Sars-CoV-2. Contagio “non sotto controllo”, “misure inadeguate” e rischio “nuova impennata”. Con vaccino arrivare a “immunità di gregge”

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Secondo i dati forniti nella Conferenza stampa del Dipartimento della Protezione Civile delle ore 18.00 di oggi il totale dei contagiati riscontrati dall’inizio dell’epidemia (comprensivi di vittime e guariti) aggiornato a oggi è di 168.941 persone (+3.786). Le persone attualmente positive sono 106.607 (+ 1.189), 22.170 deceduti (+525) e 40.164 (+2.072) guariti.

Tra i 106.607 attualmente positivi: 76.778 si trovano in isolamento domiciliare (+ 2.082), 26.893 ricoverati con sintomi (- 750), 2.936 in terapia intensiva (-143). Sono 1.178.403 (+ 60.999) i tamponi effettuati.

Aree geografiche con la percentuale maggiore di deceduti
Lombardia con 57%
Emilia Romagna con il 13,7%
Piemonte con il 7,8%.
Veneto con il 4,7%

Il contagio “non è sotto controllo” e “misure inadeguate”, “partite in ritardo”

Il contagio da Sars-Cov-2 “non è sotto controllo” e le misure di distanziamento sociale imposte dai decreti “hanno ridotto il sovraccarico degli ospedali e soprattutto delle terapie intensive, ma sul contenimento del contagio i risultati non sono affatto rassicuranti e invitano alla massima cautela”. È l’analisi della Fondazione GIMBE, costituita dall’associazione Gruppo Italiano per La Medicina Basata sulle Evidenze, che rileva come “il rischio di una nuova impennata dei casi è in agguato”. Secondo la roadmap lanciata ieri dalla Commissione Europea per la ripartenza, rileva il Presidente Nino Cartabellotta, “è fondamentale ridurre e stabilizzare il numero di ricoveri e dei nuovi casi per un periodo di tempo prolungato. Di conseguenza una programmazione scientifica della Fase 2 non può inseguire i numeri del giorno, ma deve osservare almeno le variazioni settimanali”. E in tal senso “i dati degli ultimi 7 giorni sui contagi non sono affatto incoraggianti: se, infatti, si è ridotto il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (-3,0%) e di quelli in terapia intensiva (-16,6%), si rileva un aumento dei casi totali del 18,0% (+25.733), di cui 3.976 decessi (+22,5%)”.

Considerato che la riduzione dei nuovi casi sembra inferiore a quanto atteso la Fondazione GIMBE ha effettuato una revisione di evidenze scientifiche per identificare le possibili motivazioni. Tra queste, “l’identificazione di casi in sottogruppi di popolazione non adeguatamente esplorati; la ridotta efficacia delle misure di distanziamento sociale che consegue a differenti motivazioni in parte non prevenibili (ruolo dei soggetti asintomatici), in parte a carenze sanitarie (insufficiente tracciatura dei contatti, isolamento domiciliare inadeguato), oltre che a misure inadeguate sui luoghi di lavoro e negli spazi chiusi, inclusi mezzi di trasporto, e a comportamenti individuali impropri”.

Inoltre, “l’efficacia delle misure di distanziamento sociale sul contenimento dell’epidemia dipende da tre fattori: tempestività, intensità e aderenza della popolazione. Di conseguenza, per valutare gli effetti dei decreti “#IoRestoACasa” e “Chiudi Italia”, bisogna anzitutto essere consapevoli che siamo partiti in ritardo, che il lockdown non è stato affatto totale e che l’aderenza della popolazione è stata buona, ma non eccellente, a giudicare dal numero delle sanzioni elevate nel corso dei controlli”. Per questi motivi, “nonostante l’entusiasmo per l’avvio della Fase 2 – conclude il Presidente della Fondazione GIMBE – serve la massima prudenza: se oggi, infatti, ospedali e terapie intensive iniziano a respirare, i numeri confermano che la curva dei contagi non è affatto sotto controllo ed il rischio di una nuova impennata dei casi è sempre in agguato”.

Il Presidente dell’ISS-Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro in Conferenza stampa ha dichiarato:”Al momento c’è uno studio di sieroprevalenza per indagare quante persone sono venute a contatto col virus e capire qual è la circolazione. Ci sono stime variabili da regione a regione ma in generale il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus, dunque il target è molto lontano. Quindi non c’è un golden standard”, ha aggiunto.

“Quando avremo il vaccino dovremo fare dei ragionamenti per proteggere il maggior numero di persone”, ha risposto Brusaferro a chi gli chiedeva se verrà reso obbligatorio il vaccino contro il coronavirus, quando arriverà. “È chiaro che per raggiungere la copertura della popolazione dobbiamo somministrare milioni di dosi – ha detto – il problema è avere un vaccino, averlo efficace e avere una quantità di dosi sufficienti. Quando lo avremo dovremo trovare il modo di darlo a più persone possibile per arrivare all’immunità di gregge”.

Ogni decisione sulla riduzione delle misure di contenimento e su eventuali riaperture devono tenere conto “del faro guida e cioè che ‘R con zero’ rimanga sotto l’1%, perché altrimenti avremo una ripartenza della curva epidemica”, ha poi risposto il Presidente dell’ISS a chi gli chiedeva quali fossero le indicazioni del Comitato tecnico scientifico al governo per porre fine al lockdown. Servono dunque un “mix di misure che consentano di lasciarne attive alcune e di toglierne altre – ha aggiunto – un mix di provvedimenti che vanno dal monitoraggio stretto alla capacità di tracciare velocemente le persone positive”.

L’attività delle Forze di polizia per il rispetto delle misure anti Covid-19
Ultimo aggiornamento:giovedì 16 aprile 2020, ore 15.40

Prosegue l’attività di vigilanza sul territorio da parte delle Forze di polizia per il rispetto delle misure di contenimento anti Covid-19. Mercoledì 15 aprile sono stati eseguiti controlli su 288.776 persone e 101.636 attività o esercizi commerciali. Contestate 8.523 sanzioni amministrative, 44 denunce per falsa dichiarazione o attestazione, 15 denunce per non aver osservato le limitazioni della quarantena. Le sanzioni ai titolari di attività o esercizi commerciali sono state 121, 44 i provvedimenti di chiusura.

Dall’11 marzo al 15 aprile 2020, sono state controllate 7.782.478 persone e 3.093.175 attività o esercizi commerciali.

Dall’ISTAT indicazioni per la certificazione dei decessi per Covid-19

Per adottare corrette misure di salute pubblica e condurre analisi epidemiologiche riguardanti la grave crisi sanitaria, per i decessi correlati al COVID-19 è fondamentale disporre di statistiche di qualità. Le schede di morte Istat permettono di fornire informazioni essenziali sul deceduto e sulle circostanze della morte, ma solo una compilazione appropriata consente la produzione di statistiche accurate e affidabili. L’Istituto Nazionale di Statitstica ha pubblicato, perciò, il documento con le indicazioni ed alcuni esempi per la corretta compilazione della scheda di morte. L’Istituto specifica che è importante riportare sempre l’informazione, confermata o sospetta, della presenza di COVID-19 e descrive come riportare il COVID-19, nel caso in cui sia probabilmente la causa iniziale di morte o nel caso in cui si ritienga che il COVID-19 non abbia causato direttamente il decesso. Sulla pagina dell’Istat sono riportate anche le categorie dell’ICD-10 introdotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la classificazione del COVID-19.

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