CoCoCo. Nel “dopo Coronavirus” (se ci sarà), quali libertà ci toglieranno (come fanno già)? La risposta è assai triste… Conte un pericolo e Colao non di meno

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Si tratta un argomento che abbiamo toccato già (direttamente e a margine), per quanto riguarda sia le libertà civili, sia la libertà religiosa [ Segreteria Generale CEI: Orientamento circa le celebrazioni liturgiche e la visita dei fedeli alla chiesa. Adornò: la sindrome di Stoccolma della CEI – 17 aprile 2020 ], garantite dalla Costituzione, attualmente soppresse con la scusa dell’emergenza sanitaria.

Nei 47 giorni dalla dichiarazione della calamità, abbiamo parlato della gestione dell’informazione con la censura [ Nel giornalismo la censura è consentita? Se la risposta è sì, allora non si tratta di giornalismo. È “Abysmal Spinning” ] e dei poteri occulti come Bilderberg a cui Conte, attraverso Colao, ha affidato la gestione della “ricostruzione” [ Conte sceglie l’uomo invitato nel 2018 dal Gruppo Bilderberg, per guidare la Task Force per la ricostruzione. The Bright Future – 13 aprile 2020 ].
Questo argomento della libertà individuale – di primaria importanza, che l’umanità ha acquisita dopo millenni di soppressione, di oppressione, di persecuzione, guadagnata con la lotta di moltissime generazioni – è stato offuscato dalla paura per il nuovo Coronavirus e della necessità di sicurezza sanitaria.

E l’argomento non ha solo risvolti civili e religiosi, sanitari e politici, ma anche filosofici e psicologici [ Liberi o schiavi? di Valentina Villano – 17 aprile 2020 ].

Quindi, ne parliamo.

“È un vero piano che procede progressivamente, inesorabilmente da anni. Hanno infiltrato posizioni governative che inventano task force e comitati pseudoscientifici allineati ai superpoteri transnazionali, laboratori di ricerca finanziati dal miliardario ‘filantropo’ imprenditore Bill Gates per produrre vaccini non sicuri da inoculare obbligatoriamente agli adulti e non più solo bambini. Eliminare tutte le libertà, personali e di azione, è agghiacciante il nostro torpore e acquiescenza ai ‘diktat’ che servono a coprire i fini nefasti di gente innominabile. Bisogna svegliarsi e ribellarsi finché abbiamo ancora forze interiori e agire seminando dubbi per iniziare. Per quanto riguarda le fake news, un conto è poter esprimere una opinione e un conto è mettere in circolazione notizie false, come ad esempio che gli animali domestici possono contagiarci. Le informazioni false sono dannose, altra cosa le opinioni” (Cit.).

“A fine emergenza coronavirus ci sveglieremo sotto regime senza essercene accorti?”. Ne ha già parlato un mese fa con Stefano Molinari e Fabio Duranti, il 17 marzo 2020 a “Un Giorno speciale” su Radioradio.it, il filosofo e saggista Diego Fusaro: “La nuova censura del neoliberismo”. “La lingua neoliberista vede in questi giorni un nuovo vocabolo prediletto nel termine ‘sciacallo’, viene chiamato così chiunque muova critiche dinanzi al Governo, dinanzi alle misure e dinanzi alla situazione data. Lo “sciacallo” deve quindi accettare supinamente i provvedimenti del governo, dacché siamo in emergenza. In quest’emergenza viene sospesa la Costituzione, ma non è così remota l’ipotesi che di qui in avanti di questo passo venga anche sospesa la libertà d’espressione, perché effettivamente si potrebbe dire che chi porta avanti tesi non allineate è un complottista che mette a repentaglio la salute pubblica e può tranquillamente essere messo a tacere”.

I balconazo.

Faccio seguire tre articoli sull’argomento:

1. Sabino Cassese, Presidente emerito della Corte Costituzionale: Conte è un pericolo pubblico, «Governa con atti illegittimi». Se ne vada, è fuorilegge. Perché nessuno dice nulla? Attacco dell’ex capo della Consulta, Cassese, al presidente del Consiglio: non siamo in guerra, si è dato poteri che la Costituzione non gli attribuisce. Ma nessuno lo fa notare
di Renato Farina su Libero, 17 aprile 2020

2. Controllo, libertà, Coronavirus. Il futuro che non vogliamo
di Roberto Srelz su Trieste All News, 30 marzo 2020

3. Che clima orribile, spioni ovunque. Riecco la caccia alle streghe. Evviva le streghe! Colpa di un governo che ha soppresso le libertà civili usando la paura
di Renato Farina su Libero, 16 aprile 2020

Vittorio Colao, l’uomo Bilderberg di Giuseppe Conte.

Sabino Cassese, Presidente emerito della Corte Costituzionale: Conte è un pericolo pubblico, «Governa con atti illegittimi»
Se ne vada, è fuorilegge. Perché nessuno dice nulla?
Attacco dell’ex capo della Consulta, Cassese, al presidente del Consiglio: non siamo in guerra, si è dato poteri che la Costituzione non gli attribuisce. Ma nessuno lo fa notare
di Renato Farina
Libero, 17 aprile 2020

È ufficiale, Giuseppe Conte sta governando con provvedimenti di emergenza illegittimi. Non è un nostro azzardo da dilettanti. A denudare questo re di cartapesta è stato Sabino Cassese, Presidente emerito della Corte Costituzionale, un giurista di scienza indiscussa e di prudenza apprezzata già da Carlo Azeglio Ciampi e ora da Sergio Mattarella. Un padre della patria perdi più al di sopra di sospetti di antipatia politica verso questo governo. La sua constatazione pubblica, ma confinata nella clandestinità perché è consona a togliere lo scranno da sotto il sedere di Conte, è che sin dal primo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (in sigla Dpcm), sul quale neppure il capo dello Stato può intervenire, c’è stato un abuso, una gimcana da legulei di provincia per aggirare i paletti della democrazia. Una produzione di atti sballata e fuori dai binari dello Stato di diritto. Successivi allo sciagurato mostro, brutto almeno come il Corona, si sono succeduti decretini e decretastri, ciascuno teso a rabberciare con lo scotch una forzatura gravissima in una Repubblica parlamentare con la consegna al premier di prerogative quasi fosse un dittatore. Ha attribuito perciò a sé stesso poteri che solo la Costituzione di Bananas potrebbe consentirgli. Ha tolto ai cittadini l’uso delle libertà civili, spremendo dalle leggi contenuti irrazionali e inventandosi comitati al di fuori di qualsiasi decenza giuridica e con poteri appoggiati alla assoluta discrezionalità di un principe assoluto anche nell’ignoranza, Giuseppe Napoleone. Anzi almeno fosse un Napoleone. Qui siamo al colpo di mano di Pulcinella, con molto rispetto per la maschera. I risultati di questo abuso? Non si riesce a immaginare di peggio. Almeno fosse stato un Mandrake, uno capace di sfruttare leve di comando, che non gli sarebbero spettate, per salvarci. Allora lo sbrego costituzionale saremmo qui a parlare di “Felix culpa”, come scrisse Sant’Agostino a proposito del pasticcio di Adamo ed Eva. Ma qui il peccato originale non ha preceduto nessuna redenzione, ma la tragedia in corso e che sta generando fame, fumo e freddo.
PROFESSORE?
Il fatto è che probabilmente questi poteri se li è presi per sbaglio, ma possibile che nessuno lassù non se ne sia accorto? Doveva essere un austero vegliardo come l’84enne Cassese a farlo notare sia pure due mesi e mezzo dopo il blitz illegittimo? Con ironia l’ex presidente della Consulta fa riferimento ai titoli accademici del premier: «A Palazzi Chigi c’è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo». Dolo o ignoranza? In entrambi i casi si tratta di una appropriazione indebita: qualcuno lo fermi, ad esempio ci sarebbe il Parlamento, e lo spedisca nello studiolo da dove è stato pescato non si sa in base a quali pregi o consuetudini da tale Alfonso Bonafede, accreditato da Luigi Di Maio, garantito da Beppe Grillo, e infine nominato a capo di due governi dal Capo dello Stato. Meriti introvabili, ma ascesa costituzionalmente ineccepibile. Adesso però si tratta di notare un particolare grande come una montagna. Un bambinetto è salito su un bulldozer senza patente e rubandolo alla Repubblica italiana, e sta spianando i diritti di libertà come fossero ecomostri, e ha consegnato 60 milioni di cittadini agli arresti domiciliari senza ora d’aria, non riuscendo in nessuno degli scopi annunciati, cioè difenderci dalla malattia e dalla rovina economica. In questo Paese dove si vuol usare il Corona per far sparire gli anziani, è un altro signore 85enne, che partito da operaio ha guidato grandi industrie e sa distinguere come nessuno fasti e nefasti d’Italia, a dimostrare la pericolosità di Conte come amministratore delegato di questo Paese dotato di poteri straordinari. Riccardo Ruggeri chiede all’azionista di maggioranza (il Parlamento) di prendere atto dei risultati e di cacciare l’ad). Ru ggeri ha raccontato, come giustificazione per il licenziamento in tronco, un episodio inaudito (Italia Oggi). È l’apparizione del premier in catalessi alla riunione con la Commissione per la ricostruzione (illegittima pure essa) presieduta da Vittorio Colao. Conte ha esordito: «Trovate soluzioni urgenti ed efficaci». Ma come? Sono passati 47 giorni dalla dichiarazione dello stato di calamità (anch’esso pescato dribblando la legge) e quest’uomo, che ha accentrato ogni potere, derubando prerogative persino ai suoi ministri oltre che alle Camere e al Capo dello Stato, adesso si affida a un comitato di quasi venti persone perché estraggano il coniglio dal cappello? Si sarebbe dovuto esporre e proporre e farsi approvare già da tempo lui stesso la via d’uscita, tempi e modi, a questa emergenza da pandemia. D’accordo, tutti i leader del mondo hanno inciampato in errori e contraddizioni, ma nessuno si è dimostrato così marzialmente armato per poi menare lo spadone nel vuoto. Se non era per avere «soluzioni urgenti ed efficaci» per quali ragioni sensate ci ha messo in galera? Lo ha fatto alla cieca, fa sapere a Colao e c., ora anche con il tremolio delle mani, il volto perennemente depresso che distrugge la sua retorica da ginnasiale ottimista perché conta di copiare i compiti da quelli bravi. E un pericolo, se ne vada. In buona fede o no, si renda conto della sua inadeguatezza e si ritiri. A questo punto, ci poniamo un’altra questione assai grave. Perché pur essendo noti questi obbrobri incostituzionali eppure si fa come nulla fosse? Parliamo di quanti re?:ono lo Stato e/o le redini dell’opinione pubblica con mezzi molto più potenti di Libero: zitti. E per omertà complice o per carità di patria, non volendo causare, con la messa in scacco di un premier unfit (inadeguato) lo choc ad un Paese già in grave difficoltà? Scartiamo la seconda ipotesi. La democratica defenestrazione di Conte sarebbe un refolo di aria pura, uno zaffiro sereno per il popolo, che si tirerebbe su di morale. Cambiare governo, arrivare a qualcosa che somigli all’unità nazionale, sarebbe una buona notizia o forse no. Comunque sarebbe meglio di adesso.
IL DIALOGO
Perché questa omertà pertanto? Sabino Cassese è tra gli editorialisti di punta del Corriere della Sera, è apparso sui Tg a esprimere pareri costituzionali forti. Invece ha stavolta espresso i suoi giudizi devastanti su un quotidiano nobile ma semiclandestino, Il dubbio. L’intervista è in realtà un colloquio con un insigne giurista, Paolo Armaroli, solitamente editorialista del Sole 24 ore, anch’egli sugli 80. Il titolo di questo dialogo è un colpo di frusta. Dice: «La pandemia non è una guerra (tesi questa già espressa da Vittorio Feltri in un editoriale, “Chi vi dice che è una guerra sta delirando”, 26 marzo, ndr). I pieni poteri al governo sono illegittimi». Afferma Cassese: «Il primo decreto era fuori le y: e. Poi è stato corretto il tiro con il secondo decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. C’è taluno che ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza». Come insegna Machiavelli, un principe si giudica dal livello dei collaboratori.«Invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio, bastava ricorrere, almeno per i più importanti, a decreti presidenziali… È forse eccessivo parlare di usurpazione dei poteri, ma ci si è avvicinati». Qualcuno lo allontani, per favore. Conte è un pericolo.

Controllo, libertà, Coronavirus. Il futuro che non vogliamo
di Roberto Srelz
Trieste All News, 30 marzo 2020

Alcuni fra i sindaci italiani, qualche giorno fa, hanno iniziato a utilizzare droni. Chi per fotografare, chi per minacciare o far vergognare (con appelli e voci registrate) le persone sorprese a infrangere ‘la legge’ (decreto d’emergenza del presidente del Consiglio dei Ministri) mentre camminavano, anche da sole, a volte a poche decine di metri da casa. In alcune occasioni, qualsiasi scusa per indossare una giacca d’uniforme (anche senza averne il diritto o l’onore, anche quando non è opportuno) sembra buona; il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri ha inoltre spostato un referendum molto importante di cui per ora non si parla più, e il Parlamento, in questi giorni, è quasi scomparso. Vediamo.
Esistevano, in passato, prima di Facebook e degli Smartphone, i giochi di comitato; oggi questi esperimenti sociali si fanno poco spesso. Un gioco di comitato è un passatempo che si fa fra un gruppo di persone: ciascuno fa finta di essere qualcun altro, indossa idealmente una maschera e ricopre il ruolo di uno dei membri di un gruppo esecutivo (da qui il nome) di qualche tipo, che si trova di fronte a una situazione e deve prendere una decisione sulla base di input esterni: l’esempio classico è quello della stanza dei bottoni durante una guerra simulata, o della giuria del tribunale chiamata a esprimersi su colpevole o innocente. Questi giochi hanno normalmente poche regole e procedure semplici: azione, informazioni, reazione. Spesso, per rendere il gioco più realistico e appassionante, si inseriscono degli obiettivi segreti, conosciuti solo da uno o due giocatori, divergenti da quelli degli altri. L’insieme delle decisioni del comitato viene poi valutato da arbitri, e si vede che cosa è successo rispetto agli obiettivi e chi ha vinto. Ebbene uno degli esperimenti consueti di chi si appassiona a questi giochi, che hanno una forte valenza psicologica anche in ambito aziendale e militare, è vedere quante delle persone partecipanti hanno saputo resistere alla tentazione, nel momento in cui gli viene offerta, di diventare dei tiranni, eliminando le libertà degli altri giocatori allo scopo di raggiungere il proprio obiettivo. Di fronte a una parte di comportamenti pubblici visti in questi giorni di Coronavirus, alcuni dei quali raccolti in un video (non) divertente sui sindaci italiani che ha fatto il giro del mondo, viene da chiedersi quanti dei rappresentanti da noi eletti e posti ai vertici dell’emergenza abbiano partecipato, se non a un gioco di comitato, almeno a una simulazione di crisi.
Forse siamo ingenerosi; il nostro metro di valutazione è distante da quello dei sindaci, è quello di persone chiuse in casa e forse di giornalisti. Alcune dichiarazioni, però, fatte non solo dal sindaco che dice di voler usare il lanciafiamme ma anche da chi prima perseguiva carriere incentrate sui diritti umani e sull’accoglienza, spaventano; specie quando parlano di una situazione in cui la definizione di cosa siano i diritti umani, le libertà, la Costituzione italiana vada necessariamente (secondo loro) riesaminata, modificata, emendata, rivalutata e ciascuno di noi può usare la parola che preferisce per commentare le notizie che si leggono oggi sui quotidiani. Senza trascurare cosa accade in uno stato dell’Unione Europea poco più in là, dove un leader, di fronte a una situazione con 15 morti e 500 casi di Covid-19 confermati su una popolazione di poco meno di 10 milioni di abitanti (una percentuale dello 0,05 per cento), di fatto revoca la libertà di parola e sospende le attività del parlamento. Nelle settimane scorse, alcuni italiani sono diventati figure odiate perché allontanatesi di casa (senza cane), solo per passeggiare, salvo poi scoprire (dopo fotografie e denunce alle forze dell’ordine) che si trattava di medici che rientravano dopo il lavoro. Alcuni altri ‘bravi cittadini’, trasformatisi in agenti dei servizi segreti in incognito, hanno chiamato la polizia perché nel giardinetto (privato) c’erano ‘assembramenti’ (di 3 bambini) e confusione legati a un compleanno: è accaduto a Trieste, a Valmaura, con conseguente intervento della volante e pianto dei bimbi. In altri casi ancora, l’autista dell’autobus locale, occhiali da sole e lente nera anche in una giornata fredda e uggiosa, ha bloccato il mezzo, e fatto scendere le persone perché ‘erano un po’ troppe’: ben 9 persone su 70 di capienza. Dei binocoli e teleobiettivi alla mano si è già parlato.
È il nuovo futuro che non vogliamo: è persino macabro, molto macabro nel momento in cui sovraimpressa al video della cantante su Youtube ti passa la pubblicità dell’impresa di pompe funebri. In Cina il monitoraggio informatico dei cittadini ha avuto un ruolo importante nella lotta al Coronavirus: per potersi spostare, è stato per loro necessario installare una App che a seconda non solo delle informazioni personali più recenti ma anche della precedente storia medica generale, e di dove erano stati negli ultimi mesi, restituiva un codice rosso, giallo o verde. Niente codice giusto? Niente ingresso in alcune strutture pubbliche, niente accesso ai trasporti e riduzione di certi servizi. Per anni abbiamo però criticato con forza la Cina inorridendo davanti alla mancanza di libertà, dicendo che ‘no, con la Cina non si poteva fare affari’: poi, in quattro settimane, siamo diventati invece fan di ‘Black Mirror’, la popolare serie in streaming, e ci stiamo augurando che i nostri governanti facciano presto altrettanto. Su chi gestirà quei dati, chi ci controllerà, chi li eventualmente altererà (perché la possibilità esiste) per dare il risultato ‘rosso’ o ‘verde’, ci facciamo poche, nessuna domanda. In Israele, i dati telefonici sono utilizzati per tracciare gli individui che sono venuti in contatto con una persona infetta; per poter essere efficace, però, un sistema simile ti impone una cosa che forse non abbiamo tenuto in considerazione: avere sempre il cellulare con noi, sempre carico, con la localizzazione sempre attiva. Che è ben diverso dal dire: ‘tanto la privacy è finta, la pubblicità mi arriva comunque’; adesso, se vuoi, il cellulare lo puoi ancora spegnere, domani potresti non essere più autorizzato a farlo. A Taiwan, un giornalista della BBC ha ricevuto una visita improvvisa della polizia perché il suo telefono si era scaricato.
Non siamo in Cina. Senza voler dire per forza ‘meglio’ o ‘peggio’, non è la nostra casa, non è la nostra cultura. A casa nostra però i decreti contro la diffusione del Covid-19 del premier Conte hanno già sospeso la libertà di movimento, di associazione e di culto, assieme in molti casi alla libertà di lavorare. E c’è chi con costanza continua a chiedere ancora di più; torna in mente il: “coraggio, 15 giorni di sforzo e tutto finirà”. Per ora, va tutto ancora discretamente bene; il dramma che stiamo attraversando, però, si prolungherà nel corso dell’estate, e acquisterà tinte più fosche. Finora, la sfida dei governatori regionali è stata assicurare la salute; fra poco, diventerà assicurare il consenso per poter continuare a farlo senza distruggere il paese. Una sfida di questo genere richiederà una trasparenza senza precedenti e una comunicazione franca e diretta con i cittadini, che continueranno a chiedere una sola cosa: “Quando finirà”? Se non siamo in Cina, e non siamo cinesi, dovremo capire che cosa, in mancanza della trasparenza e delle risposte di cui abbiamo bisogno, diventeremo.

Che clima orribile, spioni ovunque
Riecco la caccia alle streghe. Evviva le streghe!
Colpa di un governo che ha soppresso le libertà civili usando la paura
di Renato Farina
Libero, 16 aprile 2020

Non troppo zelo, per favore. Invece tutto congiura per l’esagerazione. Invece di dare segnali di respiro e di futuro, si tirano le cordicelle come faceva il Corvaccio dei Promessi sposi, un magistrato nemico dei poveri cristi, stringendo i polsi del povero Renzo Tramaglino. Il quale era colpevole di niente ma veniva dalla campagna, un boccone perfetto, un forestiero sobillatore da metterci la taglia. Idem da noi. La taglia non c’è, qui lo si fa gratis. Sono all’opera gli inquisitori di condominio, di pianerottolo, di quartiere, dotati di cannocchiali, telecamerine e telecamerone. Chiamano carabinieri, fiamme gialle, vigili, tivù in cerca di scoop molto civici quasi fossero iscritti a una fantastica caccia al tesoro, in un diffuso tentativo di appendere la gente che non ti va al palo del ludibrio. Il clima è orribile e più che caccia al tesoro qui siamo alla caccia delle streghe, stimolata dal governo e da ogni televisione pubblica e privata.
La percezione che ne ha il popolo è quella di essere invitato dalle autorità alla sfiducia reciproca, mentre le medesime ci obbligano per decreto ad aver fiducia in loro. Ci trattano come potenziali criminali. Per cui si deve dare giustificazione di qualsiasi atto, e le autocertificazioni basate sul buon senso, che dovrebbe essere il criterio per definire le necessità, sono ritenute in prima istanza menzognere, con il ribaltamento dell’onere della prova, mentre dalle finestre lo spione gongola.
Così non va. Così finisce male. L’imbarbarimento è comico, talvolta, rispetto alla tragedia, ma avvelena lo stesso.

1) Il caso del pizzaiolo. A Genova il titolare di una focacceria e affini da asporto (legali) ha finito il formaggio, la gente ordina e i runner aspettano. Autocertifica la necessità di recuperare la mozzarella dal grossista, con indirizzo e tutto. Multa. Non si scappa, al massimo dovevi andare al supermercato anche se è più lontano. Di certo c’è stata la spiata.

2) La dottoressa del Gemelli a Roma. Di ritorno da un turno non le va la macchina, ha bisogno dei cavi per la batteria. La Gdf la soccorre e le fa partire l’utilitaria, si dirige da un collega per rimediare l’attrezzatura d’emergenza. Non è sulla strada dell’ospedale. Reproba, multa. Scommetto sul delatore rintracciabile grazie a qualche ghigno dal balcone prospiciente. Ma chi si crede di essere quell’eroina?

3) Il caso della spiaggia. Un tizio stende l’asciugamano sull’arenile. Non si può. Non vale il fatto che la sabbia sia come quella del deserto, e il tipo sia il solo bipede nel raggio di chilometri. Se tutti trascurassero il divieto ci sarebbe assembramento e nessuno può trasformare la trasgressione in impunità. Detto questo che succede? I militari della Gdf sono evidentemente sospinti a fare il loro dovere dalla presenza della troupe televisiva. Si alza addirittura un elicottero per catturare l’evaso. Non si fa. Ma questo show serve a comunicare l’idea al popolo di essere in carcere, in balia di un governo che ha soppresso le libertà civili, ma non sa fornirne con autorevolezza le ragioni, e allora ricorre alla paura. Trecento e rotti di multa. La ricognizione del velivolo valeva pure una comparsata tivù con la caccia allo schiavo come nel film “Django-Unchained”?

4) Non si contano i casi di preti multati, e messe interrotte. Di solito è l’anticlericale di quartiere, o il vice-sindaco che vuol dimostrare la laicità dell’odiosità. La polizia interviene addirittura a bloccare una funzione a Palestrina. Il parroco spezzava il pane sull’altare in chiesa nessuno e qualcuno disperso sul sagrato. Alcuni vescovi hanno percorso le strade con il crocifisso innalzato, come don Camillo, senza seguito né di chierichetti né di confraternite (Brescia, Chieti, e altrove). Sono stati elogiati e intervistati. Invece i curati di montagna, quelli che, secondo il papa, conoscono i nomi non solo dei paesani ma dei loro cani, sono stati inseguiti e multati per 400 euro. «Un atto di benedizione sulla città, con me solo un aiutante a distanza, eppure carabinieri mi hanno sfilato i documenti e fatto una ammenda», dice don Domenico Cirigliano, parroco a Rocca Imperiale. «Il sindaco mi ha intimato una quarantena di 14 giorni. Ma la multa non la pago, vogliono punire la Chiesa».Addirittura una delazione (“il Gancio”, lo ha chiamato il cronista) ha consentito intervento di Striscia la notizia. In un caso, a fine marzo in provincia di Varese. Poi a Pasqua a Formia, con tanto di nome del prete celebrante. Va così. La funzione del Cabibbo è consentita con troupe officiante e chierichetti dotati di impianti semoventi e microfoni, mentre gli altri vanno denunciati. Chi inquina di più.

[Al riguardo si legge anche: “Violazioni della libertà religiosa dopo il precedente di Cerveteri” di Marco Tosatti – Stilum Curiae, 16 aprile 2020 V.v.B.]

5) La commissione governativa (chiamata “unità di monitoraggio”) per individuare i falsi su internet e sui spocial. E qui siamo alla coincidenza tra spirito di delazione e tentazione totalitaria sia pure vestita di stracci. Non abbiamo nulla contro i componenti di questo sinedrio che decide se Gesù ha bestemmiato e se invece Barabba dice la verità. Senatores boni viri, ma è il Senatus di questo organo inquisitoriale a essere una mala bestia. È stata pensata come una muta di rottweiler davanti non solo alle case di tutti, a quello ci siamo abituati, ma davanti alle bocche e persino – caso mai esistessero – ai cervelli. Sono il sostituto istituzionale da Gepeù, Gestapo o da ministero della propaganda dell’articolo 21 della Costituzione. Ci chiediamo se questo comitato della Verità si sia mai messo anche a confrontare tra loro i decreti e le dichiarazioni di Conte e dei suoi sodali. Temiamo che siano proprio quei decreti le tavole della loro legge. Vadano al diavolo.

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