Nel giornalismo la censura è consentita? Se la risposta è sì, allora non si tratta di giornalismo. È “Abysmal Spinning”

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La nostra copertura in riferimento al “caso Mentana” ha provocato alcuni commenti sui social, per cui – in scienza e coscienza – riteniamo necessario ritornarci su. E di farlo nella sede opportuna, qui, nel luogo dove ha avuto inizio la condivisione dei due articoli che abbiamo dedicato all’argomento:

1 – Sotto la nostra lente la televisione e l’usa che se ne fa. Dal caso Botteri (2016) al caso Mentana (2020) – 13 aprile 2020
2 – L’uso personale della televisione di Mentana stasera. Si dimetta oppure l’editore de La7 prenda provvedimenti seri – 13 aprile 2020

Innanzitutto, ai gentili commentatori è necessario sottolineare che non si deve perdere di vista il punto che abbiamo fatto e ribadito: non si tratta di dissentire o meno con il governo, o con il Presidente del Consiglio (e al riguardo non penso che la mia opinione è un mistero).

Si tratta di censura. E questa è una cosa seria. Siamo contrari ad ogni censura e su questo non andiamo a compromessi.

Si tratta di bugie. E questa è una cosa seria. Siamo contrari ad ogni menzogna e su questo non andiamo a compromessi.

Si tratta delle regole del giornalismo. E questa è una cosa seria. Siamo contrari ai distingui (proprietà privata o proprietà pubblica) e su questo non andiamo a compromessi.

Si tratta di togliersi dei sassolini dalle scarpe. E questa è una cosa seria. Non siamo contrari all’azione di per sé, perché i sassolini danno fastidio e l’accettiamo anche da un giornalista nonché direttore di testata, ma non in un telegiornale, se non vuol passare per ragazzino.

Si tratta di correttezza, di stile e di classe. E questa è una cosa seria. Quanto detto da Mentana: “Un Presidente del Consiglio non può andare in onda nei tg quando vuole e dire quello che vuole. È successo con Chavez in Venezuela, ma qui siamo in democrazia“, abbiamo definito “irreverente” e ci siamo trattenuti. Se ci tiene, auguriamo buon proseguimento a Mentana nella scorrettezza, senza stile e classe, sicuri che da parte nostra tale comportamento non avverrà mai. E per non lasciare dubbi, lo diciamo con la famosa frase del Barone Ottone Spinelli degli Ulivi, detto Zazà, impersonato da Totò: “Signori si nasce ed io modestamente lo nacqui”.

Si tratta di dissentire dalla mediocrità governativa. E questa è una cosa seria. Anche noi lo facciamo senza mezzi termini, se è il caso… e oggi il caso è all’ordine del giorno. Però, quanto messo in essere da Mentana non è il modo. Come ha osservato un autorevole membro del mio Staff: “Quando si innesca un eventuale meccanismo di scorrettezza, chi ha più ‘cervello’ non scende mai a livello dell’interlocutore, bensì si sottrae al meccanismo stesso e non per debolezza” (Valentina Villano).

Va ricordato che fu Mentana a mettere su un teatrino patetico dai toni provocatori, quali quello di minacciare una pseudo censura (“Se l’avessimo saputo, non avremmo mandato in onda quella parte di conferenza stampa”) – chissà a quale titolo – forse dimenticando che l’articolo 21 della Costituzione italiana consente il diritto all’informazione e ad esprimersi liberamente, ma non consente a nessun organo di stampa a mettere in atto censure.

Nel Comunicato stampa di Palazzo Chigi in una sua parte si legge: “I direttori sono anche liberi di sostenere la singolare opinione che il presidente del Consiglio non avrebbe dovuto smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes”. Da un’altro passaggio del Comunicato stampa si evince chiaramente, che palazzo Chigi non ha chiesto nessuna Conferenza stampa a reti unificate, tanto meno a La7, che è emittente privata.

Mentana non dice la verità e per di più afferma il falso sulla richiesta di “reti unificate”. Inoltre, dice che in 28 anni di carriera non ha censurato e dopo afferma di aver censurato altre notizie (e cita un servizio su Berlusconi da cui afferma di aver censurato 4′). Questioni di coerenza, ovviamente.

Mentana afferma la sua singolare opinione, che può anche essere l’opinione di altri, ma non c’è altro direttore di testata giornalistica, che ha fatto quello che ha fatto Mentana.

Questo fatto dell’opinione personale nel caso di un giornalista, ci riporta a chi pensa al giornalismo come a chi ha il potere di influenzare l’opinione pubblica (vedi il caso di Giovanna Botteri, di cui abbiamo scritto in passato e che abbiamo ricordato nel primo articolo sul “caso Mentana”).

La comunicazione vera che comunica e l’informazione seria non hanno il compito di influenzare gli altri. La comunicazione vera che comunica e l’informazione seria hanno il compito di comunicare un fatto, una notizia così come è.

Per chi è disposto a verificare le note biografiche dell’Editore di Korazym.org (sono disponibili in forma concisa in home page su Korazym.org nella sezione “Informazioni utili – L’editore e la redazione” e in forma più estesa sul mio profilo Facebook nella sezione “Informazioni – Dettagli su di te”) lo saprà e potrà agire di conseguenza: “Non è nelle mie intenzioni diffondere mia ipsissima verba: “Il principio base dell’azione pedagogica di Vik van Brantegem non è quello di divulgare il proprio personale pensiero, che tale resterà, piuttosto un meccanismo fondato ad allenare le persone alla metacognizione” (Valentina Villano).

Il fatto principale del “caso Mentana” è e rimane la censura, poiché Mentana ha dichiarato che avrebbe censurato una notizia e che ha censurato notizie in passato. Per questo sua ammissione motu proprio dovrebbe dimettersi dall’ordine dei giornalisti. Questo è un fatto inequivocabile, perché di censura si tratta e per di più per ammissione dello stesso Mentana.

Se fossimo in tribunale, ci troveremmo davanti ad un reo confesso, che affermando ciò porta delle prove a supporto del reato commesso, ma subito dopo aver presentato le prove il “reo” smentisce se stesso e si contraddice.

Postcriptum

1. Per sentire, oltre alla nostra, un’altra voce “lucida” – rivolta a coloro che hanno il cervello ancora al posto suo e non disceso in basso – cito quanto scritto da “Due Minuti Di Lucidità – Il blog del Prof. Guido Saraceni” all’attenzione di Mentana:

“Primo, sei stato tu ad aver detto che avresti volentieri censurato Conte – l’hai detto in maniera esplicita – non è una supposizione dei telespettatori.
Secondo, ti vanti di aver fatto ridurre a due minuti il famoso messaggio a reti unificate di Berlusconi – hai capito che Partigiano?
Quindi, quel video l’hai censurato.
Prima dici che non hai mai censurato nessuno, poi, ti vanti di averlo fatto. Vabbè…
Terzo, Palazzo Chigi non ti ha mai “chiesto di intervenire”, sei tu che hai mandato in onda quella conferenza stampa per fare audience.
Non mi pare che l’abbiano fatto tutte le televisioni.
Lasciamo perdere il facile attacco agli “odiatori” del web: un milione e duecentomila follower ti fanno comodo quando sono adoranti, devi accettarne anche le critiche quando dici una sciocchezza.
Altrimenti siete tutti bravi.
Roma 13.4.2020
Chiaro?”

Per quanto riguarda me – come Editore di Korazym.org, di persona pirsonalmente – questo è chiaro, energico e risolutivo… questo era ed è e rimane il punto, il resto è fuffa.
Riassumendo, il punto che abbiamo fatto era ed è e rimane: Mentana ha ammesso che lui avrebbe voluto censurare (e ha detto che non ha mai censurato in passato e ha ammesso che ha censurato in passato). Un giornalista non deve permetterselo di censurare e certamente non un direttore di telegiornale. Mentana ha detto che la conferenza stampa era a rete unificate e ha mentito (e Palazzo Chigi ha rilevato la menzogna).
Mentana si dimetta oppure l’editore prenda provvedimenti seri.
L’essere proprietà privata non cambia l’etica della comunicazione e del giornalismo, del “quarto potere”.
L’etica non va sospesa, né nel pubblico, né nel privato.
Il resto è fuffa!
E se il proprietario non lo fa (o peggio ancora, se Mentana fosse in concerto con lui): fuffa! e con doppia porzione di patate.

2. Visto che Mentana certamente non uscirà di scena definitivamente, eh vabbè, alla prossima censura, allora.
Ormai, come il coronavirus, anche la censura fa e continuerà a far parte della nostra vita, in isolamento o in libertà. E l’isolamento e il distanziamento sociale non è una censura, ma un salvarsi la pelle e la testa, figurativamente e letteralmente.

Foto in copertina: Abysmal Spinning. Citizen Kane (Quarto potere), film del 1941 scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles.

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