiamato subito il medico di famiglia”. Il dottore, continua la madre di Diego, “ha detto che si sarebbe potuto trattare di coronavirus, ma vista la sua giovane età avrebbe potuto curarsi a casa”. Con tachipirina e antibiotici: “Ma la situazione non migliora. Anzi, sta sempre peggio. La moglie chiama il 112, l’Ats, ancora il medico di famiglia. Ma la risposta è sempre quella”. Dopo dodici giorni passati in questo modo, senza che gli venisse fatto il tampone, il 2 aprile Diego prende il telefono e chiama i genitori.
“Erano le 5 di mattina – spiega la madre – Mi dice che sta malissimo e che non ce la fa più”. Alle 9 viene recuperato da un mezzo della Croce Rossa e il 43enne viene trasferito all’ospedale di Mantova. “Era in condizioni gravi – prosegue – tanto che dopo un rapido passaggio al pronto soccorso viene subito portato in terapia intensiva. Finalmente gli viene fatto il tampone: positivo. Le analisi eseguite dimostrano che il virus aveva aggredito tre quarti di un polmone”. Diego viene trattato con antivirali e aiutato nella respirazione, non intubato.
“Stava ancora male – prosegue la madre – quindi, sapendo che l’ospedale di Mantova ha aderito al protocollo di cura con le trasfusioni di sangue iperimmune prelevato da pazienti guariti dal Covid-19, chiedo ai medici che mio figlio venga inserito in questo percorso terapeutico, assumendomene, con mio marito, tutte le responsabilità”. Diego inizia le terapie trasfusionali il 5 aprile, domenica, e il martedì, racconta sempre la madre, la febbre era sparita. “Inizia a stare sempre meglio – continua – fino a quando l’esito del tampone è diventato negativo. Ora è in convalescenza e ha bisogno di riabilitazione respiratoria, perché il coronavirus gli ha aggredito violentemente un polmone, ma migliora e anche il tampone eseguito venerdì è risultato negativo. Per questo mi sento di lanciare un appello a favore di questa terapia trasfusionale e invito i pazienti guariti a donare il loro plasma. È fondamentale”.

Mantova sono sempre di più i donatori guariti – risultati negativi a due tamponi eseguiti a distanza di 24 ore – resisi disponibili al prelievo. I donatori vengono poi valutati dal servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Carlo Poma, diretto da Massimo Franchini, che stabilisce la loro idoneità al prelievo. “A oggi – spiega il dottor Franchini – si può considerare il plasma iperimmune come l’unica cura specifica attualmente disponibile. Questa terapia è stata usata con successo anche nelle precedenti epidemie, meno gravi di questa, di Sars e Mers nel 2012 e 2013. Con ottimi risultati. Ci sono decine di pubblicazioni che dimostrano l’efficacia di questo trattamento”. Da un punto di vista tecnico, come spiega il dottor Franchini, “ogni sacca di plasma, prima di essere trasfusa, viene “virus inattivata” con una metodica particolare che rende massima la sicurezza del prodotto”.
E, come dimostra il caso di Diego e sottolinea il dottor Franchini, i primi risultati ottenuti sono molto incoraggianti. Lo evidenzia anche il direttore della Pneumologia Giuseppe De Donno, medico in prima linea nell’emergenza e molto attivo sui social che usa per sensibilizzare e informare il maggior numero possibile di persone: “Ad oggi – spiega – abbiamo 25 pazienti in arruolamento. Di questi posso dire che 12 hanno completato il percorso terapeutico e sono guariti. Alcuni devono proseguire la convalescenza a casa oppure effettuare riabilitazione respiratoria, ma sono clinicamente Covid guariti”.
Il caso di Diego – prosegue De Donno – è emblematico: “È arrivato nel mio reparto molto provato, in condizioni critiche. Lo abbiamo trattato con ventilazione meccanica e ossigenazione. E poi con l’infusione del plasma iperimmune: in due giorni è migliorato tantissimo, tanto che abbiamo tolto la ventilazione meccanica e l’ossigenoterapia”. Per far sì che il protocollo sia efficace serve anche una grande sintonia fra le diverse specialità interessate dalla malattia: immunoematologi, pneumologi, anestesisti e rianimatori. ” A Mantova – spiega De Donno – questa sintonia c’è e i risultati sono sotto agli occhi di tutti”. Un problema di questa terapia con il plasma può essere quella di reclutare donatori ma, dopo le difficoltà iniziali, oggi arrivano molte richieste da parte di persone guarite che si rendono disponibile: “Negli ultimi giorni – spiega De Donno – ho aperto l’email e avevo 150 richieste da parte di donatori che volevano fare la loro parte. Siamo sulla strada giusta”.

Dottor Giuseppe De Donno, autore dell’ormai famoso #nonsiamomammalucchi, Primario del reparto di pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, l’unico insieme a quello di Pavia, che sta sperimentando con ottimi risultati, il plasma dei pazienti guariti, per migliorare le condizioni dei malati di Covid-19.

La Nuova Zelanda preferisce un diario cartaceo alla app

Mentre l’Australia si prepara a introdurre su base volontaria una app per i telefoni cellulari che rintraccia i contagiati da coronavirus e le persone con cui vengono in contatto, il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern chiede ai cittadini di adottare un metodo più all’antica: prendere carta e penna e tenere un diario dei propri movimenti, «una breve nota di dove siete stati e con chi» (Corriere.it, 20 aprile 2020).

Su mandato del Caudillo Conte, le forze dell’ordine danno la caccia a cittadini nemmeno fossero latitanti mafiosi, interrompono celebrazioni eucaristiche e multano medici, sacerdoti, genitori di figli leucemici,… Ma non se sono immigrati… Monitorare immigrati clandestini sul territorio italiano era considerato razzista e impossibile, perché non esistevano gli strumenti per farlo. Poi arriva il coronavirus e all’improvviso la sinistra ha scoperto task force, droni, elicotteri, braccialetti, auto dichiarazioni (cioè auto denunce) e soprattutto app per tracciare ogni spostamento degli italiani, nonché ficcandogli in casa come fossero al confine. Ah, dimenticavo, la commissione per scovare fake news, cioè mettere a tacere chi non è d’accordo con il Grande Fratello. Ci aspetta un futuro luminoso.

Legambiente, smaltimento guanti e mascherine abbandonati
Far partire campagna di informazione e sensibilizzazione

“Ci arrivano le prime segnalazioni di abbandoni per strada e nelle vicinanze di alcuni supermercati di guanti e di mascherine chirurgiche monouso. In previsione di una fase 2 con la riapertura di piccole e medie aziende, di alcuni uffici facciamo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini ma soprattutto è importante far partire una campagna di informazione e sensibilizzazione seguendo le indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss)dove viene specificato come smaltire i presidi anti infezione quali mascherine e guanti”. Lo chiede Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania. “Questi articoli – aggiunge – sono tutti da conferire nella raccolta indifferenziata. È bene avvolgere questi rifiuti in due o tre sacchetti, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderli bene. Per chiudere il sacchetto è bene usare dei guanti monouso, che poi andranno in un altro sacchetto che andrà sempre nella raccolta indifferenziata. Ricordiamo che i dispositivi sanitari sono molto resistenti e potrebbero durare nell’ambiente decine di anni come accade per le buste di plastica più spesse o i flaconi di liquidi più resistenti”. “Responsabilizzare e informare i cittadini per combattere maleducazione e inciviltà è fondamentale – conclude – soprattutto per evitare di ritrovarci in autunno, quando riprenderemo le nostre campagne ambientali, a dover liberare piazze strade e giardini da tanti guanti e mascherine oltre ai soliti rifiuti in plastica”.

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